Gli attacchi dell'Ucraina mostrano che anche Mosca è vulnerabile?

Due attacchi per mostrare che anche la Russia è vulnerabile e tutt’altro che al sicuro nella guerra da lei scatenata tre anni fa: con l’operazione “Ragnatela” condotta domenica contro quattro basi di bombardieri strategici posti sul suolo russo e con l’attacco odierno al ponte di Kerch che connette la Crimea al territorio metropolitano del Paese euroasiatico le forze ucraine hanno reagito all’escalation di bombardamenti in atto da settimane sul loro Paese e mandato un messaggio chiaro a alleati e nemici. Grazie alla proiezione data dall’Sbu, il Servizio di Sicurezza Interno che è uno dei caposaldi della sua intelligence, l’Ucraina ha inflitto danni considerevoli a Mosca e mostrato la sua volontà di combattere e di non cedere in una fase critica in cui la narrazione che la Russia porta avanti la presenta come destinata a un’inevitabile vittoria di cui i negoziati bilaterali in corso non possono che tenere conto. Colpire e negoziare, come evolve la pressione ucraina L’operazione più significativa, l’attacco a quattro basi aeree sparse dal Mar Glaciale Artico alla Siberia con droni lanciati da camion posti nelle loro vicinanze che ha prodotto il danneggiamento di oltre quaranta bombardieri strategici , è avvenuta non a caso alla vigilia dei secondi colloqui di Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev, in cui l’Ucraina ha respinto al mittente le proposte di pace russe che includevano il riconoscimento del controllo di Lugansk, Donetsk, Zaporizhia, Kherson e della Crimea da parte di Mosca e l’impegno di Kiev alla neutralità. A sua volta, Kiev ha chiesto, senza ricevere il via libera dalla Russia, che futuri negoziati di pace prendessero le mosse da un cessate il fuoco di 30 giorni che il Paese invasore non è per niente disposto a concedere. L’incontro è stato interlocutorio e ha prodotto solamente un secondo scambio di prigionieri, ma nessun progresso sostanziale verso la pace. Come nota l’Institute for the Studies of War, “il memorandum russo riflette le richieste pubbliche di lunga data del Cremlino affinché l'Ucraina faccia significative concessioni territoriali e politiche, mentre la Russia non offre alcuna concessione a favore dei suoi nemici", arrivando addirittura a pretendere dal Paese avversario la nomina di un nuovo governo per concludere la pace, termini che per l'Isw rappresenterebbero una "palese violazione della sovranità ucraina". Subito dopo il confronto diplomatico, Kiev è tornata a colpire danneggiando le fondamenta del ponte di Kerch con oltre una tonnellata di esplosivo, portata dagli operativi del Sbu probabilmente grazie all’ausilio di un drone sottomarino. Inoltre, nella giornata odierna, nota il Guardian “700mila persone sono rimaste senza elettricità nelle regioni di Zaporizhia e Kherson occupate dai russi dopo che gli attacchi dei droni ucraini e i bombardamenti hanno messo fuori uso le sottostazioni della rete”. Manovre, queste, che mirano a confermare quanto emerso domenica, ovvero che la Russia ha vulnerabilità palesi che l’Ucraina intende mettere in evidenza per provare a smontare la narrazione che vede Mosca nettamente avvantaggiata nella guerra, incentivare gli alleati a potenziare il sostegno militare al Paese invaso e spingere il conflitto a un equilibrio sistemico capace di rendere più seria e urgente la volontà russa di trattare. Nel frattempo, tra Sumy e Pokrovsk sul campo le truppe russe si fanno strada a fatica, con avanzate lente e graduali condizionate sul fronte degli attaccanti dai perenni problemi logistici e di approvvigionamento. Una guerra di armi e nervi Per l’Ucraina ad oggi appare molto difficile pensare a una riconquista militare dei territori caduti in mano alla Russia dal 2022 a oggi, ma non è invece irrealizzabile l’ipotesi di spingere a un sostanziale stallo il conflitto che dia al Paese invaso le dovute garanzie di sicurezza a seguito della presa di consapevolezza da parte di Mosca del fatto che un prosieguo del conflitto rischierebbe di diventare, alla lunga, eccessivamente oneroso. Ad oggi, uno dei passi necessari che Kiev ritiene doveroso compiere implica la risposta asimmetrica alle operazioni di bombardamento sul territorio ucraino con cui Mosca prova, come si è scritto su queste colonne, a celare le difficoltà della sua avanzata sul campo di battaglia. Rendere palesi le vulnerabilità della Russia, aumentarne il senso di insicurezza, colpire obiettivi strategici e simbolici al tempo stesso, farlo mentre nel frattempo si continua a negoziare scarica su Mosca le conseguenze della sua stessa condotta, che spesso ha sommato pressioni militari e pressioni negoziali spesso altamente strumentali. Mentre sul campo di battaglia il conflitto resta privo di sostanziali evoluzioni la guerra continua come scontro al tempo stesso militare e psicologico. In cui ogni operazione va letta con questa duplice chiave di lettura.

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