Usa, da migranti a TikTok: ecco i primi 100 decreti della seconda era Trump. Cosa sappiamo
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Già oggi, nel suo primo giorno alla Casa Bianca, il presidente eletto intende firmare una raffica di decreti esecutivi, circa un centinaio: la maggior parte sono dedicati alla stretta sui migranti, ma tra i temi ci sono anche TikTok, l’Ucraina, il Medio Oriente, i dazi
Quello che devi sapere
I decreti di Trump
- Un numero "record" di decreti, quindi, è pronto per la firma di Donald Trump subito dopo l'ingresso alla Casa Bianca. Sono circa 100 i provvedimenti che il nuovo presidente Usa firmerà non appena insediato: riflettono la sua agenda, quella sposata dalla maggioranza degli americani che gli ha regalato il secondo mandato. Trump inizierà la sua presidenza con la stretta all'immigrazione e la soluzione del caso TikTok, la popolare app oscurata negli Stati Uniti. Ma già nella sua prima settimana da Commander-in-Chief, il tycoon toccherà gli altri temi che gli sono cari, dai dazi all'Ucraina, passando per il cessate il fuoco a Gaza
- Per approfondire: Insediamento del presidente degli Stati Uniti, tutto quello che c’è da sapere
La stretta sui migranti
- La maggior parte dei primi 100 decreti esecutivi che attendono Trump nello Studio Ovale è legata all'immigrazione. Le "deportazioni di massa" promesse in campagna elettorale dovrebbero iniziare subito, già martedì, con un maxi-raid a Chicago - la città di Barack Obama - per poi ampliarsi ad altre roccaforti democratiche come Los Angeles e New York. L’operazione straordinaria, definita Operation Safeguard, ha come obiettivo rimuovere coloro che sono negli Stati Uniti illegalmente. Nel corso della sua campagna elettorale Trump ha promesso "espulsioni di massa" per i milioni di illegali che vivono negli Stati Uniti. Una promessa che, secondo un sondaggio del New York Times, il 55% degli americani vuole vedere rispettata. E che Tom Homan, lo zar del confine del presidente eletto, ha assicurato che sarà mantenuta con vaste operazioni a livello nazionale, da Los Angeles a New York, non escludendo neanche la separazione delle famiglie
- Per approfondire: Trump: "Subito espulsioni dei migranti irregolari, fuori i criminali dal Paese"
La scelta di Chicago
- Donald Trump, quindi, inizia dall'immigrazione: è il cavallo di battaglia che gli ha regalato la Casa Bianca nel 2016 e che ha contribuito in modo sostanziale alla sua vittoria contro Kamala Harris. La scelta di Chicago non è casuale: colpendola, Trump e i suoi uomini vogliono inviare un messaggio chiaro alle altre città democratiche santuario, quelle che proteggono i migranti non aiutando le autorità federali a far rispettare le leggi sull'immigrazione. La polizia di Chicago ha assicurato che "non interverrà e non interferirà con le agenzie governative che svolgono i loro compiti", anche se - ha spiegato il portavoce Don Terry - "non condividerà informazioni con le autorità federali per l'immigrazione"
TikTok
- Nelle sue prime ore alla Casa Bianca, comunque, l'immigrazione non sarà l'unico tema a occupare Trump. Il tycoon si è impegnato a salvare la popolare app TikTok, che rischiava di non essere più disponibile negli Stati Uniti in seguito all'entrata in vigore del divieto per motivi di sicurezza nazionale. “Lunedì (oggi, ndr) annuncerò un decreto esecutivo" per sospendere il divieto di TikTok e far slittare la sua entrata in vigore, ha annunciato ieri il neo presidente sul suo social Truth. E ha aggiunto: "Chiedo alle società di non oscurare TikTok. Promulgherò un decreto esecutivo lunedì per spostare l'entrata in vigore del divieto in modo da raggiungere un accordo per proteggere la nostra sicurezza nazionale. Il decreto confermerà che le aziende" non andranno incontro a conseguenze per aver "aiutato a mantenere TikTok. Mi piacerebbe che gli Stati Uniti avessero una quota del 50%. Così facendo potremo salvare TikTok e metterla in buone mani. Senza il via libera americano non c'è TikTok. Con il nostro via libera vale centinaia di miliardi di dollari. La mia idea iniziale è quella di una joint venture fra gli attuali proprietari e i nuovi in cui gli Stati Uniti abbiano il 50%". “Ringraziamo il presidente Trump per aver fatto la necessaria chiarezza e aver dato assicurazioni ai provider", è stata la risposta di TikTok, che si è impegnata a "lavorare con Trump per una soluzione di lungo termine che mantenga TikTok negli Stati Uniti"
- Per approfondire: TikTok torna attivo negli Usa dopo apertura di Trump. Il social: "Lavoreremo insieme"
I dazi e la Cina
- Nei primi intensi giorni da presidente, Trump è atteso anche alla prova di Davos, dove da oggi si riunisce il gotha dell'economia mondiale e non solo al World Economic Forum. Il presidente eletto vi interverrà in videocollegamento il 23 gennaio e non è escluso che parli di quei dazi che ha promesso in campagna elettorale e che fanno temere una nuova ondata di protezionismo con conseguenze tutte da definire per l'economia globale. Il tycoon ha promesso tariffe più elevate per gli alleati e non. Nel mirino delle tariffe di Trump ci sono Paesi alleati come il Canada e il Messico, ma anche quelli ritenuti più ostili come la Cina, per la quale non ha escluso dazi al 100%. Trump, secondo indiscrezioni, vorrebbe volare a Pechino per incontrare il presidente cinese Xi Jinping nei primi 100 giorni della sua seconda presidenza. Intanto, ieri il nuovo vicepresidente Usa JD Vance ha incontrato il vicepresidente cinese Han Zheng. Vance e Han, ha riferito il team di transizione Trump-Vance, hanno discusso una serie di argomenti tra cui il fentanyl, l'equilibrio commerciale e Taiwan. Il tycoon ha invitato il presidente cinese Xi Jinping a partecipare all'inaugurazione del suo secondo mandato e Xi ha mandato Han a rappresentarlo
Il cessate il fuoco a Gaza
- Tra i temi più importanti e impellenti, anche il Medio Oriente. La nuova amministrazione dovrà monitorare l'accordo raggiunto fra Israele e Hamas e lavorare a una pace definitiva. In questo quadro, l'inviato del tycoon per il Medio Oriente Steve Witkoff sta valutando una visita a Gaza nell'ambito dei suoi sforzi per mantenere l'accordo sul cessate il fuoco. Witkoff intende essere una presenza costante nella regione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Il presidente uscente Joe Biden ha spiegato che la sua squadra e quella di Trump “hanno parlato con una sola voce negli ultimi giorni" della finalizzazione dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Un dialogo – ha aggiunto Biden – “necessario, efficace e senza precedenti”
La guerra in Ucraina
- Sul fronte di Kiev, il nuovo presidente Usa ha assicurato che lavorerà senza sosta per la pace, rinunciando però a dire che risolverà la guerra con la Russia in 24 ore, come ripetuto per mesi. Trump ha aperto alla possibilità di un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, ma non ha ancora svelato le sue carte per mettere fine alla guerra in Ucraina. Durante la campagna elettorale aveva promesso che l'avrebbe risolta in 24 ore, ma nelle ultime settimane ha ammesso che sei mesi sono un arco temporale più realistico. L'inviato di Trump per l'Ucraina e la Russia Keith Kellogg si è detto fiducioso sulla possibilità che una soluzione venga trovata nei primi 100 giorni della nuova amministrazione
Il cambiamento climatico e gli incendi a Los Angels
- Il nuovo presidente si prepara a volare nei prossimi giorni in California per verificare da vicino i danni causati dagli incendi. “Ci sarei già andato, ma penso sia meglio andarci da presidente. È più appropriato", ha spiegato. La visita potrebbe essere l'occasione per tornare a parlare di cambiamento climatico, tema su cui ha posizioni non del tutto in linea con il suo “first buddy” Elon Musk, più impegnato nella difesa dell'ambiente (anche per le sue auto elettriche)
Il Messico
- Donald Trump, inoltre, secondo alcune fonti prevede di dichiarare l'emergenza al confine con il Messico nell'ambito dei decreti esecutivi che firmerà non appena insediato alla Casa Bianca. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo le fonti del giornale, il presidente firmerà anche provvedimenti per la revoca delle direttive dell'amministrazione Biden sulla diversità e l'allentamento dei limiti per le trivellazioni offshore sul territorio federale
Il rischio default
- Con una squadra ancora da confermare, dato che nessuno dei suoi nominati ha ricevuto ancora il via libera del Senato, il nuovo presidente si appresta da subito ad affrontare anche l'emergenza di un possibile default americano. Per evitare di superare il tetto del debito, la segretaria al Tesoro Janet Yellen ha avvertito che saranno necessarie misure di emergenza a partire dal 21 gennaio. Trump ha nominato Scott Bessent al Tesoro e, anche se una sua conferma appare scontata, un via libera ufficiale ancora non c'è. Nessuna approvazione neanche per Pete Hegseth, scelto da Trump per guidare quel Pentagono che ha un ruolo cruciale per la guerra in Ucraina e il sostegno a Israele
- Per approfondire: Insediamento Trump, tutte le notizie