Argentina, lo schiaffo del Libra: una criptovaluta inguaia Milei

Una criptovaluta rischia di danneggiare politicamente il presidente argentino Javier Milei, che ora si trova di fronte ad accuse di truffa e di manipolazione di mercato dopo aver promosso un asset digitale rivelatosi dannoso per gli investitori. Nella giornata di venerdì 14 febbraio Milei sul suo profilo X ha promosso una criptovaluta chiamata Libra, la cui commercializzazione era incominciata solo pochi minuti prima. Il valore di Libra è salito repentinamente fino ai 4 dollari a unità prima di ridursi a meno di un ottavo, poco sotto i 50 centesimi. Dopo essere giunta in pochi minuti fino a raggiungere un valore globale di 4 miliardi di dollari, il Libra ne ha lasciati oltre tre sul terreno. Libra, la memecoin che inguaia Milei In sostanza, Libra è stato un classico esempio di memecoin, ovvero di criptovaluta ispirata a fenomeni virali del web che trae il proprio valore unicamente dalla sua popolarità sui social. Questi asset enormi fluttuazioni di prezzo, alimentati dall’attenzione dalle community online piuttosto che da una reale utilità tecnologica o da un valore commerciale definito. E se in passato casi del genere, come quello del Dogecoin molto popolare negli Usa del 2022, avevano fatto discutere, non era mai successo che a promuovere un memecoin fosse un capo di Stato in carica. Il Financial Times nota che “gli acquirenti hanno accusato i creatori della moneta di un possibile schema di aver praticato il cosiddetto rug pull”, ovvero un’operazione che vede “i primi investitori della criptovaluta attirarne altri per gonfiarne il prezzo prima di ritirare rapidamente i loro fondi”. Il quotidiano della City di Londra riporta inoltre che “gli oppositori politici hanno presentato decine di denunce contro il presidente accusando Milei di violazioni etiche”. Milei si è trovato ad affrontare la più grave crisi politica dal suo insediamento alla Casa Rosada, nel dicembre 2023, tanto che il Partito Giustizialista, la principale formazione di opposizione, ha addirittura parlato di messa in stato d’accusa del capo dello Stato. Il partito guida del blocco di peronista di sinistra ha accusato il presidente di aver volutamente promosso la frode e annunciato l’avvio di una procedura di impeachment in Parlamento. Milei ha provato a giustificarsi non negando le sue responsabilità per l’inflazione e il repentino crollo di Libra, ma respingendo al contempo con forza ogni accusa di fronde. "Sono un tecno-ottimista, e quando Libra mi è stato proposto come uno strumento per aiutare a finanziare progetti argentini ci ho creduto", ha detto lunedì in un’intervista televisiva. "È vero che nel tentativo di aiutare gli argentini, ho preso uno schiaffo in faccia", ha aggiunto. La borsa di Buenos Aires ha perso il 5% lunedì e il peso quel giorno è scivolato del 2% rispetto al dollaro e nel corso della settimana hanno riassorbito i danni incassati. Un problema politico Ad ammortizzare solo lievemente, sul fronte interno, lo scivolone di Milei vi è il fatto che sono stati gli investitori operanti negli Stati Uniti e in Asia, che hanno conosciuto Libra tramite X, a incassare le perdite maggiori dal crollo della criptovaluta, e questo ha ridimensionato l’allarme in Argentina. Ma al contempo la crisi ha intaccato la credibilità di Milei, economista che ha fatto della sua presunta capacità di rendere l’Argentina un Paese coi conti in ordine e attrattivo per gli investimenti un vero e proprio cavallo di battaglia politico. El Pais segnala che Milei è stato spinto a far decollare Libra dal suo più stretto consigliere, Santiago Caputo, che assieme alla sorella Karina è ritenuta la figura più ascoltata del presidente. La testata spagnola nota che “la mozione di impeachment ha poche possibilità di successo, perché l’opposizione difficilmente otterrà i due terzi dei voti di cui ha bisogno per farla passare in Parlamento”, ma “la crisi ha aperto una crepa tra i sostenitori liberali e centristi del presidente e la Casa Rosada”. “Il presidente ha forgiato tra i suoi seguaci l'immagine di un genio della finanza e dell'economia, ma oggi si trova a un bivio in cui tutte le vie d'uscita sono problematiche”, nota El Pais: se emergeranno problematiche legali e conflitti d’interessi, Milei rischia impeachment e processi. Se non verrà a galla nulla di tutto ciò, dovrà comunque scontare un grave danno reputazionale. Comunque vada, un pessimo risultato all’inizio di un anno che vedrà l’Argentina andare al voto per il rinnovo del Parlamento, decisivo per permettere al presidente libertario di destra di veder avanzare la sua agenda.

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