Trump, i primi 100 giorni in 10 grafici

I primi 100 giorni sono un traguardo simbolico importante per un presidente americano. E Donald Trump, insediatosi alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025, sembra avere preso questo breve intervallo temporale più seriamente di chiunque, deciso a dare al suo secondo mandato un'impronta profonda, un segno di svolta netto rispetto al passato. E a farlo, per giunta, il prima possibile. I numeri dicono che ci è riuscito. Anche se non sempre nel modo in cui avrebbe voluto. Dazi e borsa Soprattutto agli occhi degli osservatori stranieri, il campo che più ha caratterizzato i primi 100 giorni del Trump II è stata l’economia. Le misure sui dazi, in particolare, hanno monopolizzato a lungo l’attenzione dei media, dei governi di tutto il mondo e degli analisti. Nonostante i ripensamenti e i rinvii che in molti casi sono seguiti agli annunci iniziali, le politiche tariffarie avviate nei primi tre mesi di governo hanno pochi precedenti per ampiezza e impatto e hanno già dato un carattere molto netto alla politica economica del presidente in carica. Le misure varate e l’incertezza che ha caratterizzato il modo in cui sono state implementate ha certamente avuto delle ripercussioni in Borsa. Wall Street, che aveva salutato l’elezione di Trump, con la speranza di un’era di crescita e guadagni sembra, finora, essere rimasta piuttosto delusa. L’indice Standard & Poor’s che raggruppa le maggiori azienda statunitensi è in calo di oltre l’8% dal giorno dell’insediamento. Era crollato fino a -17% nei giorni successivi all’annuncio dei dazi “reciproci” globali per poi risalire dopo la loro sospensione e cominciare una graduale ripresa. Tra i titoli che sono scesi dall’inaugurazione ad oggi ci sono anche quelli delle grandi società del mondo della tecnologia. Anche quelle che, in alcuni casi con giravolte sorprendenti rispetto al recente passato, avevano segnalato il proprio supporto per il neo-presidente e i cui leader avevano presenziato alla cerimonia di inaugurazione immortalati da una foto diventata celebre. Il tonfo più clamoroso riguarda proprio l’azienda dell’uomo che più ha sostenuto e più è stato vicino a Donald Trump, vale a dire Elon Musk. Il titolo Tesla ha subito una riduzione fino a oltre il 45% da quando Trump è alla Casa Bianca e Musk, più o meno ufficialmente, fa parte del governo. Il produttore di auto elettriche ha ricominciato a respirare a Wall Street - portando le perdite in borsa sotto il 30% - nelle ultime settimane, dopo il passo indietro sui dazi del presidente e le notizie del progressivo distacco di Musk da ruoli di governo. Dollaro e buoni del tesoro Ma gli indici di borsa non sono l’unico indicatore dell’economia americana che ha reagito in modo netto alle politiche economiche messe in atto nei primi 100 giorni del secondo mandato di Trump. Anche i rendimenti dei buoni del Tesoro decennali Usa hanno subito varie oscillazioni in questo periodo. Secondo alcuni osservatori, tra le ragioni della ritirata del presidente sui “dazi reciproci” globali, annunciati il 2 aprile e “sospesi” una settimana dopo, ci sarebbe stato proprio l’aumento repentino dei rendimenti delle obbligazioni Usa che rischiava di rendere ancora più gravoso, e meno sostenibile nel tempo, il peso del debito pubblico americano. Nel frattempo, il valore della valuta americana rispetto alle più importanti monete internazionali è diminuito. Oggi, per esempio, servono più dollari per acquistare un euro di quanti ne erano necessari il giorno dell’inaugurazione. Un dollaro più debole appare in linea con la volontà del presidente Usa di rafforzare la manifattura e le esportazioni a stelle e strisce. Se i beni prodotti negli Stati Uniti costano meno per via di un tasso di cambio inferiore, imprese e consumatori stranieri dovrebbero avere un incentivo maggiore ad acquistarli. Immigrazione... Uno dei cavalli di battaglia del candidato Donald Trump durante la campagna elettorale è stata la lotta all’immigrazione illegale. E dal momento che si tratta di una delle questioni sulle quali gli elettori si sentono più in sintonia con l’inquilino della Casa Bianca, non stupisce che nei primi 100 giorni di mandato l’amministrazione abbia cercato di premere sull’acceleratore sul tema. I mesi di febbraio e di marzo hanno visto un altissimo numero di migranti arrestati e messi in detenzione ad opera dell’Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione. Il salto rispetto al periodo precedente l’insediamento è indubbio. In virtù di questa azione e del prolungamento dei tempi di detenzione delle persone arrestate, i primi 100 giorni del Trump II hanno visto anche un notevole incremento di migranti tenuti in custodia per violazione delle norme sull’immigrazione. ... e Big Government Un altro leitmotiv della retorica trumpiana è la lotta contro il cosiddetto big-government, l’apparato governativo federale ritenuto troppo grande e dispendioso. Come noto, proprio per rendere più efficace e spedita la battaglia contro gli sprechi federali, Trump ha istituito il Department of Government Efficiency , guidato più o meno ufficialmente da Elon Musk, anche se da tempo si rincorrono voci su un suo passo indietro. Quale che sia il destino del fondatore di Tesla, di certo da quando il presidente Trump è in carica la forza lavoro federale ha cominciato a diminuire, sia per via di tagli che per incentivi alle dimissioni. Gradimento Resta infine da vedere come viene valutato l’operato di Trump nei primi 100 giorni di mandato dagli elettori americani. Secondo la società di sondaggi Gallup, il gradimento del presidente è in discesa rispetto al giorno dell’insediamento. La percentuale di cittadini americani che ne approva l’azione politica è passata dal 47% al 44%. Mentre la quota di coloro che disapprovano è salita dal 48% al 53%. Altri sondaggi, come quello recente condotto dal quotidiano americano New York Times, dipingono un quadro ancora più fosco per Trump: tasso di approvazione al 42% e due terzi degli elettori intervistati che giudicano la condotta politica del presidente “caotica”.

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