Arresto sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu, lira turca in forte ribasso: cosa sta succedendo
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Dopo l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu è stata registrata una perdita di valore della lira turca che ha toccato nuovi record negativi rispetto all'euro, che viene cambiato a 40,24 lire, e al dollaro, che viene cambiato a 36,81 lire. Le contrattazioni alla borsa di Istanbul sono state temporaneamente sospese dopo che l'indice Bist ha segnato un calo del 6,87% in apertura
L'arresto di Ekrem Imamoglu, figura di spicco del Partito Popolare Repubblicano (CHP) e principale oppositore politico del presidente Erdoğan, ha innescato una fortissima tensione in Turchia. Anche la reazione dei mercati finanziari è stata immediata e nervosa: la lira turca ha toccato nuovi minimi storici, con il cambio che ha raggiunto 40,24 lire per un euro e 36,81 lire per un dollaro. Anche la Borsa di Istanbul ha subito un contraccolpo, con l'indice BIST che ha registrato un calo del 6,87% all'apertura, portando alla temporanea sospensione delle contrattazioni.
Istanbul, arresto del sindaco: scossone politico ed economico
Le autorità turche hanno arrestato Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul, con l'accusa di corruzione e favoreggiamento di gruppi terroristici. Il principale partito di opposizione ha immediatamente denunciato l'arresto come un "tentativo di colpo di stato contro il nostro prossimo presidente". Le accuse specifiche mosse contro Imamoglu,includono la guida di un'organizzazione criminale, corruzione e turbativa d'appalto. La tempistica dell'arresto è considerata estremamente sospetta, poiché rimane il principale candidato alla presidenza per il CHP alle elezioni del 2028, e i sondaggi lo vedevano in vantaggio su Erdoğan. L'arresto è avvenuto solo un giorno dopo che l'Università di Istanbul ha annullato il diploma di İmamoğlu, una mossa che, secondo le leggi del Paese, gli impedisce di candidarsi alla presidenza. In risposta, l'ufficio del governatore di Istanbul ha imposto un divieto di quattro giorni su tutte le manifestazioni e proteste in città. La tensione e l'incertezza rimangono altissime. In un messaggio vocale diffuso dal suo ufficio, İmamoğlu ha dichiarato: "Centinaia di poliziotti sono alla mia porta... Questo approccio immorale e tirannico sarà senza dubbio sconfitto dalla volontà e dalla resilienza del nostro popolo".

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L'incertezza che avvolge la Turchia in questo momento si riflette chiaramente nelle parole di alcuni importanti economisti, i quali esprimono serie preoccupazioni per il futuro del Paese.
William Jackson di Capital Economics, ad esempio, sottolinea come "il brusco calo della lira turca complicherà il lavoro della banca centrale nel tentativo di frenare l'inflazione, e solleverà interrogativi sulla capacità del governo di mantenere la fiducia degli investitori nel suo piano di riforme economiche. Nel breve termine, la situazione rappresenta una sfida non indifferente per la banca centrale. È probabile che l'inflazione accelererà ulteriormente questo mese, costringendo i responsabili politici a sospendere il ciclo di riduzione dei tassi di interesse quando si riuniranno in aprile".
Timothy Ash, stratega di BlueBay Asset Management, è ancora più diretto, definendo l'attuale situazione un "colpo mortale" per la lotta della banca centrale turca contro l'inflazione. Nonostante i recenti progressi, con l'inflazione scesa al 39% a febbraio rispetto al picco del 75% di maggio, la strada da percorrere rimane ardua.
Anche Nick Rees di Monex Europe esprime sorpresa e preoccupazione, affermando che "questo è uno shock per il sistema. La tendenza recente era verso una maggiore stabilità, sia economica che politica. Considerando che il leader del PKK, Öcalan, ha recentemente invitato il gruppo a deporre le armi, l'arresto dei leader politici dell'opposizione va contro questa tendenza".