
"Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace", ha scritto il figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X. Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, lo scrittore aveva appena compiuto 89 anni
Il romanziere peruviano Mario Vargas Llosa è deceduto questa domenica a Lima. Lo ha reso noto suo figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X. "Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace", ha scritto. Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, il premio Nobel per la letteratura del 2010 aveva appena compiuto 89 anni. Per volontà della famiglia i funerali saranno celebrati in forma privata e, rispettando le sue volontà, le sue spoglie saranno cremate. Tra i suoi romanzi, 'La città e i cani' e 'La casa verde'.
L'impegno sociale e politico
Nato a Arequipa, in Perù, il 28 marzo del 1936, ma naturalizzato spagnolo, dopo aver vissuto per un lungo periodo a Londra, Vergas Llosa non è stato soltanto un autore, ma anche un politico 'in prima linea'. Alla sua passione per la scrittura e il giornalismo, iniziata nel 1959 con la raccolta di racconti 'Los jefes', il premio Nobel ha affiancato l'impegno nella vita sociale e politica: vicino, in una prima fase, al comunismo e ammiratore di Fidel Castro, con il tempo si è collocato su posizioni neoliberiste in economia e in politica. Un cambio di rotta che lo ha condotto ad essere nel 1990 il candidato presidente della coalizione di centro-destra alle elezioni generali in Perù. Una discesa in campo che non fu coronata dal successo perché Vergas Llosa fu battuto dal centrista-neoliberista indipendente Alberto Fujimori.
Ben più fortunata è stata la sua carriera letteraria: Vergas Llosa, infatti, con la sua opera, è diventato uno degli autori più rappresentativi del panorama della letteratura del Sudamerica.
La produzione letteraria
Il suo vero e proprio debutto è coinciso con il romanzo d'esodio dissacrante 'La città e i cani' (1963): bruciato in piazza in Perù, il libro ha ottenuto larghi consensi in Europa. Gli hanno fatto seguito poi 'La casa verde' (1966) e il romanzo politico 'Conversazione nella cattedrale' (1969). 'Pantaleón e le visitatrici' (1973) ha inaugurato un registro di sottile, a volte comico, ironico, cui appartiene anche 'La zia Julia e lo scribacchino' (1977). Ha sperimentato il genere giallo dal risvolto sociale ('Chi ha ucciso Palomino Molero?', 1986). La sua produzione letteraria, che in Italia è pubblicata da Einaudi, si è arricchita di opere più recenti come 'La festa del caprone' (2000), 'Il paradiso è altrove' (2003), 'Avventure della ragazza cattiva' (2006), struggente storia d’amore e di fuga, 'Il sogno del celta' ( 2011), la biografia romanzata di Roger Casement, 'La civiltà dello spettacolo' (2013), 'Crocevia' (2016), 'Il richiamo della tribù' (2019) e 'Tempi duri' (2020).
I riconoscimenti
Oltre al premio Nobel, Vergas Llosa ha ottenuto molti altri prestigiosi riconoscimenti tra i quali i premi Principe delle Asturiae, Cervantes, Grinzane-Cavour alla carriera e la presidenza del Pen Club International. Nel 1993 Vargas Llosa ha chiesto e ottenuto la cittadinanza spagnola che gli è stata concessa dal governo di Madrid allora socialista. Cittadinanza spagnola che ha potuto acquisire senza dover rinunciare a quella peruviana. Nel 1994 è stato nominato membro della Real Academia Española.