Chi è Gavin Newsom, il governatore della California in rotta con Trump

Donald Trump? “È un dittatore e incita alla violenza”, un “presidente spericolato e pericoloso”. Parola di Gavin Newsom, 57 anni, dal 2019 governatore della California per il Partito Democratico che nelle giornate in cui la Casa Bianca militarizza la risposta alle proteste scoppiate a Los Angeles per la stretta dell’Ice, la polizia di confine sull’immigrazione irregolare si presenta come l’alter ego e avversario del presidente degli Stati Uniti. Newsom ha fatto ricorso alla Corte Suprema contro la decisione di Trump di inviare 2mila uomini della Guardia Nazionale e 700 Marines a sedare le proteste a Los Angeles e San Francisco dichiarando che la mossa“non c’entra con la sicurezza, ma con la volontà di Trump di assecondare il suo ego”. Parole, quelle dell’ex sindaco di San Francisco, che nel fine settimana, hanno infiammato il confronto con una presidenza mai così distante dalle istanze liberal, progressiste e ambientaliste del Golden State divenuto un feudo democratico. E ora il faccia a faccia con Trump fa di Newson il dem più in vista sul panorama politico statunitense. Newsom tra leadership e ambizione Nato nel 1967 a San Francisco, laureato a Santa Clara in scienze politiche e attivo nel mondo degli affari come proprietario di una catena di enoteche e bar, Newsom ha fatto il suo ingresso in politica col Partito Democratico candidandosi e vincendo la carica di Sindaco di San Francisco nel 2004, e mantenendo la posizione fino al 2011. Ha poi servito come vice del governatore Jerry Brown per otto anni e, dal 2019 a oggi, amministra il maggior Stato americano per popolazione e Pil. Nella sua carriera si è sempre presentato come un democratico centrista, amico del mondo delle imprese e fautore di politiche economiche pro-business, tutt’altro che restio però a portare avanti battaglie proprie del campo più strettamente progressista. In passato ha, senza successo, sostenuto proposte di legge per l’abolizione della pena di morte in California ed è stato un grande sostenitore della svolta green del settore energetico californiano. Chiamatosi fuori nella contesa elettorale democratica nel 2024, Newsom è indicato come un papabile candidato per le presidenziali del 2028. I suoi sostenitori rivendicano la sua capacità di prendere decisioni controcorrente, come la scelta di imporre i lockdown durante la pandemia di Covid-19 nonostante la prima amministrazione Trump vi fosse ostile. I critici, invece, soprattutto nel campo democratico più schierato a sinistra ne sottolineano la tendenza a cercare sempre accomodamenti e compromessi. Dopo la sconfitta di Kamala Harris contro Trump a novembre Newsom, ha cercato più volte di aprire un dialogo con il tycoon. Newsom, ricorda il New York Times, “si è recato all'aeroporto di Los Angeles a gennaio per salutare il presidente Trump, giunto in California dopo i devastanti incendi che hanno sconvolto Los Angeles” e “ha lanciato un podcast in cui ha intervistato i leader del movimento MAGA, tra cui Steve Bannon, suscitando il disappunto di molti a sinistra”. Inoltre, la sinistra dem lo ha accusato di voler strizzare l’occhio ai Repubblicani quando ha affermato che era ingiusto per le atlete transgender competere negli sport femminili. Lo scontro con Trump La durezza delle sue critiche a Trump è dunque ulteriormente più rilevante per il fatto che sono state lanciate da un leader tutt’altro che pregiudizievole nel confronto con la Casa Bianca. Ma alla prova dei fatti le decisioni di Trump di scavalcare il governatore ha reso inevitabile lo scontro. Per questo l'accusa di Newsom a Trump di voler "distruggere l'ordine costituzionale" parla a Los Angeles e San Francisco ma anche al resto del Paese. Il governatore dichiara che Trump sta "abbattendo lo Stato di diritto" per alzare il livello dello scontro e, nota il Los Angeles Times, "i raid rappresentano un'opportunità per mettere in discussione la narrativa del presidente, secondo cui la sua politica sull'immigrazione mira esclusivamente all'eliminazione dei criminali e alla protezione del confine", arrivando invece a colpire famiglie con bambini e persone innocenti. Newsom vuole rispondere a Trump facendo della gestione del caos di Los Angeles il presupposto per mettere sotto scacco la Casa Bianca e provare a rispondere ai repubblicani con la loro stessa moneta: una critica a viso aperto e senza compromessi. Passo dopo passo, il confronto politico americano sta facendosi sempre più irriducibile, e la sfida tra il presidente e un governatore sul piede di guerra sembra lasciar presagire cosa attende gli States fino alle Midterm del 2026 e, in prospettiva, le presidenziali del 2028. Ma offre anche ai dem la possibilità di far tornare a sentire la loro voce dopo mesi di confusione e stordimento di fronte ai continui strappi della Casa Bianca.

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