Austria, saltano i colloqui per il governo di destra

Colpo di scena politico in Austria: il leader del Partito della Libertà di estrema destra Herbert Kickl ha rimesso il mandato esplorativo in seguito al fallimento dei colloqui per formare una coalizione con il Partito Popolare Austriaco . Il Paese si trova dunque a un bivio: il presidente della Repubblica Alexander van der Bellen conferirà all’Ovp un nuovo mandato di governo per negoziare con i partiti moderati e progressisti o scioglierà il Parlamento, convocando nuove elezioni in cui è proprio l’Fpo di Kickl il grande favorito? Una questione non di facile gestione: dopo che l’ex cancelliere Karl Nehammer non era riuscito a formare un nuovo governo a seguito delle elezioni federali di febbraio, l’incarico a Kickl, già ministro dell’Interno dal 2017 al 2019, era parso uno sbocco inevitabile per la politica austriaca. Con il 29% dei suffragi Fpo, membro del gruppo Patriots for Europe a Strasburgo, aveva vinto le ultime elezioni e aperto a negoziazioni con l’Ovp per costruire un governo nettamente schierato a destra su questioni come la sicurezza, la lotta all’immigrazione irregolare e il rigorismo fiscale. Kickl, 56 anni, da oltre trenta militante nella formazione che guida dal 2021, ha avuto a gennaio l’opportunità di diventare il primo leader austriaco di estrema destra dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le trattative naufragate per il governo Kickl La convergenza con l’Ovp, in quest’ottica, non appariva innaturale. Da tempo i popolari di Vienna avevano preso posizioni intransigenti in materia securitaria e avevano abbracciato un’agenda conservatrice su molti dossier per frenare il travaso di voti verso Fpo, ad esempio mostrando grande cautela sulle sanzioni alla Russia, contestate dal partito di Kickl, e continuando a far sì che l’Austria comprasse il gas di Mosca fino alla chiusura delle forniture via tubo l’1 gennaio 2025. Un governo Fpo-Ovp appariva per molti osservatori più organico e potenzialmente stabile di una coalizione tra i popolari, i socialdemocratici e i Verdi, alleati dell’Ovp nell’ultimo governo di Nehammer. Il dialogo tra Kickl e l’omologo popolare, Christian Stocker, è franato sulla distribuzione dei ministeri-chiave. L’Fpo si era detto disponibile a offrire sette ministeri ai potenziali alleati e a tenerne per sé sei. Nell’ultima offerta di Kickl, l’aspirante cancelliere aveva proposto ai popolari i dicasteri dell’Economia , dei Trasporti e delle Infrastrutture, degli Esteri, della Difesa, delle Politiche per la Famiglia, dell’Agricoltura e dell’Istruzione. Per sé, i sovranisti volevano tenere due ministeri chiave: Finanze e Interni, che invece l’Ovp ha reclamato per sé. Stocker, nota Politico.eu, ha giustificato la richiesta degli Interni con la necessità di “mantenere la cooperazione di sicurezza con i servizi segreti internazionali” che l’ascesa del filo-russo Fpo al potere potrebbe mettere a repentaglio e ha ribadito la volontà di proseguire il controllo del partito sulle Finanze, che sono assegnate a un ministro Ovp ininterrottamente dal 2007. L’ultimo titolare, Magnus Brunner, si è dimesso a novembre per assumere la carica di Commissario europeo agli Affari Interni, e secondo i popolari un sovranista alla guida delle Finanze metterebbe a repentaglio i rapporti con Bruxelles. Il Paese al bivio: nuovo voto o governo anti-Fpo? La rottura è stata inevitabile, e dunque il primo governo austriaco guidato da un esponente di estrema destra dal 1945 a oggi non vedrà la luce. È possibile che, di fatto, sia Kickl che Stocker abbiano ritenuto politicamente più conveniente spingere le trattative al punto di non ritorno in virtù di simmetrici, ma parimenti rischiosi, calcoli politici. Da un lato, l’Fpo è cresciuto ulteriormente nei sondaggi da settembre a oggi e le rilevazioni lo danno tra il 35 e il 38% dei consensi: Kickl potrebbe essere tentato da un ritorno alle urne qualora van der Bellen sciogliesse il Parlamento per capitalizzare la crescita nei consensi. Al contempo, però, la rottura dei colloqui con l’Ovp lascia al capo dello Stato un’ultima carta: offrire una seconda occasione alle formazioni moderate dopo il flop dei colloqui di dicembre. Politico.eu sottolinea che “l'Spo, i Verdi e il partito liberale Neos hanno manifestato la loro disponibilità a riprendere le trattative con l’Ovp” per formare un governo di coalizione che isolerebbe i sovranisti e allontanerebbe lo spettro di nuove elezioni problematiche per le formazioni tradizionali della politica austriaca. Per popolari, socialdemocratici, verdi e liberali la controindicazione sarebbe la prospettiva di regalare anni di opposizione incontrastata a Kickl e i suoi. La palla ora passa al presidente della Repubblica: sarà van der Bellen a decidere in che direzione dovrà procedere l’Austria nella fase più complicata della sua recente storia politica.

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