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Guerre, minacce nucleari e catastrofi naturali: come sta cambiando il business dei bunker

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©Getty
Viaggio nel più grande bunker anti-atomico in Italia
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Viaggio nel più grande bunker anti-atomico in Italia
02:15 min

Introduzione

La guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente, ma anche le minacce nucleari e le instabilità a livello globale: sono tanti gli elementi che stanno contribuendo a far aumentare la percezione di insicurezza. E, proprio in questo scenario, si inseriscono maggiori investimenti nel prepararsi a scenari critici.

 

Secondo un’indagine del 2023 citata dal New York Times, circa un terzo degli adulti americani già due anni fa si stava preparando a uno scenario apocalittico, spendendo complessivamente 11 miliardi di dollari in 12 mesi. Negli Stati Uniti, del resto, da anni sta crescendo il movimento dei prepper, cioè di quelle persone che si preparano alla fine del mondo, allestendo bunker e mettendo da parte beni di prima necessità per provare a sopravvivere in caso di crisi estreme.

 

In Italia, e più in generale in Europa, la situazione è diversa, ma ci sono comunque Paesi in cui i timori, e le azioni per attrezzarsi contro eventuali catastrofi, sono più forti che in altri.

Quello che devi sapere

I bunker dei vip

  • Negli Usa quella dei bunker fino ad ora è stata per lo più un’opzione per ricchi, tanto che sono molti i dirigenti e gli imprenditori della Silicon Valley che se ne sono fatti costruire di molto avanzati. È il caso, ad esempio, del CEO di Meta Mark Zuckerberg, con il suo rifugio da 270 milioni di dollari alle Hawaii, sull'isola di Kauai. Dispongono di bunker sotto le loro abitazioni anche vip come Kim Kardashian, Tom Cruise e Shaquille O’Neal.

Per approfondire:
Bunker e rifugi antiaerei in Italia, da Milano a Napoli: quali sono e dove si trovano

Il lusso nelle costruzioni residenziali antiatomiche

  • Nuovi progetti ambizioni, e molto costosi, sono poi rivolti a un futuro molo vicino. È il caso della Strategically Armored & Fortified Environments (Safe), azienda americana della Virginia che, nell'estate del 2026 presenterà “Aerie”, una rete sotterranea di lussuosi bunker antiatomici residenziali. “Faranno parte di una rete di proprietà simili che si rivolgono all'1% più ricco del mondo, offrendo loro un'opportunità unica per salvaguardare il proprio futuro, indipendentemente dai disastri che potrebbero verificarsi”, come ha anticipato ForbesI bunker dovrebbero sorgere in 50 città statunitensi, con la previsione di un migliaio di sedi affiliate in tutto il mondo. Il costo? 20 milioni di dollari per un singolo "abbonamento". I posti saranno limitati.

Ma il business cambia

  • Ma ora la tendenza sta cambiando, o, per lo meno, alcune società che realizzano bunker si stanno attrezzando anche per rispondere alle domande di persone che non siano solo Ceo di società importanti o vip. Ron Hubbard, il Ceo della Atlas Survival Shelters - una delle maggiori costruttrici di bunker in America -, ha spiegato al Nyt: “Adesso vendiamo dei bunker che costano solo 20.000 dollari. Sono per le persone che guadagnano 60mila euro all’anno. Guidano pickup Chevy, non Ferrari”.

Le previsioni di crescita negli Usa

  • Già lo scorso dicembre, l’Associated Press aveva segnalato che il business dei bunker era in crescita negli Usa, sottolineando però che  “gli esperti di disastri governativi affermano che non sono necessari. Una guida di 100 pagine della Federal Emergency Management Agency sulla risposta a un'esplosione nucleare si concentra sull'invitare il pubblico a entrare e rimanere al chiuso, idealmente in un seminterrato e lontano dalle pareti esterne per almeno un giorno. Questi spazi esistenti possono fornire protezione dalle ricadute radioattive”.
  • Ma sempre più acquirenti affermano che i bunker offrono un senso di sicurezza. Secondo un rapporto di ricerca di mercato di BlueWeave Consulting, si prevede che il mercato statunitense dei rifugi antiaerei e antiatomici crescerà dai 137 milioni di dollari dell'anno scorso a 175 milioni di dollari entro il 2030. Il rapporto afferma anche che tra i principali fattori di crescita figura "la crescente minaccia di attacchi nucleari o terroristici o disordini civili".

Le previsioni di crescita negli Usa

In Italia

  • E in Italia? Nell’ultimo periodo anche nel nostro Paese sono state diffuse notizie su un crescente interesse per i bunker, ma non ci sono dati precisi su quanti ce ne siano e la richiesta sembra oscillare a seconda del momento, e del moltiplicarsi delle news su guerre, timori su attacchi nucleari e instabilità geopolitiche. "Ormai famiglie e società ci chiamano tutti i giorni, vogliono sapere come fare ad avere un bunker in giardino o in cantina", ha detto Angelo Cavalieri, ingegnere di ItalBunker, società di costruzione, intervistato da Repubblica. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, oggi le società attive in questo campo offrono pacchetti completi: dai tecnici che fanno i sopralluoghi e si occupano dei permessi, all'inizio dei lavori veri e propri.
  • I prezzi si aggirerebbero intorno ai 4.500 euro al metro quadro, ma dipende da che opzione si sceglie: se solo un piccolo rifugio, oppure se si opta per più camere, scaffali e addirittura un posto per l’automobile.

I bunker (e le altre strategie) in Europa

  • Se non si guarda solo al privato, ma ci focalizza suo bunker già esistenti in Europa, ecco che si vede che quelli antiatomici costruiti per dare rifugio alla popolazione nel caso di attacco nucleare sono già molti. Tanti sono dismessi e abbandonati, ma altri sono pienamente funzionanti. 
  • In Svizzera, per esempio, ce ne sono circa 370mila. Sono 360mila quelli costruiti in casa, mentre ammantano a circa 5mila i rifugi pubblici. Una legge elvetica del 1963, del resto, prevede che “ogni abitante debba disporre di un posto protetto raggiungibile in tempo utile dalla sua abitazione” e “i proprietari di immobili sono tenuti a realizzare ed equipaggiare rifugi in tutti i nuovi edifici abitativi”.
  • Ma ci sono tunnel anche in Ungheria, in Svezia e in Germania, così come in Italia. In Germania, in particolare, sta venendo stilata una lista di edifici pubblici e privati che potrebbero essere convertiti in bunker se necessario, come dichiarato dal ministero degli Interni del Paese. L'elenco includerebbe parcheggi, stazioni ferroviarie sotterranee, edifici statali e proprietà private.
  • In Svezia invece da novembre viene distribuita una brochure informativa aggiornata con consigli e raccomandazioni per prepararsi in caso di uno stato di emergenza o di guerra. All'interno ci sono consigli pratici su quali scorte tenere in casa, liste e istruzioni per affrontare diverse situazioni di crisi, ma anche un conflitto armato. 

Le mosse dell'Ue

  • Intanto, a marzo, sono trapelate alcune delle misure che la Commissione europea ha elencato nella sua “Strategia dell’Unione europea per la preparazione”. Previsto un kit di sopravvivenza con acqua, cibo, farmaci e batterie, per assicurare ai cittadini un’autosufficienza di almeno 72 ore, in caso di guerra, disastri naturali o altri stati di crisi, oltre a linee-guida per informare sulla “disponibilità di rifugi”.

Per approfondire:

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