Colloqui Usa-Russia, la pace resta lontana. I risultati (scarsi) degli incontri di Riad

Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un accordo sulla libertà di navigazione nel Mar Nero, ma non l’atteso stop agli attacchi sulle infrastrutture energetiche di cui Donald Trump e Vladimir Putin avevano parlato nella loro telefonata dello scorso 18 marzo. Dopo il lungo vertice di dodici ore tra la delegazione di Mosca e quella di Washington a Riad, la Casa Bianca ha pubblicato due resoconti degli incontri tenutisi separati tenuti con la Russia e con l’Ucraina. Entrambi parlano di un’intesa volta a “garantire una navigazione sicura, eliminare l’uso della forza e impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”, aprendo poi a dettagliare le prospettive relative ai singoli Paesi. Le concessioni di Washington a Mosca: il caso dei fertilizzanti Per l’Ucraina l’amministrazione Trump si impegna a sostenere Kiev per “realizzare lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di detenuti civili e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti forzatamente”. Nei confronti della Russia, invece, Washington promette di adoperarsi per “ripristinare l'accesso al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, abbassare i costi delle assicurazioni marittime e migliorare l'accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni". Concessioni, quest’ultime, a cui non corrispondono rassicurazioni su un impegno a una tregua più duratura. In particolar modo, va sottolineato il dossier dei fertilizzanti, che per Mosca rappresentano una quota importante di export, colpita notevolmente dalle sanzioni occidentali. Dall’invasione dell’Ucraina avvenuta nel febbraio 2022 al 2024, secondo i dati, l’esportazione di fertilizzanti dalla Russia verso Usa e Unione Europea, si è ridotta del 25-30%. Lo scorso anno ammontava a 1,6 miliardi per Washington e a 1,3 miliardi per l’Unione Europea. Con l’accordo raggiunto, quindi, gli Usa si impegnano a rafforzare la capacità della Russia di finanziare con l’export la sua macchina militare senza ottenere in cambio nulla. Al contempo, l’intesa va in controtendenza con le politiche di Bruxelles che appena pochi giorni fa ha proposto nuovi dazi contro i fertilizzanti chimici russi nel quadro di un nuovo pacchetto di sanzioni. Un elemento che mostra la fragilità del processo negoziale tra Russia e Stati Uniti che una parte sembra avere molta più urgenza di chiudere rispetto alla controparte. Il risultato è, più che un negoziato, una serie di concessioni costose di Washington a Mosca in cambio di risultati non insignificanti ma secondari nel quadro della risoluzione generale del conflitto. Nessuna fine della guerra in vista Lo stesso cessate il fuoco marittimo impatta su un fronte sostanzialmente quieto da tempo. Colpita duramente dall’Ucraina e dalla sua artiglieria anti-nave, la flotta russa del Mar Nero ha subito pesanti perdite tra il 2022 e il 2023 e si è sostanzialmente eclissata dalla battaglia da oltre un anno: da tempo è intenta a ripararsi nella base di Novorossisk, principale porto russo nella regione, evitando le sortite che possano portarla a tiro dei missili Neptune. Dell’impegno a una tregua negli attacchi contro le infrastrutture energetiche non resta che un accenno: Washington, Mosca e Kiev si impegnano a “elaborare misure per attuare l’accordo tra i presidenti Trump e Putin di vietare gli attacchi contro gli impianti energetici di Russia e Ucraina”, a testimonianza che laddove il conflitto è più attivo e caldo risulti molto difficile riuscire a sopirlo. La diplomazia, del resto, si trova a cercare di applicare un tentativo di distensione che è frutto dell’iniziativa personale di Trump e Putin in una fase critica per la guerra in Ucraina, senza che alcuna seria proposta sia stata effettivamente posta sul tavolo. Il risultato sono accordi sostanzialmente inadatti a influire sull’esito del conflitto, peraltro strappati da Washington a Kiev con concessioni che non prevedono contropartite. In definitiva, dopo il nuovo vertice l’unico risultato definitivo è la consapevolezza che la guerra continua e non si intravede una fine nel breve periodo.

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