Nelle Asturie non si fanno più figli ma la regione spagnola ha un piano. Avrà successo?

Esiste un regione nel Nord della Spagna che concentra da sola due dei primati più preoccupanti del Paese: il più alto tasso di invecchiamento e il secondo tasso di fertilità più basso di tutte le 17 regioni spagnole. Si tratta delle Asturie, dove solo il 10% della popolazione ha meno di 14 anni. E secondo l’Istituto spagnolo di statistica , nei prossimi anni la situazione è destinata a peggiorare: la regione registrerà infatti la maggior perdita di popolazione in tutta la Spagna entro il 2039. “La crisi demografica è una priorità per la regione e la Legge per lo sviluppo demografico è stata la prima misura che abbiamo approvato all’inizio della legislatura”, ha assicurato Gimena Llamedo la vicepresidente del governo regionale della Asturie. Ma secondo alcuni esperti, neanche questi sforzi basteranno a invertire la rotta. VIAGGIO AL CENTRO DELLA CRISI DEMOGRAFICA Prima Tappa: Corea del Sud Aumentano gli anziani, diminuiscono le nascite Nel 2022, la Spagna ha registrato il secondo tasso di fertilità più basso dell’Unione europea, dopo Malta: al terzo posto c’è Italia. A livello regionale, Asturie, Canarie e Cantabria sono le zone dove la fecondità è più bassa. Alla diminuzione della natalità, le Asturie sommano anche il più alto tasso di invecchiamento del Paese: una tendenza che nei prossimi anni non farà che aumentare, con l’arrivo all’età della popolazione della generazione del Baby boom . Per contrastare il declino demografico, il governo socialista della regione ha approvato una serie di misure ambiziose. Tra queste, una classificazione dei comuni in quattro categorie , una fiscalità differenziata con benefici per i residenti in aree con difficoltà demografiche e un'attenzione particolare all'integrazione delle persone migranti e al sostegno per il ritorno degli asturiani dall'estero. La legge promuove inoltre l'uguaglianza di genere e la conciliazione vita-lavoro, sostenendo le famiglie monoparentali e dando priorità alle donne nell'accesso a sussidi in comuni con problemi demografici. Su questo fronte, la novità più significativa è rappresentata da una rete di asili nido per bambini da 0 a 3 anni completamente gratuita, di circa 822 posti. “Se le donne non lavorano, la fecondità diminuisce. E se le loro condizioni lavorative, la qualità del loro lavoro e la conciliazione vita-lavoro non sono buone, l’arrivo del primo figlio viene posticipato e di conseguenza anche quello del secondo, limitando quindi la ripresa demografica”, ha precisato Marta Ibáñez, dottoressa in sociologia dell’Università di Oviedo. Sul piano istituzionale, la legge asturiana introduce anche l'obbligo di valutare l'impatto demografico di nuove misure e decreti e prevede infine la creazione di una commissione governativa e di un osservatorio sociale sul tema. VIAGGIO AL CENTRO DELLA CRISI DEMOGRAFICA Seconda Tappa: Sardegna La Spagna vuota Secondo alcuni esperti, come Rafael Puyol, professore di geografia umana ed ex rettore dell’Università Complutense di Madrid, la legge avrà conseguenze limitate. “Le Asturie vivono una situazione talmente grave che qualsiasi segno di ripresa, per piccolo che sia, sarà un risultato positivo. Sarà molto complicato, se non impossibile, ritornare però alle cifre di cinquant’anni fa”, ha spiegato Puyol. Il futuro degli abitanti delle Asturie non è positivo neanche secondo le previsioni dell’INE: la popolazione scenderà nei prossimi quindici anni da 1.008.874 a 967.328 abitanti. In questo periodo, la dimensione media delle famiglie asturiane scenderà da 2,21 a 2,02 persone, rispetto a una media nazionale di 2,32. Le Asturie diventeranno anche la regione con la seconda più alta proporzione di famiglie monoparentali , dopo Castiglia e León, e registreranno il secondo saldo migratorio con l'estero più basso del Paese: 74,9 persone ogni mille abitanti, dietro solo all'Estremadura . Finora, la barriera psicologica del milione di abitanti è stata mantenuta proprio grazie all’immigrazione, che negli ultimi anni ha compensato, almeno in parte, la differenza tra il numero delle nascite e quello dei decessi: di questo passo, tuttavia, tra quattordici anni, le Asturie registreranno il peggior saldo naturale della Spagna. Più in generale, e non solo nelle Asturie, da anni nel dibattito pubblico nazionale si parla sempre più spesso della “Spagna vuota”, dal titolo di un saggio del giornalista Sergio del Molino, pubblicato in Italia nel 2019, ovvero del fenomeno di svuotamento che colpisce le zone interne del Paese, a favore della crescita demografica delle zone urbane e del litorale mediterraneo. Tra le aree più colpite ci sono la cosiddetta Lapponia spagnola, una zona che per scarsa densità demografica ricorda il Nord della Scandinavia e che si trova nell’area montagnosa tra Madrid e Valencia, la zona di confine tra Portogallo e Spagna , le aree montuose dei Pirenei e della Cordigliera Cantabrica e alcune zone del Sud, in Estremadura e Andalusia. Dal 2021 esiste un partito politico che si occupa di dare voce agli abitanti di queste zone: si chiama España Vaciada , riunisce circa 160 associazioni e finora è riuscito a eleggere sei deputati nei governi regionali di Castiglia e León e dell’Aragona.

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Roberta Cavaglià