I ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato il lancio di missili contro Israele, poche ore dopo che lo Stato ebraico ha dichiarato di aver intercettato un attacco e di aver reagito colpendo porti e infrastrutture energetiche. Il portavoce del gruppo Yahya Saree ha affermato che i ribelli hanno preso di mira "due obiettivi militari specifici e sensibili nell'area occupata di Giaffa", a Tel Aviv, con "missili balistici ipersonici". L'Iran ha definito gli attacchi di Israele una "flagrante violazione"
Siria, al-Sharaa: "Sanzioni devono essere revocate, erano dirette contro il regime"
Il leader de facto della Siria, Ahmed al-Sharaa chiede la revoca delle sanzioni contro il paese e la cancellazione dell'Hts dalla lista delle organizzazioni terroristiche. "Ora, dopo tutto quello che è successo, le sanzioni devono essere revocate perché erano rivolte al vecchio regime. La vittima e l'oppressore non dovrebbero essere trattati allo stesso modo", ha dichiarato, in un'intervista alla Bbc l'uomo noto durante l'avanzata dei ribelli verso Damasco come Abu Mohammed al-Jolani. Al-Sharaa chiede inoltre di rimuovere l'Hts dalle liste delle organizzazioni terroristiche, sottolineando che non si tratta di un gruppo terroristico e che non è stata presa di mira la popolazione o le aree civili ma che anzi i suoi seguaci si considerano vittime dei crimini del regime di Assad.
Nell'intervista al-Sharaa nega poi di voler trasformare la Siria in una versione dell'Afghanistan, un paese diverso e con tradizioni diverse, tiene a sottolineare. Afferma quindi di credere nell'istruzione per le donne: "Abbiamo avuto università a Idlib per più di otto anni", aggiunge. "Credo che la percentuale di donne nelle università sia superiore al 60%". Quanto al consumo di alcolici, "ci sono molte cose di cui non ho il diritto di parlare perché sono questioni legali", dichiara. Ci sarà un "comitato siriano di esperti legali per scrivere una costituzione. Saranno loro a decidere. E ogni governante o presidente dovrà seguire la legge".
Media: "Hamas non riesce a determinare quanti ostaggi detiene"
Hamas ha detto ai mediatori nei negoziati in corso che non può determinare il numero esatto di ostaggi che detiene. E' quanto ha riferito Sky News araba, citando una fonte nel team del presidente eletto americano Donald Trump. Questa circostanza, ha aggiunto la fonte, sta causando un ritardo nel raggiungimento di un accordo per la fine del conflitto a Gaza e la liberazione degli ostaggi.
Gli Houthi rivendicano il lancio di due missili contro Israele
Gli Houthi rivendicano il lancio di due missili contro Israele. Lo riferisce un portavoce militare. I ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato la responsabilità di aver lanciato due missili contro Israele in seguito ai raid di ritorsione dell'esercito israeliano contro i porti e le infrastrutture energetiche yemenite. "Due obiettivi militari israeliani nella regione di Yafa (nome arabo di Jaffa) sono stati presi di mira da due missili balistici ipersonici di tipo Palestine 2", ha detto il portavoce Yahia al-Saree.
Iran: "Israele deve ritirarsi dalla Siria, dal Libano e da Gaza"
"Le forze israeliane devono immediatamente ritirarsi dai territori occupati di Gaza, dal Libano e dalla Siria". Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante il suo intervento ieri sera al vertice ministeriale dell'Organizzazione per la cooperazione economica D-8 in Egitto, dove ha rinnovato l'appello di Teheran per arrivare ad un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. "La comunità internazionale ha vergognosamente fallito nel fermare gli atti di aggressione, i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio del regime sionista. Ciò è ampiamente attribuito al sostegno politico, militare, di intelligence e finanziario dell'amministrazione statunitense a Israele", ha detto Araghchi, come riferisce Mehr, auspicando che la sessione, in programma oggi, dei capi di Stato del vertice del D-8 - di cui fanno parte Egitto, Turchia, Iran, Malesia, Indonesia Nigeria, Bangladesh e Pakistan - possa dare un forte messaggio contro le azioni dello Stato ebraico.
Siria, Mosca trasferisce sistemi di difesa aerea forniti ad Assad nell'est della Libia
La Russia ha trasferito nell'est della Libia i sistemi di difesa aerea che aveva dispiegato in diverse aree della Siria in sostegno dell'alleato Bashar Assad, ha reso noto un ex ufficiale di Assad all'agenzia di stampa tedesca "Dpa", confermando quanto in parte anticipato anche dal Wall Street Journal e dall'Osservatorio per i diritti umani in Siria. Analisti del ministero della difesa tedesco citati dall'agenzia tedesca parlano della possibilità che la Russia ottenga accesso privilegiato al porto libico di Tobruk per trasferirvi componenti militari, grazie al sostegno di Khalifa Haftar. Secondo la fonte della Dpa sarebbero stati portati in Libia anche carri.
Israele contro Hrw: "Accuse di genocidio a Gaza sono bugie"
Le accuse a Israele di Human Rights Watch sono "bugie". E' la risposta del ministero degli Esteri dello Stato ebraico, dopo che l'organizzazione umanitaria ha accusato Israele di aver commesso atti di genocidio a Gaza, danneggiando le infrastrutture idriche e interrompendo le forniture ai civili. "Human Rights Watch sta ancora una volta diffondendo le sue sanguinose diffamazioni per promuovere la sua propaganda anti-Israele... Questo rapporto è pieno di bugie che sono spaventose anche se paragonate ai già bassi standard di Hrw", ha affermato il ministero degli Esteri in una
dichiarazione.
Media, due questioni ancora da risolvere nei colloqui su Gaza
Nei colloqui in corso per giungere a un accordo tra Israele e Hamas, due questioni devono ancora essere risolte. Lo hanno riferito funzionari di Hamas citati dal quotidiano libanese Al-Akhbar, affiliato a Hezbollah, precisando che una di queste è il rilascio delle soldatesse israeliane nella fase uno dell'intesa.
Iran: "Attacchi di Israele in Yemen una flagrante violazione"
L'Iran definisce gli attacchi israeliani sullo Yemen "flagrante violazione". Gli attacchi israeliani in Yemen costituiscono "una flagrante violazione dei principi e delle norme del diritto internazionale", ha dichiarato in un comunicato il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Esmaïl Baghaï, condannando "l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti" dato a Israele.
Houthi: "Avanti con l'escalation fino allo stop della guerra a Gaza"
Il movimento Houthi "risponderà all'escalation con l'escalation". Lo ha affermato Muhammad al-Bukhaiti, un membro dell'ufficio politico dei ribelli filo-iraniani citato da Haaretz, dopo i raid israeliani sullo Yemen in risposta al lancio nella notte di un missile contro lo Stato ebraico. "I bombardamenti americano-israeliani di strutture civili in Yemen espongono l'ipocrisia dell'Occidente", ha aggiunto.
"Le nostre operazioni militari a sostegno di Gaza continueranno e risponderemo all'escalation con l'escalation finchè i crimini di sterminio di massa a Gaza non cesseranno e sarà consentita la possibilita' di portare cibo, medicine e carburante nella Striscia", ha assicurato.
Tv Houthi, almeno nove i morti negli attacchi di Israele sullo Yemen
Almeno nove persone sono morte negli attacchi aerei israeliani sullo Yemen, di cui sette al porto di Salif e gli altri due all'impianto petrolifero di Ras Issa, nella provincia occidentale di Hodeidah. Lo ha riferito Al Masirah Tv, la principale emittente gestita dagli Houthi, ripresa dalla Reuters. I raid aerei contro porti e infrastrutture energetiche in Yemen sono stati la ritorsione dello Stato ebraico al lancio di un missile dei ribelli filo-iraniani, intercettato dalle forze armate prima che entrasse in territorio israeliano.
Medio Oriente, forse la tregua nella Striscia scatta il 25 dicembre. LIVE
Raid di Israele anche su Sanaa contro strutture degli Houthi
Sono porti e infrastrutture energetiche degli Houthi i bersagli dei raid di Israele nello Yemen, sia nella capitale, Sanaa, che nella zona di Hodeida. L'azione, spiegano sempre i media locali, sarebbe scattata dopo che l'Idf aveva intercettato missili dei ribelli diretti verso Israele. Al momento è imprecisato il numero di civili uccisi e feriti dagli attacchi delle forze armate di Tel Aviv e le perdite tra i ribelli sarebbero rilevanti. L'attacco Houthi ha invece fatto scattare le sirene d'allarme nell'area centrale di Israele, costringendo milioni di persone a riparare nei rifugi, conferma il portavoce Idf che ha anche confermato che Israele non eisterà ad agire per difendere i suoi cittadini dagli attacchi. "Chiunque alzerà la mano su Israele se la vedrà tagliare, chiunque colpirà sarà colpito sette volte più forte", ha ribadito il ministro della Difesa Katz.
Medio Oriente, rapporto Msf denuncia: "Gaza è una trappola mortale"
I ripetuti attacchi militari di Israele contro i civili palestinesi negli ultimi 14 mesi, lo smantellamento del sistema sanitario e di altre infrastrutture essenziali, il soffocante assedio e la negazione sistematica dell'assistenza umanitaria stanno distruggendo la vita a Gaza. È quanto emerge dal nuovo rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere (Msf) “Gaza è una trappola mortale”, nel quale la ong chiede a tutte le parti - ancora una volta, con urgenza - un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari. Israele deve fermare i suoi attacchi mirati e indiscriminati contro i civili e i suoi alleati devono agire subito per proteggere le vite dei palestinesi e rispettare le regole della guerra.
“Le persone a Gaza lottano per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c'è via d’uscita da questa enclave distrutta. La recente offensiva militare nel nord della Striscia è un chiaro esempio della guerra brutale che le forze israeliane stanno conducendo a Gaza e stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati - dichiara Christopher Lockyear, segretario generale di Msf che ha visitato Gaza all'inizio di quest’anno - Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio. Pur non avendo l'autorità legale per stabilire l'intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso - tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti - sono innegabili”.
In risposta ai terribili attacchi condotti da Hamas e da altri gruppi armati in Israele il 7 ottobre 2023 - in cui sono state uccise 1.200 persone e 251 sono state prese in ostaggio - le forze israeliane stanno schiacciando l'intera popolazione di Gaza. Secondo il ministero della salute, la guerra totale di Israele contro Gaza ha ucciso più di 45.000 persone, tra cui 8 membri dello staff di Msf.