Il successo del viaggio italiano di Carlo III l’europeo

La prima visita di Stato di Carlo III in Italia da sovrano del Regno Unito è andata ben al di là del folklore che può accompagnare ogni apparizione pubblica della famiglia reale britannica . A più riprese ha colpito per il peso politico che ha avuto, per le parole, i gesti, le scelte di un sovrano che regna ma non governa e che, ufficialmente, di politica non ne può fare. Ma il suo discorso, lungo, dettagliato, ricco di riferimenti, fatto a Camere riunite, è stato non solo un evento storico – prima che al sovrano inglese, questo privilegio era stato riservato a sole tre altre personalità straniere: papa Giovanni Paolo II e i Re di Spagna Juan Carlos e Felipe VI – ma è stato anche, e forse soprattutto, un atto politico. A partire dalle considerazioni di quanto i due Paesi siano legati e interconnessi da una storia comune perché “siamo entrambi, dopo tutto, Paesi europei”. Potrebbe essere un’ovvietà, ma così non è più dalla Brexit, e conviene ribadirlo di questi tempi, con un inquilino alla Casa Bianca come Donald Trump, che tra gli obiettivi che si è posto sembra esserci anche quello di spaccare il fronte europeo, allargando anche le distanze tra le due sponde della Manica. Il paradosso però, è che proprio il suo agire, così imprevedibile e inaffidabile, potrebbe avere l’effetto di riavvicinare l’Isola al Continente. E quel “dopo tutto” di Carlo III sembra far trasparire l’auspicio del sovrano che il suo regno rimanga nell’alveo storico e culturale europeo al quale appartiene, e che nel farlo, resti fedele ai valori di democrazia e libertà del continente. A questo proposito ha avuto un alto valore politico anche il ricordare l’impegno di entrambi i Paesi a sostegno dell’Ucraina e all’interno della Nato, in un momento in cui il valore e gli equilibri stessi dell’Alleanza vengono messi in discussione dall’amministrazione americana e c’è una generale corsa al riarmo in Europa. Il 2025 è l’anno dell’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e tra poche settimane, nel Regno Unito, inizieranno le commemorazioni. In questa cornice, con accanto i presidenti di Camera e Senato, Carlo III, rivolgendosi all’emiciclo, ha voluto pronunciare in italiano queste parole: “Permettetemi, anche, di esprimere la nostra gratitudine alle molte centinaia di coraggiosi civili italiani che hanno dato rifugio ai soldati britannici e alleati, rischiando così la loro vita”. Un chiaro ringraziamento all’Italia che nel secondo conflitto mondiale scelse di lottare contro il nazifascismo. Come ultima tappa del suo diciottesimo viaggio nel Bel Paese, Carlo ha scelto Ravenna, “in qualità del Regno Unito e del Canada”, per commemorare insieme al Presidente Sergio Mattarella – col quale si è incontrato a più riprese nei quattro giorni di visita – la liberazione della provincia in cui soldati britannici e canadesi hanno giocato un ruolo chiave. Il sovrano ha quindi creato un collegamento tra quel passato così nefasto e i venti di guerra che soffiano ora: “Oggi, purtroppo, gli echi di quei tempi - che speravamo ardentemente fossero stati consegnati alla storia - si riverberano in tutto il nostro continente. Le nostre giovani generazioni possono vedere ogni giorno sui loro smartphone e tablet che la pace non va mai data per scontata. La Gran Bretagna e l'Italia sono oggi unite nella difesa dei valori democratici che condividiamo”. Ma a questa considerazione ha voluto far seguire un messaggio conclusivo di speranza: “Qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni, nel nostro continente e oltre, ora e in futuro, siamo fiduciosi che possiamo superarle insieme, e lo faremo insieme. E quando lo avremo fatto, potremo dire, con Dante: ‘e quindi uscimmo… a riveder le stelle’ ”. La visita di Carlo III e Camilla è stata anche un bel modo di ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, al mondo quale Paese straordinario l’Italia sia, capace di offrire alle cosiddette photo op cornici eccezionali come quelle del Colosseo e dei Fori Imperiali, i mosaici di Ravenna. Il viaggio di Carlo e Camilla è stato un’esaltazione della nostra storia, della nostra arte a 360 gradi, della cucina, della letteratura, del nostro seppur fragile patrimonio naturale. “Non c'è bisogno di dire che il Regno Unito e l’Italia hanno un rapporto che risale a molti secoli fa. Dopo tutto, questa penisola ha avuto un profondo impatto sulla storia e sulla cultura britannica”, ha commentato il sovrano al banchetto organizzato dal Quirinale per la coppia reale il 9 aprile, proprio in coincidenza con l’anniversario di matrimonio. Ha quindi proseguito: “Oggi sono felice di dire che i legami tra i nostri paesi sono fiorenti in tutti i campi – dai governi ai parlamenti, dalle arti alle scienze, dall’economia allo sport. E vedo qui stasera tante persone provenienti da una moltitudine di settori diversi che rafforzano ogni giorno questa relazione, spesso proprio con quell’inconfondibile stile italiano, che possiamo notare attorno a questo tavolo”. “Insieme, come amici, alleati e partner in Europa e altrove, stiamo proteggendo il nostro pianeta e il suo futuro per i nostri figli e i nostri nipoti”, ha aggiunto citando la lotta comune al cambiamento climatico così come la collaborazione nell’ambito della Difesa, con il progetto comune di costruzione entro il 2035, di un aereo da combattimento di sesta generazione. Nella Città Eterna, davanti a Mattarella e ai suoi ospiti, ha alzato il calice, augurandosi che anche l’amicizia tra i due Paesi possa rivelarsi tale.

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