Carl, il cacciatore di sicari nel darkweb

Immaginate di essere un giornalista investigativo, grande appassionato di tecnologia, abituato a navigare nei meandri più reconditi del web. Anche il cosiddetto dark web per voi non ha segreti. Conoscete i vari tipi di truffe che lo infestano, sapete dei traffici di armi e droga. Persino del reclutamento di potenziali terroristi. Ne conoscete anche i lati positivi, perché, in questo mondo meno accessibile ai più, si muovono anche dissidenti, perseguitati di varia natura. Eppure, dopo quindici anni passati a navigare, qualcosa di nuovo, all’incrocio tra il ridicolo, il macabro e l’horror, colpisce la vostra attenzione: la scoperta di un mercato di omicidi su commissione. È quanto accaduto a Carl Miller, ricercatore britannico quarantenne, co-fondatore del Centre for the Analysis of Social Media presso il think tank Demos. Ha scritto "The Death of the Gods: The New Global Power Grab", un libro che analizza il potere nell'era digitale. “Non ho fatto tutto da solo, ma con un piccolo gruppo di colleghi. Da questa incredibile vicenda è nato poi il mio podcast, the kill list”, spiega. La serie esplora un sito web nel dark web che offre servizi di omicidio su commissione, rivelando una lista segreta di persone prese di mira. Nonostante il sito si sia rivelato una truffa per estorcere criptovaluta, le minacce per le persone coinvolte erano reali. Miller e il suo team hanno avvisato le potenziali vittime, collaborando con le forze dell'ordine per prevenire possibili omicidi. “La storia inizia nel 2020, nei primi giorni di blocco della pandemia, quando, insieme a un esperto informatico e hacker di talento, Chris Monteiro, stiamo navigando su un sito e troviamo una falla nel sistema di sicurezza - comincia a raccontare Miller - Penetrati all'interno, abbiamo trovato una sorta di “lista di morte”, simile a un foglio Excel, di 175 persone in tutto il mondo che i clienti volevano uccidere. Per ogni obiettivo, di solito c'erano molte informazioni dettagliate: indirizzo, fotografie, abitudini, percorsi abituali…”. E c’erano poi messaggi ancora più espliciti: “Quanto bitcoin devo pagare?”. “Dimmi in anticipo l'orario di esecuzione, non posso essere presente”. “Vorrei solo che questa persona venisse uccisa con un colpo di pistola. Dove, come e con cosa non mi interessa affatto”. Nella maggior parte dei casi, come detto, anche dietro questo traffico si celano truffe: il killer professionista sparisce nel nulla dopo che il “cliente” ha pagato. Resta però reale l’intenzione di qualcuno di uccidere una persona conosciuta, spesso e volentieri un familiare. Per questo motivo Carl, insieme al suo team, ha cominciato ad allertare in prima persona la polizia. “All’inizio mi davano del matto. Quando poi hanno capito che la questione era seria, hanno comunque posto un problema di competenza territoriale. In altre parole: noi vedevamo gente in pericolo di vita in ogni angolo del mondo, ma chiaramente Scotland Yard non può agire fuori del suo territorio”. Per questo motivo Miller ha deciso di iniziare lui stesso ad avvisare personalmente le potenziali vittime. E anche, in questo caso, non è stato preso subito sul serio. “La prima persona che abbiamo raggiunto è stata una donna di nome Elena, svizzera, della periferia di Zurigo. Alla fine, quando la polizia ha arrestato il marito, si è scoperto che aveva affittato un appartamento segreto vicino a casa sua. In questo appartamento c'erano Uzi e armi automatiche: era presente tutto il necessario perché qualcuno facesse il lavoro sporco per lui. L’attività di Carl, cacciatore di assassini, ha portato a 28 anni condanne e a oltre 150 anni di carcere.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Carl, il cacciatore di sicari nel darkweb