
La Corte suprema di Seul ha confermato l'impeachment del presidente sudcoreano, che è stato destituito. Secondo la Corte, la dichiarazione di legge marziale emanata da Yoon nel dicembre scorso "ha violato" la Costituzione. Il leader di Seul "ha continuato a commettere atti che hanno violato la Costituzione e la legge, tra cui la mobilitazione delle forze militari e di polizia per ostacolare l'esercizio dell'autorità dell'Assemblea nazionale"
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol è stato destituito dal suo incarico. La Corte suprema di Seul ha conferma l'impeachment del leader del Paese. "Con la presente pronunciamo la seguente sentenza, con l'accordo unanime di tutti i giudici: destituiamo il convenuto presidente Yoon", ha affermato il giudice capo facente funzione Moon Hyung-bae. La Corte costituzionale della Corea del Sud ha poi sottolineato che la dichiarazione di legge marziale emanata dal presidente "ha violato" la Costituzione sudcoreana. Yoon "non si è limitato a dichiarare la legge marziale, ma ha continuato a commettere atti che hanno violato la Costituzione e la legge, tra cui la mobilitazione delle forze militari e di polizia per ostacolare l'esercizio dell'autorità dell'Assemblea nazionale", ha aggiunto il tribunale.
La sentenza della Corte suprema di Seul
La decisione, presa dai giudici all'unanimità dopo 111 giorni dal momento in cui le è stato deferito il caso, apre la strada a nuove elezioni presidenziali che si dovranno tenere entro 60 giorni. Per il momento, il leader dell'opposizione Lee Jae-myung sembra essere il favorito. Eletto con il margine più risicato nella storia del Paese nel 2022, l'ex procuratore distrettuale 64enne è precipitato nell'impopolarità, arrivando persino ad attivare brevemente la legge marziale, uno stato di emergenza non più utilizzato in Corea del Sud dai tempi della dittatura militare degli anni '80. Gli otto giudici della Corte costituzionale hanno confermato la validità della mozione di impeachment votata a meta' dicembre dai deputati. Sospeso in seguito alla mozione di un'Assemblea nazionale ampiamente dominata dai suoi oppositori, Yoon Suk Yeol ha sempre difeso il suo provvedimento della notte tra il 3 e il 4 dicembre, sostenendo che era necessario per respingere "le forze comuniste nordcoreane" ed "eliminare gli elementi ostili allo Stato". Yoon Suk Yeol è diventato il primo presidente sudcoreano a essere arrestato e detenuto.
Yoon: "Addolorato per non essere stato all'altezza delle vostre aspettative"
Dopo la destituzione, il presidente Yoon si è scusato. "Sono veramente dispiaciuto e addolorato per non essere stato all'altezza delle vostre aspettative", ha detto il leader di Seul in una breve dichiarazione rilasciata dopo il verdetto.
Il partito di Yoon accetta la sentenza di destituzione
Il partito dell'ex presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha accettato il verdetto della Corte costituzionale che ha confermato l'impeachment. "E' deplorevole, ma il People's Power Party accetta solennemente e rispetta umilmente la decisione della Corte costituzionale. Ci scusiamo sinceramente con il popolo", ha affermato il deputato ed esponente di spicco del partito Kwon Young-se. Il leader dell'opposizione, Lee Jae-myung, ha da parte sua accolto con entusiasmo il verdetto. Yoon, "che ha distrutto la Costituzione e minacciato il popolo e la democrazia con le pistole e i coltelli affidatigli dal popolo, è stato licenziato", ha affermato Lee, che secondo i sondaggi è il favorito nelle elezioni innescate dalla destituzione di Yoon.
Presidente ad interim: "Garantiremo stabilità, elezioni giuste"
Han Duck-soo, presidente ad interim della Corea del Sud, riconosce la situazione di "crisi" in cui si trova il Paese, promettendo "stabilità" e garantendo di fare "il massimo per assicurare lo svolgimento regolare e giuste delle elezioni presidenziali". "Rispetterò rigorosamente la Costituzione e la legge per garantire che il prossimo governo inizi a lavorare quanto prima", ha detto Han in dichiarazioni rilanciate dall'agenzia sudcoreana Yonhap. Ai parlamentari ha chiesto di "mettere da parte le divergenze" e dare prova di "unità e saggezza" e all'opinione pubblica di "esprimere le sue idee in modo pacifico".
