Guerra Israele e Siria, Netanyahu: "No accordo su ostaggi senza sradicare Hamas"

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Il primo ministro israeliano ha dichiarato al Wall Street Journal che non firmerà un accordo per la liberazione degli ostaggi con Hamas che porrà fine alla guerra. Sono 14 i feriti dal 'proiettile' lanciato nella notte dallo Yemen su Israele, secondo il servizio medico nazionale israeliano. Almeno dieci persone sono rimaste uccise in un attacco israeliano a Jabalia, a nord di Gaza. Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver ucciso un leader dell'Isis in un raid in Siria

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Papa: "Bombardano bambini, da Israele crudeltà"

"Ieri il Patriarca Pizzaballa non l'hanno lasciato entrare a Gaza, come era stato invece promesso e ieri hanno bombardato i bambini. Questa è crudeltà, voglio dirlo perché tocca il cuore". Lo ha detto Papa Francesco nell'udienza per gli auguri di Natale con la Curia Romana

Israele: "Nessuna nostra delegazione diretta al Cairo"

Funzionari israeliani smentiscono le notizie secondo cui era attesa "al Cairo una delegazione israeliana di rappresentanti della sicurezza" per colloqui con funzionari egiziani su dettagli inerenti un possibile accordo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. A riferirne era stato il qatarino Al-Araby Al-Jadeed, ma adesso - riporta il sito israeliano Ynet - fonti israeliane affermano che "non c'è nessuna delegazione israeliana diretta al Cairo, né è previsto" un simile sviluppo.

Ong: "5 civili uccisi negli attacchi dei droni turchi in Siria"

Cinque civili sono rimasti uccisi in attacchi con dei "droni turchi" nel nord-est della Siria. Lo ha riferito Osservatorio siriano per i Diritti Umani (Osdh), una Ong che ha sede nel Regno Unito ma che dispone di fonti ben informate nel Paese mediorientale. Solo ieri avevano perso la vita due giornalisti curdi in circostanze simili. Dalla caduta di Bashar al Assad lo scorso 8 dicembre, Ankara ha sostenuto l'offensiva dei gruppi armati contro le forze curde che controllano parte della Siria settentrionale. "Due civili, una donna e un membro di un partito politico, sono morti a causa delle ferite riportate, portando a cinque il numero delle persone uccise oggi negli attacchi con i droni turchi", vicino alla città di Tal Brak, nella provincia di Hassaké, ha precisato l'Ong. "La Turchia ha colpito con un drone un'auto sulla strada che collega la città di Al-Hawl a Tal Brak (...) uccidendo tre civili", aveva riferito in precedenza Hawar l'agenzia di stampa curda in Siria. "Questo crimine fa parte di una serie di flagranti violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani che vietano di prendere di mira i civili", hanno affermato in una nota le forze di sicurezza interne curde.

Siria, Ong: "Cinque civili uccisi da droni turchi nel nord-est"

Cinque civili sono stati uccisi negli attacchi di "droni turchi" nel nord-est della Siria. Lo rende noto l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani all'indomani della morte di due giornalisti curdi in circostanze simili. "Due civili, una donna e un membro di un partito politico, sono morti a causa delle ferite riportate, portando a cinque il numero delle persone uccise sabato dagli attacchi dei droni turchi" vicino alla citta' di Tal Brak, nella provincia di Hassakè, ha dichiarato l'Osservatorio. "L'occupazione turca ha colpito con un drone un'auto sulla strada che collega la città di Al-Hawl a Tal Brak uccidendo tre civili", aveva riferito in precedenza Hawar, l'agenzia di stampa curda in Siria. "Questo crimine fa parte di una serie di flagranti violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani che vietano di prendere di mira i civili", hanno affermato in una nota le forze di sicurezza interne curde. Altri due civili sono morti in un altro attacco turco nella stessa zona, secondo l'OSDH, una ONG con sede nel Regno Unito ma che ha una vasta rete di fonti nel Paese.Un drone turco ha anche preso di mira silos di grano a sud-ovest della città di Kobane, vicino al confine turco, hanno detto le Forze Democratiche Siriane (SDF) a maggioranza curda, "distruggendo una grande quantità di scorte".

Madre di un ostaggio attacca Netanyahu: "Vuole prolungare guerra"

Einav Zangauker, madre dell'ostaggio Matan Zangauker, ha attaccato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che in un'intervista al Wall Street Journal ha dichiarato che non farà cessare la guerra a Gaza prima di avere elimintao Hamas. Lo riporta Haaretz. "Lo stesso primo ministro che deliberatamente non è intervenuto per sostituire il governo di Hamas, ora lo sta usando come scusa per prolungare la guerra e abbandonare gli ostaggi", ha affermato Zangauker in un discorso tenuto fuori dalla sede delle IDF e del ministero della Difesa a Tel Aviv. "Il crudele Netanyahu si rifiuta di porre fine alla guerra e restituire tutti gli ostaggi a causa di considerazioni politiche criminali", ha aggiunto, affermando che "porre fine alla guerra non e' ne' un ostacolo né un prezzo. Porre fine alla guerra per restituire tutti gli ostaggi  è l'obiettivo".

Netanyahu: "Non accetterò tregua prima di rimuovere Hamas"

"Non accetterò di porre fine alla guerra prima di rimuovere Hamas". Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al Wall Street Journal. "Non li lasceremo al potere a Gaza, a 30 miglia da Tel Aviv. Non accadra'", ha aggiunto.

Siria, le nuove autorità nominano il ministro degli Esteri

I combattenti a guida islamica che hanno rovesciato il presidente Bashar al-Assad quasi due settimane fa hanno nominato Assaad al-Shibani ministro degli Esteri del governo di transizione. "Il comando generale annuncia la nomina di Assaad Hassan al-Shibani a ministro degli Esteri del nuovo governo siriano", si legge in un comunicato. "Si è unito alla rivoluzione siriana nel 2011... e ha partecipato alla fondazione del governo di salvezza", si legge nel testo pubblicato su Telegram. Il Governo di Salvezza, che ha ministeri, dipartimenti, autorità giudiziarie e di sicurezza, è stato istituito nel 2017 per assistere le persone tagliate fuori dai servizi statali. La maggior parte dei nuovi ministri in Siria proviene dal cosiddetto "Governo di Salvezza". Shibani è nato nel 1987 nella provincia di Hasakeh, nel nord-est, e si è laureato all'Università di Damasco in letteratura inglese prima di conseguire un master in scienze politiche e relazioni internazionali. Anche con il nome di Zaid al-Attar, ha incontrato le delegazioni di Francia e Germania che hanno visitato Damasco questa settimana per aprire i contatti con le nuove autorità. Ieri, dopo un incontro tra il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa e una delegazione statunitense, le nuove autorità hanno dichiarato di voler contribuire alla "pace regionale" e alla "costruzione di partnership strategiche privilegiate con i Paesi della regione". Nella dichiarazione di ieri si legge anche che "il popolo siriano si trova a una distanza paritaria da tutti i Paesi e le parti della regione e che la Siria rifiuta qualsiasi polarizzazione".

Hamas: "Accordo più vicino che mai senza nuove condizioni" (2)

I media israeliani sottolineano come Hamas abbia diffuso la dichiarazione dopo l'incontro di ieri al Cairo tra rappresentanti del gruppo, di Jihad Islamica e Fplp, che hanno concordato di tornare a vedersi al più presto. Le tre fazioni "hanno sottolineato l'impegno di tutti per porre fine all'aggressione contro la nostra gente", si legge in quello che sembra un riferimento alla rinnovata richiesta di cessate il fuoco permanente. Stando a quanto reso noto, le parti hanno espresso apprezzamento per l'impegno dell'Egitto verso un accordo di riconciliazione tra le fazioni palestinesi. 


Siria, media curdi: "Attacco droni turchi, uccisi tre civili"

Un attacco di droni a un'auto nel nord-est della Siria attribuito all'esercito turco ha ucciso tre civili. Lo dicono i media e le forze di sicurezza curde. "L'occupazione turca ha preso di mira un'auto con un attacco di droni su una strada tra Al-Hawl e Tal Brak" nella provincia di Hasakeh, "uccidendo tre civili", ha riferito l'agenzia di stampa curda Hawar. In una dichiarazione, la Forza di sicurezza interna curda ha affermato: "Questo crimine è una delle tante violazioni flagranti del diritto internazionale e dei diritti umani che proibiscono di colpire i civili". L'attacco segue quello a due giornalisti curdi del sud-est della Turchia a maggioranza curda che sarebbero stati uccisi da un drone turco mentre coprivano gli scontri tra la milizia sostenuta da Ankara e combattenti curdi. Da quando il presidente siriano Bashar al-Assad è stato estromesso l'8 dicembre, la Turchia ha raddoppiato il suo sostegno ai gruppi armati che si oppongono alle forze curde che controllano parte del nord del paese. La Turchia considera le Forze di difesa siriane (SDF) un'organizzazione terroristica dominata dalle YPG, un gruppo curdo che, a suo dire, è legato ai militanti del PKK. L'attacco che ha ucciso i due giornalisti venerdì è avvenuto in un periodo di crescenti preoccupazioni per un possibile assalto turco alla città di confine siriana di Kobane, controllata dai curdi, nota anche come Ain al-Arab. Oggi il war monitor Syrian Observatory for Human Rights ha anche segnalato la morte di 14 combattenti pro-Turchia in "feroci combattimenti" con le SDF.

In 200 al 63° corteo pro Palestina a Milano

Sono circa 200 i partecipanti al corteo milanese pro Palestina, partito da piazzale Maciachini e diretto verso piazzale cimitero monumentale. È la 63esima manifestazione dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ad aprire il corteo, uno striscione con scritto "Save Gaza" e alcuni fumogeni verdi.  "Auguri di buon Natale", ha detto uno degli organizzatori al megafono. "È un dovere da dire in un Paese dove noi viviamo e del quale rispettiamo le abitudini e i costumi. Diciamo buone feste a tutte le persone che festeggiano e contemporaneamente diciamo anche di ricordare le persone che soffrono in tutto il mondo". Prima del raduno, alcuni attivisti si sono trovati davanti al Carrefour di via Farini dove hanno esposto uno striscione con scritto "Boycott Israel, stop genocide, free Palestine". 

Hamas: "Accordo più vicino che mai senza nuove condizioni"

Le delegazioni dei leader di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina si sono incontrate ieri al Cairo per discutere i negoziati in corso per un cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi. Lo riporta il Times of Israel. Hamas ha affermato che la possibilità di raggiungere un accordo "è più vicina che mai se il nemico smette di porre nuove condizioni". Le fazioni "hanno sottolineato la volontà di tutti di porre fine all'aggressione contro il nostro popolo", si legge nella dichiarazione di Hamas, apparentemente riferendosi alla richiesta di un cessate il fuoco permanente. La natura dell'accordo di cessate il fuoco è il principale argomento di contesa nei colloqui, con Hamas che chiede la fine definitiva dei combattimenti, mentre Israele chiede una pausa temporanea durante la quale alcuni degli ostaggi vengano rilasciati, seguita dalla ripresa dei combattimenti per completare lo smantellamento delle capacità militari e di governo del gruppo terroristico, ha detto un diplomatico arabo al Times of Israel all'inizio di questa settimana. Israele cerca di far sì che l'accordo faccia riferimento al cessate il fuoco come a qualcosa che "pone fine all'operazione militare" mentre Hamas insiste sul fatto che il testo afferma che il cessate il fuoco "porrà fine alla guerra". 

Idf. "Drone intercettato drone, probabile attacco da Houthi"

L'aeronautica militare israeliana ha intercettato un drone entrato nello  spazio aereo israeliano, nel sud di Israele. Lo fanno sapere le IDF  secondo cui il drone è stato lanciato "da est", il che significa  probabilmente dallo Yemen, spiegano i media israeliani. Il drone ha attraversato il confine attraverso l'Egitto, una rotta già  utilizzata in precedenza dai droni lanciati verso Israele dagli Houthi  sostenuti dall'Iran.

Israele: 'Intercettato drone nel sud, entrato in spazio aereo proveniente da est'

Intercettato dall'Aeronautica israeliana un drone entrato nello spazio aereo nel sud di Israele. E' stato lanciato "da est", hanno confermato le forze di sicurezza israeliane (Idf), ovvero molto probabilmente dallo Yemen. Lo riportano i media israeliani.

Hts forma il nuovo governo, al Shibani ministro degli Esteri

Le autorità siriane del gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham (Hts) hanno iniziato a nominare i membri del  nuovo governo ad interim.  Il secondo incarico annunciato è quello di ministro degli Esteri, che sarà ricoperto da Asaad Hassan al Shibani.

La nomina di Al Shibani è stata confermata dal Comando delle operazioni militari (il collettivo di Hts e dei gruppi ribelli siriani opposti al regime dell'ex presidente Bashar al Assad) in un messaggio pubblicato dall'agenzia di stampa Sana. 

La prima nomina era stata quella di Mohamed el Bashir a primo ministro ad interim, dopo che già era stato capo del governo parallelo istituito dall'Hts nelle aree controllate nella provincia di Idlib.

Siria, Tajani: "Tutelare minoranze religiose a cominciare da quella cristiana"

In Siria siano tutelate e protette le minoranze religiose a cominciare da quella cristiana. E' l'auspicio espresso dal ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista all'Osservatore Romano, in cui afferma che "i primi segnali sono positivi sebbene sia vero che la guida oggi della Siria è in mano a ex combattenti dell’Is. Le richieste dell’Italia sono molto chiare: riconoscimento e tutela delle minoranze religiose, a cominciare dalle minoranze cristiane. Noi lavoriamo per questo, è fondamentale. L'altro obiettivo è l'unità dello Stato: occorre evitare il frazionamento della Siria, e poi si chiede di agevolare il rientro volontario dei rifugiati da Turchia, Giordania, e Libano". 

"Si tratta di siriani scappati in occasione della guerra civile - spiega il ministro - e speriamo che coloro che rientrano possano essere accolti, che non ci sia una stagione di persecuzioni. Noi vigiliamo, siamo presenti, discutiamo con i nostri alleati, con il G7, con l'Unione europea, con la Turchia che, a sua volta, ha chiesto all'Italia di continuare ad avere una presenza diplomatica e di tenere aperta la nostra ambasciata a Damasco. La Turchia sta facendo un po’ da garante della stabilità. Abbiamo chiesto, sia il presidente del Consiglio Meloni a Erdogan, sia io al ministro degli Esteri turco, una garanzia per le minoranze, in modo particolare per le minoranze cristiane".

Riapre l'ambasciata del Qatar a Damasco

Il Qatar ha riaperto oggi la sua ambasciata in Siria, chiusa da 13 anni, mentre diverse cancellerie straniere, inizialmente caute, stanno inviando delegazioni a Damasco per stabilire un contatto con il nuovo potere che ha spodestato Bashar al-Assad. La bandiera del Qatar è stata issata sull'edificio nella capitale siriana, ha osservato un giornalista dell'Afp sul posto. 

"Feriti 23 da missile da Yemen su Israele, anche in parco giochi"

Sono 23 i feriti, non gravi, nell'attacco sferrato dallo Yemen verso Israele con un missile caduto anche in prossimità di un parco giochi a Tel Aviv. Lo scrive Haaretz sul suo sito. 

Teheran denuncia, "in Siria ucciso addetto ambasciata Iran"

Teheran denuncia che il 15 dicembre un addetto locale dell'ambasciata iraniana in Siria è stato ucciso in quella che viene definita "un'azione criminale eseguita da elementi terroristi". Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, scrive che all'addetto, Davoud Bitaraf, è stato sparato contro menre si trovava sulla sua automobile a Damasco. "Il corpo di Bitaraf è stato trovato, quindi identificato e trasferito in Iran i questi ultimi giorni", ha detto il portavoce, citato dall'agenzia Tasnim, aggiungendo che "il ministero degli Esteri sta trattando la faccenda con serietà attraverso i cabali diplomatici e internazionali". L'Iran, ha concluso Baghaei, ha fatto appello al nuovo potere siriano, che definisce "governo di transizione" perché "identifichie punisca" i responsabili come è suo dovere fare". 

Gaza, il bilancio della guerra sale a 45.227 morti

Il ministero della Sanità nella Gaza governata da Hamas ha dichiarato che almeno 45.227 persone sono state uccise durante gli oltre 14 mesi di guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Il bilancio comprende 21 morti nelle 24 ore precedenti, secondo il ministero, che ha dichiarato che 107.573 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra, quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre 2023.


Netanyahu: "Non firmerò accordo su ostaggi senza prima sradicare Hamas"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato al Wall Street Journal che non firmerà un accordo per la liberazione degli ostaggi con Hamas che porrà fine alla guerra. "Non accetterò di porre fine alla guerra prima di aver rimosso Hamas", ha detto Netanyahu. "Non li lasceremo al potere a Gaza, a circa 50 chilometri da Tel Aviv. Non accadrà".

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