Fico vola da Putin: sul tavolo il nodo energia

Il primo ministro slovacco Robert Fico ha fatto visita a Vladimir Putin nella giornata di domenica. L’incontro è il primo dopo otto anni tra il capo di Stato russo e il premier di Bratislava, tornato al potere nel 2023 come aperto sostenitore del riavvicinamento tra l’Europa e Mosca e critico del sostegno occidentale all’Ucraina. La visita segna il rafforzamento di una relazione bilaterale Fico-Putin che si è consolidata dopo che il secondo ha descritto il tentato assassinio del capo del governo slovacco, avvenuto nel maggio scorso, come una "grande tragedia", ricevendo per questo gli encomi del premier di Bratislava. Al di là delle sintonie personali tra i due leader, la visita rappresenta un incontro dall’alto valore politico in una fase in cui le tensioni tra Bratislava e l’Ucraina sono ai massimi livelli. Fico teme che l’annuncio del presidente Volodymyr Zelensky di voler porre fine al transito di gas russo attraverso il suo Paese dall’inizio del 2025 crei ripercussioni negative sulla Slovacchia e si è rivolto direttamente al capo di Stato russo per cercare un rimedio. Il 31 dicembre va infatti in scadenza l’accordo di transito che l’operatore russo di rete Gazprom ha siglato col governo ucraino prima dello scoppio della guerra e prevede il transito attraverso il Paese del gas naturale russo diretto all’Europa centrale in cambio del pagamento di un diritto di transito al governo di Kiev. Incredibilmente, dal febbraio 2022 a oggi l’accordo ha sostanzialmente retto nonostante lo stato di guerra, ma ora l’Ucraina vuole porvi fine non estendendolo oltre la scadenza e del resto, come ricorda Politico.eu, “Putin ha anche affermato in precedenza di aspettarsi che il contratto giunga al termine”. Per l’Ucraina invasa tre anni fa dalla Russia appare inaccettabile, comprensibilmente, veder continuare a transitare le fonti energetiche che alimentano la macchina da guerra del Cremlino sui gasdotti che passano per il suo territorio; per la Slovacchia è vitale, invece, preservare la continuità di questi flussi. La guerra del gas Proprio sul tema energetico si sono concentrati i dialoghi tra Putin e il leader populista di sinistra del Paese centroeuropeo, assieme a Viktor Orban maggior sostenitore delle ragioni della Russia in seno alla Nato e all’Unione Europea. Fico è stato il terzo leader dell’Ue a visitare Mosca dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, preceduto dal collega magiaro e dal cancelliere austriaco Karl Nehrammer. Ad accomunare Vienna, Budapest e Bratislava è il peso esercitato ancora oggi dalle fonti russe nel proprio mix energetico, a cui le tre capitali non vogliono rinunciare. In questo contesto, Fico ha più volte fatto notare come a suo avviso la situazione della Slovacchia sia particolarmente critica: la fragilità dell’economia nazionale, i danni subiti per l’alta inflazione e i rincari energetici dopo lo scoppio della guerra a Est e la carenza di fonti di rifornimento alternative hanno reso Bratislava molto dipendente dalle forniture via Ucraina di gas russo. Il leader di Direzione – Socialdemocrazia , la formazione di sinistra populista primo partito a Bratislava, ha mostrato sin dal ritorno al potere dopo le elezioni del 2023 un atteggiamento distaccato nei confronti di Kiev e apertamente favorevole a Mosca: ha interrotto le forniture di armi all’Ucraina, contribuito a allungare le discussioni sui pacchetti di sanzioni a Mosca, sposato più volte narrative vicine a quelle del Cremlino circa i rischi di escalation che il sostegno armato al Paese invaso comporterebbe. La proposta di Zelensky di interrompere i transiti energetici ha, in quest’ottica, colto di sorpresa Fico, che ha incontrato Putin per correre ai ripari e verificare l’esistenza di soluzioni a tale problema. Per il leader slovacco, Kiev non ha "il diritto di danneggiare gli interessi economici nazionali di un Paese sovrano” fermando il transito di materie prime verso il suo Paese. A queste parole l’Ucraina ha risposto denunciando che la Slovacchia acquisti gas naturale sottocosto dalla Russia e lo rivenda alla vicina Repubblica Ceca con un profitto ingiusto di mezzo miliardo di dollari, facendo balenare l’idea di un vero e proprio sussidio indiretto di Mosca a Bratislava. L'accordo in bilico L’Ucraina sta cercando di usare tutte le sue ultime armi politiche per alzare la pressione su Mosca e, soprattutto, sui Paesi europei ancora poco propensi a sostenerla. Attori come Fico si sentono legittimati ad aprire canali diretta di comunicazione con Putin in questa fase di interregno in attesa dell’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump e della speranza che il tycoon apra effettivamente quei colloqui con la Russia per una fine del conflitto che da tempo desiderano. Sul breve periodo, l’obiettivo principale di Fico e del suo maggior alleato, Orban, resta in bilico mentre la scadenza dell’accordo di transito, previsto per il 31 dicembre, si avvicina: Orban, nota il Financial Times, ha proposto di salvare la faccia a Kiev “facendo rinominare il gas come europeo al momento dell'ingresso nel territorio ucraino”, facendo sì che “le aziende ungheresi o di altri paesi dell'Ue come la Slovacchia acquistino gas russo direttamente al confine tra Ucraina e Russia e poi paghino a Kiev la tassa di transito”. Questa proposta, caldeggiata da Fico, non trova però né il favore di Kiev né quello di Bruxelles. Né, va detto, Putin sembra essersi speso particolarmente per sostenerla: la Russia resta, su ogni fronte, in attesa degli eventi che potranno svilupparsi dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca e da tempo ha dichiarato di voler puntare a un accordo a tutto campo che ne garantisca la sicurezza e la stabilità. L’energia rientra sicuramente in questo campo, ma quella che per Fico e Orban è una questione vitale per la tenuta dei loro esecutivi e dei rispettivi Paesi è, in fin dei conti, un dettaglio politico per il Cremlino. E questo nessuna dichiarazione di aperto sostegno e vicinanza a Putin da parte di figure come Fico e Orban potrà mai cambiarlo.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Fico vola da Putin: sul tavolo il nodo energia