Il Paese centramericano ha riaccolto i 265 connazionali rimpatriati dagli Stati Uniti. Il tycoon notifica l'intenzione di rientrare nella "Geneva Consensus Declaration", che mira a limitare l'accesso all'interruzione di gravidanza a livello mondiale, e ordina di licenziare il personale anti-discriminazioni. Poi visita le zone colpite dagli incendi in California: "Qui è tutto incenerito, non ci credi finché non lo vedi". Telefonata-lite con la premier danese sulla Groenlandia
Dopo le espulsioni volute dal presidente americano Donald Trump, gli aerei militari statunitensi con a bordo decine di migranti sono arrivati in Guatemala. In totale sono stati rimpatriati 265 guatemaltechi su tre voli, due operati dall'esercito e uno charter, come affermato dall'Istituto per le migrazioni del Paese centramericano. Intanto, il leader Usa ha lanciato la sua prima mossa anti-aborto, incaricando di notificare a tutti i Paesi l'intenzione di rientrare nella "Geneva Consensus Declaration", un patto globale contro l'interruzione di gravidanza da cui il precedessore Joe Biden si era ritirato. E sul fronte della Groenlandia, fonti riferiscono di una telefonata "infuocata" con la premier danese Mette Frederiksen.
Messico "pronto" a collaborare
Giovedì scorso, negli Stati Uniti, sono stati arrestati circa 538 immigrati clandestini, seguiti da altri 593 venerdì. A titolo di paragone, sotto il predecessore di Trump, i voli di espulsione venivano effettuati regolarmente, con un totale di 270.000 espulsioni nel 2024 (record decennale) e 113.400 arresti, per una media di 310 al giorno. Sempre in tema di migranti, il Messico si dice pronto a collaborare con Trump. "Accetteremo sempre a braccia aperte l'arrivo dei messicani nel nostro territorio", ha dichiarato il ministero degli Esteri messicano. Il portavoce della Casa Bianca ha informato su X che giovedì scorso il Messico ha accettato quattro voli di espulsione in un giorno (un record).
Il patto globale contro l'aborto
Sull'aborto, come accennato, l'amministrazione Trump ha fatto il primo passo. Con un cable diplomatico, il segretario di Stato Marco Rubio ha incaricato la missione Usa di informare ai Paesi mondiali l'intenzione di rientrare nel patto anti-aborto globale che era stato lanciato dal tycoon durante il suo primo mandato ed era sponsorizzato da sei Paesi (Stati Uniti, Brasile, Egitto, Ungheria, Indonesia e Uganda). Una iniziativa da cui Biden, come noto, si era ritirato. A scriverlo è Politico, che ha ottenuto copia della direttiva. Anche Uganda, Arabia Saudita e Bielorussia vorrebbero rientrare nel patto, che mira a limitare l'accesso e il sostegno globale agli aborti affermando che "non esiste un diritto internazionale all'interruzione di gravidanza" e che quindi i Paesi non hanno alcun obbligo di finanziarlo o facilitarlo.

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Telefonata-lite con la Danimarca
Una volta eletto, Trump ha fatto sapere di voler annettere la Groenlandia. Gli esperti discutono se quella del tycoon sia una boutade o una vera mira espansionistica. Ma la settimana scorsa, secondo alcune fonti, la conversazione telefonica tra la premier danese Frederiksen e Trump si sarebbe trasformata in una lite. Funzionari europei hanno riferito al Financial Times che il leader Usa avrebbe ribadito la sua intenzione di appropriarsi della Groenlandia. Dalle stesse fonti, la telefonata è stata definita "infuocata" e addirittura "orrenda": Trump si sarebbe posto in modo "aggressivo e polemico", scrive il quotidiano della City, nonostante l'offerta di Frederiksen di una maggiore cooperazione sulle basi militari e sullo sfruttamento delle risorse minerarie della grande isola artica, che è controllata da Copenaghen. "È stato molto risoluto", ha aggiunto un'altra fonte, "è stata una doccia fredda. Prima era difficile prenderlo sul serio. Ma credo che sia serio, e potenzialmente molto pericoloso".

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Licenziati 17 ispettori federali
Sul fronte interno, il presidente Trump ha licenziato gli ispettori generali di 17 agenzie del governo degli Stati Uniti. Lo hanno riferito fonti ben informate al New York Times, secondo cui sarebbe stato tuttavia risparmiato l'ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, Michael Horowitz. I tagli riguardano invece, a quanto scrive il Washington Post, i dipartimenti di Stato, Difesa, Trasporti, Affari dei veterani, Sviluppo edilizio e urbano, Interni ed Energia. L'ispettore generale, negli Usa, è una figura indipendente che conduce audizioni, inchieste e perquisizioni in seguito ad accuse di sprechi, frode e abusi. Gli ispettori possono essere destituiti da chi li ha nominati (dal presidente o dal capo della specifica agenzia). A essere stati rimossi sono prevalentemente funzionari nominati da Trump durante il suo primo mandato. Secondo il Washington Post, l'iniziativa "sembra violare la legge federale, che prevede che il Congresso riceva 30 giorni prima una notifica di ogni intento di licenziarel'ispettore generale".
La visita nelle zone degli incendi
Trump si è anche recato nell'area devastata dall'incendio di Palisades, in California, dove ha stretto la mano ai vigili del fuoco e ad alcuni residenti. "Non credo che ci si riesca a rendere conto di cosa sia una simile devastazione finché non la vedi. È incredibile. È davvero un deserto di cenere", ha commentato il presidente americano, che ha anche incontrato a Los Angeles alcune autorità locali. "Dobbiamo lavorare insieme perché se ne esca veramente", ha detto il leader Usa, citato dal Los Angeles Times. Al suo arrivo in California, Trump è stato accolto all'aeroporto di Los Angeles dal governatore democratico Gavin Newsom. "Ringrazio il governatore per essere venuto", ha detto Trump, che nelle ultime settimane ha attaccato pesantemente Newsom. "Sono io a ringraziare il presidente. Avremo bisogno del suo sostegno. Non vedo l'ora di metterci a lavorare insieme", ha risposto il governatore democratico.

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Via anche il personale anti-discriminazioni
Venerdì scorso, l'amministrazione Trump ha anche ordinato alle agenzie federali di chiudere tutti gli uffici che promuovono la diversità e la giustizia ambientale e di licenziare i dipendenti che vi lavorano, già in congedo forzato, entro due mesi. Tutti i rami del governo federale degli Usa, afferma in una nota del ministero responsabile per i dipendenti pubblici, "devono adottare misure per porre fine, nella misura consentita dalla legge, agli uffici e agli impieghi" incaricati di promuovere la diversità e la giustizia ambientale "entro 60 giorni". Si tratta di un ulteriore passo avanti dopo la decisione presa mercoledì scorso di mettere in congedo forzato tutti i dipendenti dell'amministrazione federale impegnati nei programmi Deia (Diversità, equità, inclusione e accessibilità). Ora, le agenzie federali "possono e dovrebbero" iniziare il processo di licenziamento di questi lavoratori. Il termine Deia si riferisce agli sforzi per reclutare persone provenienti da minoranze razziali o sessuali, e contrastarli è diventato uno degli obiettivi dell'estrema destra americana. La nota include anche il concetto di giustizia ambientale. Questa espressione corrisponde a "un trattamento equo e un coinvolgimento reale di tutti, indipendentemente dal loro reddito, razza, colore, origine nazionale, affiliazione tribale o disabilità" nel processo decisionale all'interno del governo federale. Nel suo primo giorno in carica, Donald Trump ha anche promesso di eliminare le politiche a favore delle persone transgender, affermando che gli Stati Uniti riconosceranno solo "due sessi, maschile e femminile".
