Perché il voto in Albania è importante per l’Italia e per l’Europa

Il prossimo 11 maggio si terranno le elezioni parlamentari in Albania. Edi Rama, primo ministro dal 2013, guida il Partito Socialista che ha trionfato nelle elezioni del 2013, del 2017 e del 2021, e va quindi alla ricerca del quarto mandato consecutivo. In questi anni il Paese è cambiato e si è sviluppato molto, ma affronta ancora gravi problemi. Intanto, le accuse di corruzione costituiscono un elemento critico nel panorama politico albanese e coinvolgono tutte le forze politiche principali. Lo scorso 10 febbraio Erion Veliaj, sindaco di Tirana e importante dirigente del partito di Rama, è stato arrestato con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro. Ma sono stati arrestati con accuse simili, negli ultimi anni, anche i due principali leader dell’opposizione, ovvero l’ormai ottantenne leader del Partito Democratico Sali Berisha e quello del Partito della Libertà Ilir Meta - entrambi in passato hanno ricoperto gli incarichi di primo ministro e presidente della repubblica. La libertà di stampa che latita C’è quindi un diffuso problema di corruzione unito a un mancato rinnovamento delle leadership. A questo possiamo aggiungere i problemi della libertà di stampa: secondo il report 2024 di Reporter Senza Frontiere, escludendo le tre dittature del nostro continente l’Albania è lo Stato europeo con il più basso livello di libertà di stampa. Questo si deve a frequenti minacce ai giornalisti, a un sostanziale monopolio dei grandi media da parte di potenti imprenditori legati al governo e al recente ban di TikTok, che ha suscitato non poche polemiche nel Paese. Il ruolo degli albanesi all'estero Un ruolo cruciale in queste elezioni lo rivestono gli albanesi residenti all’estero, che dopo una importante riforma potranno votare a distanza, senza dover quindi fare ritorno in Albania: secondo l’ultimo censimento riportato da Balkan Insight, su 4,6 milioni di persone con la cittadinanza albanese solo 2,4, ossia poco più della metà, risiedono fisicamente in Albania. Anche per far fronte a questo mutato quadro dell’elettorato, il premier Rama ha concluso recentemente una serie di viaggi e incontri con le comunità albanesi nelle principali città europee e non solo. "Il voto della diaspora preoccupa Rama e Berisha – spiega Alda Noka, attivista per il voto della diaspora albanese residente in Italia – perché probabilmente tenderà a favorire i nuovi partiti anti-establishment, che vogliono rompere il duopolio tra Partito Democratico e Partito Socialista e sono fortemente critici verso gli oligarchi. L’Italia è peraltro il Paese da cui sono arrivate finora più registrazioni per il voto per corrispondenza". Del resto nel nostro Paese gli albanesi residenti sono oltre 400 mila, rappresentando la seconda minoranza straniera dopo quella rumena. I rapporti tra Rama e Meloni E proprio qui in Italia negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare molto dell’Albania per via della special relationship tra Meloni e Rama: nonostante le differenze ideologiche – Meloni è leader di un partito di destra, mentre Rama è a capo di un partito di sinistra – i due hanno costruito una solida collaborazione, oltre che un’amicizia personale. Anche grazie a questo si è arrivati alla creazione di centri migranti a Shengjin e Gjader, frutto di un accordo bilaterale tra Italia e Albania ma oggetto di scontro, nel nostro Paese, tra il governo Meloni e la magistratura. Sul fronte europeo, l’Albania ha compiuto importanti passi verso l’adesione all’Unione Europea, iniziando formalmente nel 2022 i negoziati per l’adesione. Un segnale significativo è stata l’apertura a Tirana, proprio pochi mesi fa, di un campus del prestigioso Collegio d’Europa, istituzione che forma la futura classe dirigente delle istituzioni europee. Tuttavia, pur essendo un Paese candidato a entrare nell’UE e in forte sviluppo economico e commerciale, restano ancora molti capitoli aperti e serviranno ancora diversi anni prima dell’ingresso ufficiale.

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