A Parigi si nuota nella Senna e Berlino vuole copiarla

Era una delle ragioni principali per cui il Comune di Parigi aveva deciso di investire 1,4 miliardi di euro per rendere la Senna balneabile. E così Parigi arriva all’attesa data del 5 luglio mentre attraversa la prima ondata di calore eccezionale dell’anno. “Canicule”, vengono chiamate queste giornate di caldo intenso, e dopo l’estate record del 2022 se ne erano verificate decisamente di meno nelle ultime estati. Tuttavia, guardando alla tendenza macroscopica, le temperature medie di Parigi come in altre grandi capitali europee stanno progressivamente aumentando e l’operazione che consentirà a tutti di fare il bagno nel cuore della città serve anche ad aiutare a vivere meglio chi rimarrà durante l’estate. Il progetto di pulizia della Senna Un progetto complesso e realizzato in poco tempo, ma criticato da molti perché giudicato “inutilmente costosi”. I primi cantieri sulle infrastrutture sono partiti nel 2020 e il tutto si è concluso nel 2024 a pochi giorni dall’inizio dei Giochi olimpici estivi. Per consentire agli atleti di tuffarsi sotto il ponte di Austerlitz è stato necessario ammodernare le reti fognarie, costruire enormi bacini di stoccaggio per le acque piovane , migliorare gli impianti di depurazione e introdurre nuove regole per le imbarcazioni e gli scarichi illegali. Il bagno nella Senna alle Olimpiadi 2024 Va detto che, dal punto di vista mediatico internazionale, l’iniziativa non è partita in discesa. L’obiettivo di rendere la Senna balneabile era un ritornello dei vari sindaci da decenni, ma noi italiani - come tanti stranieri - ce ne siamo “accorti” in occasione delle Olimpiadi 2024. Proprio nel momento in cui la “baignade” veniva più volte rimandata perché la qualità dell’acqua non rispettava gli standard di sicurezza minimi. Una notizia che aveva fatto più volte il titolo dei giornali - e dei nostri reportage - preoccupando in particolare gli atleti di triathlon e nuoto che, in seguito alla nuotata nella Senna, avevano raccontato di lunghe alghe che “graffiavano le gambe” e forti correnti. Non proprio un precedente invitante. Berlino come Parigi Ed eccoci qui, un anno dopo Parigi persegue quella che il Comune definisce “la sfida di una pulizia sostenibile”. Da sabato 5 luglio i punti di balneazione aperti al pubblico sono tre e in ciascuno verranno fatti test dell’acqua quotidiani. Su modello di quello che veniva fatto durante le Olimpiadi, lo spazio verrà aperto o lasciato chiuso a seconda che i livelli di batteri e inquinanti rispettino gli standard di sicurezza. Un modello che anche Berlino vuole seguire: un gruppo di cittadini - i Fluss Bad Berlin, ou River Pool Berlin - porta avanti azioni dimostrative tuffandosi nella Spree cittadina per convincere l’amministrazione a far partire i lavori di pulizia e riaprirla al pubblico dopo 100 anni di chiusura. Una prospettiva ritenuta “interessante” dalla municipalità, che ipotizza di poter riaprire il fiume al bagno già dal 2026. D’altra parte, per quanto possano sembrare iniziative “aliene” a noi italiani - Milano e Roma ne discutono da anni senza aver mai effettivamente avviato i lavori - alcune capitali europee, come Oslo e Amsterdam, offrono già da anni la possibilità di fare il bagno nel fiume cittadino. E visto il recente report di Earth System Science Data che esclude la possibilità di rispettare l’impegno a restare entro l’aumento di temperature globali di 1,5 gradi, conviene a tutti così.

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