Los Angeles, oltre agli incendi divampano polemiche e disinformazione

I devastanti incendi che da una settimana colpiscono il Sud della California, concentrandosi sulla regione di Los Angeles, hanno dato vita a una serie di polemiche politiche, fake news e disinformazione sui social network. A partire dal 7 gennaio negli incendi sono morte 24 persone, 180mila sono state sfollate e sono andati distrutti oltre 12mila edifici, pricipalmente nelle località di Pacific Palisades, sulle montagne di Santa Monica vicino Los Angeles, e di Altadena, oltre che nella città di Pasadena. Gli esperti e le autorità stanno analizzando con attenzione la problematica legata alla persistente siccità e alla combinazione di venti battenti e bassa umidità che ha causato gli incendi, ma chiaramente la polemica si è concentrata sulla risposta all’emergenza. A pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca il presidente eletto Donald Trump non ha mancato di attaccare il governatore dello Stato, il democratico Gavin Newsom, e le istituzioni responsabili dello stato. Trump spara sul governatore, ma è fuori mira In particolare, secondo Trump e i repubblicani, Newsom avrebbe con le sue politiche ambientali creato le premesse per una gestione inefficiente degli incendi. In un post sul suo social network Truth Trump, ha incolpato il governatore della California per non aver firmato ai tempi della sua prima amministrazione un accordo "che avrebbe consentito a milioni di litri d'acqua, derivanti da pioggia in eccesso e dallo scioglimento della neve dal Nord, di fluire quotidianamente in molte parti della California, comprese le aree che stanno attualmente bruciando in modo praticamente apocalittico". Trump accusa Newsom di non aver voluto sottoscrivere un accordo per finanziare la canalizzazione della Central Valley per “proteggere un inutile pesciolino”, in riferimento alle politiche di protezione dello sperlano, specie endemica del delta del fiume Sacramento-San Joaquin a rischio estinzione, il cui ruolo nelle catene alimentari e nella stabilità dell’ecosistema idrico californiano è ritenuto biologicamente importante. Per quanto bizzarra, la posizione di Trump non fa che riprendere un vecchio cavallo di battaglia dei repubblicani, che spesso hanno usato le leggi per difendere lo sperlano come bersaglio contro le politiche idriche delle amministrazioni dem in California. La Pbs nota che “il riferimento di Trump a una "dichiarazione di ripristino dell'acqua" che Newsom si è rifiutato di firmare è sconcertante, poiché tale documento non sembra esistere”. Ma soprattutto, le politiche di difese dello sperlano accusate di ridurre la fornitura d’acqua all’infrastruttura idrica denominata Central Valley Project non hanno alcun impatto sulla gestione dei roghi odierni perché il Cvp non fornisce acqua a Los Angeles. Nel mondo repubblicano, però, la polemica è già montata, e al suo sviluppo ha contribuito la cassa di risonanza di X e del suo patron Elon Musk. L’impressione è che il mondo trumpiano cavalchi la “battaglia dell’acqua” contro Newsom per muovere il focus del problema sul piano politico ed evitare che ci si concentri su un argomento scomodo per i conservatori come il cambiamento climatico. L’anomalo riscaldamento delle temperature ha creato una "tempesta perfetta" per gli incendi secondo Daniel Schmidt del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, ma nessun riferimento al tema del clima è venuto da Trump, Musk o altri esponenti conservatori come giustificazione dei roghi. Ci si è concentrati soltanto sulla voce, completamente falsa, delle politiche di tutela del pesce in via di estinzione che avrebbero svuotato gli idranti di Los Angeles. Ann Jeffers, professoressa di ingegneria civile e ambientale presso l'Università del Michigan, ha inoltre sottolineato che gli standard attuali di fornitura dell’acqua ai sistemi antincendio delle città americane sono pensati per gestire incendi di taglia, ampiezza e durata inferiore a quelli che stanno divorando la periferia di Los Angeles, ritenuti un evento completamente fuori da ogni scala ipotizzata in precedenza. Inoltre, il Los Angeles Times il 10 gennaio ha riferito che un bacino di alimentazione delle acque dell’area di Pacific Palisades era chiuso e in riparazione al momento dei primi roghi, fatto che ha indubbiamente creato ulteriori complicazioni alle autorità nella risposta. Le criticità politiche Le manipolazioni dei repubblicani e le problematiche dimensioni del fuoco che ha devastato la California non impediscono, però, di sottolineare le criticità emerse in occasione della risposta allo scoppio dei roghi. Sotto accusa in particolare il Sindaco di Los Angeles, la dem Karen Bass, partita per una visita in Ghana nonostante National Weather Service stesse avvisando dell’emergere di "condizioni meteorologiche estreme per gli incendi" nell’area della California in cui si trova Los Angeles. “I vigili del fuoco, il cui sindacato ha sostenuto il suo avversario, Rick Caruso, nella corsa a sindaco, l'hanno accusata di aver tagliato i fondi per il dipartimento dei vigili del fuoco, un'affermazione fuorviante”, sottolinea il New York Times, aggiungendo che “Kristin M. Crowley, capo dei vigili del fuoco della città, incalzata da un reporter di una filiale locale della Fox News , ha ammesso di ritenere che il dipartimento dei vigili del fuoco fosse stato tradito dal governo cittadino”. I funzionari dell’amministrazione di Los Angeles hanno però fatto notare che Bass è prontamente rientrata e non ha cessato di monitorare la situazione durante l’intero percorso di ritorno in California, smentendo l’idea di un sindaco assente al momento dello scoppio del caos. Il governo statale, invece, è stato criticato per i ritardi nella costruzione di un nuovo bacino idrico a 450 km da Los Angeles capace di garantire forniture maggiori d’acqua, i cui stanziamenti finanziari furono approvati da un referendum statale del 2014 ma i cui lavori sono destinati a finire nel 2033. Usa divisi anche di fronte alle tragedie La realtà dei fatti, però, parla di un evento talmente fuori scala che è difficile pensare a una precisa responsabilità umana per lo scoppio, l’alimentazione e la corsa fuori controllo degli incendi. La tempesta perfetta di Los Angeles è in ogni caso già divenuta un elemento di discussione politica, divisiva e sempre più oggetto di speculazioni e mistificazioni. Il fatto che Donald Trump arriverà alla Casa Bianca fresco di una polemica durissima con la California è emblematico dello stato odierno degli Usa, in cui anche una tragedia diventa terreno di scontro politico. Un presagio di quello che potrebbe essere il secondo, intenso, quadriennio del presidente eletto.

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