Sull’educazione sessuale la Francia supera “l’ostacolo” gender

Obbligatoria sulla carta dal 2001, integrata nella legge sull’aborto e sulla contraccezione. Ma, nei fatti, l’educazione sessuale in Francia resta una materia per pochi alunni: il 20% sul totale degli studenti del “collège” . Ragione per cui dal 2023 si attendevano nuove linee guida ministeriali per inquadrare i temi da affrontare nelle tre lezioni annuali previste nei programmi pubblici. Linee guida che arriveranno il 29 gennaio, rallentate dalle crisi di governo e non solo. Educazione sessuale in Francia, in cosa consiste il programma A farsene promotrice è Elisabeth Borne, prima prima ministra del secondo mandato di Emmanuel Macron. Il contenuto emerge dalle anticipazioni fuoriuscite sulla stampa francese. Le tre lezioni di educazione sessuale all’anno sono obbligatorie per tutti gli studenti, dalla scuola materna alla fine delle superiori. “Il programma affronta la vita affettiva e relazionale nella prima parte e le questioni sessuali solo in un secondo tempo”, per gli alunni più grandi, ha precisato il 23 gennaio Borne su France Inter. Un punto non secondario. Il programma presentato a novembre scorso dalla ministra dell’Educazione del Governo Barnier, infatti, era stato duramente criticato ed etichettato da una parte dell’opinione pubblica come “troppo woke e ideologico”. Il Consiglio superiore dell’Educazione non aveva fatto in tempo ad approvarlo, il Governo era stato sfiduciato. “La nozione d’identità di genere comparirà talvolta nel programma, ma soltanto a partire dalla fine del liceo”, ha aggiunto, sottolineando come la nozione sia “presente nel Codice penale”. L’obiettivo, ribadisce il ministero, è trasmettere “i valori del rispetto di sé e dell’altro e promuovere l’uguaglianza tra uomo e donna, in funzione dell’età dell’alunno”. La formazione degli insegnanti comincerà nel secondo trimestre del 2025, per permettere l’entrata in vigore dei nuovi programmi già da settembre. La panoramica europea Il caso francese dimostra che il tema educativo affettivo e sessuale resta sensibile anche al di fuori dall’Italia. Nonostante questo, dieci Paesi europei l’hanno introdotta - con forme, temi, efficacia e durate diverse - come materia obbligatoria. In Italia la legge di bilancio 2025 conteneva per la prima volta un fondo dedicato proprio a potenziare i programmi di educazione sessuale e affettiva in classe. Mezzo milione di euro infine dirottato - come annunciato l’8 gennaio dal ministro ai Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani - alla “formazione dei docenti sull’infertilità e sui modi per prevenirla”. “La somma stanziata non avrebbe del resto consentito iniziative a più ampio spettro”, ha precisato Ciriani in Aula, tra le proteste delle opposizioni. Questione di soldi o marcia indietro politica? Diciamo che la svolta non sorprende, considerando che i 500mila euro erano stati stanziati in seguito a un emendamento voluto da +Europa, senza incontrare le idee del Governo. In seguito all’approvazione, il movimento Provita italiano aveva annunciato una battaglia ad oltranza contro “l’ideologia gender nelle scuole”. Una battaglia che, per il momento, non sarà necessaria.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Sull’educazione sessuale la Francia supera “l’ostacolo” gender