Dazi all’Italia, Trump: "Vedremo. Meloni mi piace molto”. I possibili effetti sull’export

Mondo
©Ansa

Introduzione

Il neo-presidente americano, in risposta alla domanda di un giornalista prima di partire per il North Carolina, ha confermato i buoni rapporti con la premier italiana, unica leader Ue ricevuta nella residenza di Mar-a-Lago durante la fase di transizione e invitata all’Inauguration Day. “Vediamo cosa succede”, ha detto il tycoon lasciando uno spiraglio circa la possibilità di esenzioni per le esportazioni italiane che – come per il resto dell’Unione – si troverebbero danneggiate dall'imposizione di tariffe all'arrivo negli Usa.

Quello che devi sapere

Le parole di Trump sui dazi

  • Durante il suo discorso al World Economic Forum di Davos, il presidente Trump ha ribadito che "l'Europa dovrà pagare dei dazi", soldi che "serviranno ad abbassare il debito pubblico". Nel corso dell'intervento, il tycoon ha poi aggiunto che "l'Ue ci tratta in un modo che non ci piace" e ha rimarcato la sua intenzione di "chiedere a tutte le nazioni della Nato di aumentare la spesa della Difesa al 5% del Pil".

Per approfondireDavos 2025, il discorso integrale di Trump al World Economic Forum. VIDEO

Le parole di Trump sui dazi

Verso il ritorno a dazi selettivi?

  • Come ribadito da Trump durante il suo intervento in video-collegamento con il World Ecomic Forum in Svizzera, l’Unione Europea potrebbe finire nel mirino di dazi selettivi, parte di una strategia adottata per dividere il Vecchio Continente sull’onda di quanto già avvenuto durante il primo mandato (2017-21). In quest’ottica, l’agroalimentare italiano spera di poter ottenere una sorta di corsia preferenziale con un'esenzione dall’imposizione di tariffe che rispetto al passato potrebbero essere applicate in misura più marcata spinte dal vento favorevole del voto popolare 

Perché Trump attacca l’Ue

  • Nel corso dell’intervento con il gotha della finanza, Trump ha speso dure parole nei confronti dell’Unione Europea. A pesare sulla brusca presa di posizione del tycoon nei confronti dell’Ue sono diversi fattori, dal surplus commerciale europeo, soprattutto di Italia e Germania, alla tassazione varata da Bruxelles nei confronti dei “giganti del web” fino al ritardo mostrato dagli Alleati nel soddisfare i finanziamenti per la Nato

La crescita dell’agroalimentare

  • A guardare con particolare attenzione alla presunta apertura di credito da parte di Trump è soprattutto il settore agroalimentare che stando ai dati del Centro studi di Federalimentare, nei primi 10 mesi del 2024 ha registrato un export di 47 miliardi di euro, il 9% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Adottando questa proiezione, l’anno appena concluso potrebbe segnare un record per l’industria alimentare italiana e sfiorare i 70 miliardi

Export Italia, accelerata in Usa

  • I dati evidenziano l’accelerata dell’export agroalimentare italiano soprattutto verso gli Stati Uniti. Secondo Federalimentare, con un incremento del 18,4% nei primi dieci mesi, l’esportazione nel 2024 dovrebbe toccare quota 7,8 miliardi, subito dietro alla Germania, mercato estero leader da sempre dell'alimentare italiano

Il problema dei dazi Usa per l’Italia

  • Come ribadito dalla premier nel corso della conferenza stampa di inizio anno, l’eventuale imposizione di dazi rappresenterebbe chiaramente un “problema”. Dal vino ai formaggi, dall’automotive alla moda, il rischio di un rallentamento della domanda americana di prodotti made in Italy finirebbe per danneggiare l’intera filiera con ripercussioni dirette sull’occupazione

La cautela di Federalimentare

  • Per il presidente di Federalimentare Paolo Mascarino bisogna aspettare di capire l’impatto reale del dazi che durante il primo mandato di Trump hanno avuto effetti “contenuti” sul settore. "Il problema dei dazi potremo porcelo quando le parole del presidente Trump troveranno una loro concretezza attraverso atti politici che come sistema Paese potremo analizzare e valutare", ha sottolineato Mascarino 

Il ruolo di Meloni

  • Come sottolineato dall’ex premier Mario Monti, il rapporto personale tra Trump e Meloni potrebbe tradursi positivamente in un ponte tra Washington e Roma (e di riflesso Bruxelles), con la premier nel ruolo di “cerniera” in grado di facilitare un accordo commerciale. Ma il presidente potrebbe anche utilizzare il legame come una “lama separatrice” o persino un “cavallo di Troia” per fiaccare una qualsiasi risposta unitaria

L’appello del Commissario

  • Da Bruxelles intanto arrivano messaggi in direzione di una risposta unitaria e di un dialogo con il tycoon. Il Commissario Ue agli Affari Economici Valdis Dombrovskis aveva invocato uno “spirito di collaborazione” con la nuova amministrazione Usa insieme alla necessaria compattezza nell’Unione. "L'Europa è certamente più forte se parla con una sola voce e quando agisce assieme", le parole del Commissario che ha rivendicato la competenza esclusiva dell’Unione in tema di commercio internazionale

I possibili tavoli delle trattative

  • Come ha ricordato la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, una risposta compatta dell’Ue non passerebbe necessariamente dai dazi sui prodotti ma anche da altri fronti come "l'interscambio di servizi e flussi di capitale”. Tra i temi che potrebbero spingere Trump a trattare sono inclusi i servizi digitali americani nel mercato europeo dove una posizione unitaria sul piano della regolamentazione rappresenterebbe per la Silicon Valley un duro colpo. Un altro tema riguarda poi la tassazione delle multinazionali a partire dalle Big Tech che in Europa hanno a lungo goduto di un regime favorevole.

Per approfondire: "Trump e von der Leyen a Davos: due visioni del mondo a confronto"