Merz apre agli attacchi profondi dell'Ucraina in Russia. Si avvicina l'ora dei Taurus?

Friederich Merz rompe un altro tabù nell’appoggio occidentale a Kiev: parlando a un evento della rete televisiva WRD, il cancelliere tedesco ha dichiarato che la Germania ha eliminato ogni limite al raggio d’azione delle armi fornite a Kiev e che dunque ora l’Ucraina è libera di colpire in profondità sul suolo russo. Il leader dell’Unione Cristiano-Democratica , da poco insediatosi alla Cancelleria federale, ha seguito mosse analoghe compiute da Francia, Regno Unito e Stati Uniti, sollevando un ampio dibattito circa il fatto che Berlino potrebbe finalmente aprire alla consegna dell’armamento più atteso dalle truppe ucraine: i missili Taurus, capaci di colpire a 500 chilometri di distanza. Ad oggi, nota Die Zeit, “gli unici due sistemi d'arma a lungo raggio forniti da Berlino a Kiev sono il lanciarazzi Mars II con una gittata di circa 85 chilometri e il Panzerhaubitze 2000 con una gittata di circa 35 chilometri. Per questi ultimi, la limitazione della portata è già stata revocata nel maggio 2024”. Al contrario del predecessore socialdemocratico Olaf Scholz, Merz ha promosso un approccio più interventista alla questione ucraina dichiarandosi favorevole tanto alla consegna dei Taurus a Kiev, sempre negata dall'ex cancelliere, quanto a una maggiore ambiguità strategica, da manifestare tramite la decisione di mettere la sordina all'annuncio della consegna di nuove armi al Paese invaso tre anni fa dalle truppe di Vladimir Putin. Il senso dell’annuncio di Merz L’annuncio di Merz è dunque una mossa che si può leggere tanto sul piano strategico quanto su quello strettamente politico. Nelle scorse giornate Mosca ha intensificato gli attacchi con armi a lungo raggio sul suolo ucraino, utilizzando missili e droni per compire i più ampi raid dall’inizio dell’invasione nella notte tra il 24 e il 25 maggio. Come scritto su queste colonne, tale strategia è volta innanzitutto a dare l’impressione di una maggiore capacità offensiva da parte del Paese invasore rispetto alle effettive potenzialità delle sue forze armate, che sul terreno faticano a conquistare obiettivi strategici di primo piano come la piazzaforte di Pokrovsk. L’uso di munizionamento a lungo raggio mette nel mirino infrastrutture critiche, centrali energetiche, vie di comunicazione e città, mirando a fiaccare la volontà di resistenza ucraina e a far sentire vano l’appoggio occidentale. A suo modo, Merz risponde alla guerra psicologica di Putin facendo intendere un passo in avanti nel sostegno a Kiev con la possibile fornitura di vettori balistici come i Taurus, in grado di infliggere danni pesanti anche a strutture pesantemente corazzate come bunker, ponti, depositi di armi. Come nota il Financial Times, “la gittata di oltre 500 chilometri del missile da crociera Taurus è maggiore di quella degli Storm Shadows e degli Scalp forniti da Gran Bretagna e Francia e dell'Army Tactical Missile System fornito dagli Stati Uniti”. Questi missili britannici, francesi e americani, sottolinea il Ft, “sono stati utilizzati per la prima volta contro obiettivi militari nelle regioni russe di Bryansk e Kursk a novembre, quando i rispettivi governi hanno revocato le restrizioni geografiche al loro utilizzo”. I Taurus arriveranno davvero? Prospettare, con una certa dose di ambiguità, l’idea che in un prossimo futuro i Taurus possano arrivare a Kiev è una mossa dal valore strategico, dato che le parole di Merz arrivano in una fase critica per il sostegno occidentale all’Ucraina. Donald Trump ha lasciato intendere di essere aperto alla prospettiva che siano russi e ucraini a risolvere tra di loro i negoziati per porre fine alla guerra salvo poi criticare Putin per la sua ostilità a condurre le trattative con serietà, mentre Emmanuel Macron e Keir Starmer sono allineati con Merz sull’idea di fornire armamenti a oltranza per puntellare Kiev. Sul fronte interno, inoltre, la mossa di Merz mira ad avvicinare alla Cancelleria gli esponenti della Spd alleata di governo della Cdu più allineati col capo del governo, come il ministro della Difesa Boris Pistorius. Lars Klingbeil, co-leader dei socialdemocratici e vicecancelliere, ha dichiarato che ad oggi “nulla è cambiato” nei fatti rispetto all’era Scholz, prospettando dunque una continuità di agenda che escluderebbe l’invio dei Taurus, mentre dalla Germania si parla dell’idea di destinare un sesto dello stock di missili di questo modello, ben 100 unità, alla consegna all’Ucraina. Merz intende fare del sostegno alla resistenza ucraina un banco di prova della sua agenda europea. La risposta alla guerra di Putin e alla sua offensiva “psicologica” ha in quest’ottica un valore strategico elevato. Ma non mancheranno di suscitare tensioni in una Germania che deve ancora riscoprire, gradualmente, una coscienza geopolitica da potenza attiva e capace di proiezione.

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