I due ultimi arresti si sommano alla detenzione dei due minorenni che hanno compiuto materialmente l'assassinio, avvenuto ad Istanbul lo scorso gennaio. Nelle scorse settimane la polizia turca ha anche arrestato 8 persone, tutte accusate di aver minacciato la famiglia Minguzzi e l'avvocato Epozdemir
Altre due persone sono state arrestate con l'accusa di aver preso parte attiva nell'omicidio di Mattia Ahmet Minguzzi, il figlio dello chef italiano Andrea Minguzzi, vittima di un agguato a colpi di coltello alla fine di gennaio a Istanbul. Lo ha reso noto l'avvocato della famiglia, Rezan Epozdemir, che ha specificato che l'arresto è avvenuto su istanza della famiglia, che ha presentato prove a carico del coinvolgimento di questi due nuovi imputati. I due ultimi arresti si sommano alla detenzione dei due minorenni che hanno compiuto materialmente l'assassinio e ora rischiano fino a 24 anni di carcere.
Le indagini
Nelle scorse settimane la polizia turca ha anche arrestato 8 persone, tutte accusate di aver minacciato la famiglia Minguzzi e l'avvocato Epozdemir. Pressioni e minacce che hanno colpito in maniera sistematica, al punto da spingere la polizia turca ad aprire un dossier rubricato come "crimine organizzato". Un altro arresto era avvenuto lo scorso 15 aprile, quando un uomo di 67 anni è stato arrestato e rinviato a giudizio (rischia 4 anni) con l'accusa di aver sradicato i fiori e violato la tomba del giovane Mattia.
L'agguato a gennaio
Mattia Ahmet Minguzzi è stato vittima di un vile agguato a colpi di coltello lo scorso 24 gennaio a Istanbul ed è morto dopo 17 giorni di terapia intensiva. Il giovane si era recato con alcuni amici presso un popolare mercatino che si svolge due volte a settimana nella parte asiatica della città. Un piccolo diverbio tra adolescenti ha scatenato la reazione di quelli che si sono rivelati dei balordi. I due prima si sono dileguati, poi sono tornati armati di coltello nel mercatino dove intanto la vittima era giunta con gli amici. Le immagini delle telecamere mostrano un attacco pieno di violenza: prima le 5 coltellate da parte di uno, poi il calcio in testa finale sferrato dal secondo. I due hanno provato a giustificarsi, asserendo di essere stati insultati durante il primo diverbio. Quando Mattia è staro ricoverato, i medici non sono riusciti a porre rimedio ai gravi danni subiti da reni, polmoni e cuore e che hanno reso anche impossibile la donazione degli organi. Il ragazzo è morto il 9 febbraio.