Allarme mosca “mangiauomini”, come si nutre e quali sono i rischi legati alle larve

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Negli anni '60 si sono registrati negli Stati Uniti 230.000 casi di infezioni. Tra luglio 2023 e agosto 2024 è stato riportato il picco di 4729 casi in Costa Rica: il 75% riguardava bovini e il 15% cani. Risultarono però infettate anche 22 persone e una giovane morì

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Il 22 novembre scorso è stata individuata in una mucca nello stato del Chiapas, in Messico, una mosca assassina. “Un parassita devastante”, definita così dal Dipartimento dell’agricoltura statunitense, la mosca e la sua progenie si trovano, per il momento nel Nuovo Mondo. Lo scorso 30 dicembre le autorità sanitarie texane hanno emesso un allarme rilanciato ora dalla CBS News: le larve mangiauomini deposte dalla mosca assassina hanno infettato una mucca e si teme la diffusione di infezioni gravi. Attualmente, il pericoloso parassita si sta diffondendo verso nord, cioè verso l’America Centrale. Emblematico il caso del Costa Rica, dove tra luglio 2023 e agosto 2024 è stato riportato un picco di casi: 4729, per il 75% riguardanti bovini e per il 15% cani. Risultarono però infettate anche 22 persone e una giovane, già affetta da altre malattie, perse la vita. In mancanza di controlli e misure preventive, si rischia un’invasione in piena regola negli Stati Uniti, dove la mosca fu debellata quasi sessant’anni fa. Il problema è che le larve delle mosche assassine si nutrono della carne degli animali vivi.

Come si nutrono

Il Parks and Wildlife Department del Texas spiega che la femmina di questa mosca è “attratta dall’odore di una ferita o di un’apertura naturale in un animale vivo a sangue caldo”. Quindi, oltre a tutti gli animali, sono a rischio anche gli esseri umani. Piaghe, narici, occhi e bocca sono le aperture nelle quali la femmina depone le uova, che possono arrivare fino a 300 in una sola volta, per un totale di circa 3000 nel corso della vita della mosca. Dopo la deposizione, le uova si schiudono ed escono le larve, che grazie ad affilati uncini boccali riescono a penetrare nella carne dell’ospite e a nutrirsene, causando infezioni gravi che sono in grado di uccidere in pochi giorni animali grossi come i bovini adulti. Una volta ingrossatesi a sufficienza, le larve si lasciano cadere nel terreno, dove si nascondono in attesa di trasformarsi in insetti adulti.

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Gli anni ‘60

Nel 1935 si registrarono negli Usa 230.000 casi di infezioni. Nei decenni 30-40 le perdite economiche nel campo zootecnico ammontavano ogni anno a una cifra paragonabile agli attuali 1,8 miliardi di dollari. A partire dal 1958 vennero rilasciati in Florida 50 milioni di maschi sterilizzati alla settimana. I risultati arrivarono in fretta, e l’eradicazione procedette gradualmente anche negli stati vicini, fino ad arrivare alla completa eliminazione dell’insetto negli USA. Secondo le stime, ciò consentì di risparmiare ogni anno circa 900 milioni di dollari per i costi della mortalità tra il bestiame. 

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