Pechino ha schierato decine di navi nelle acque del Mar Cinese Orientale e Meridionale, nonché nello Stretto di Taiwan, in quella che è stata descritta da Taipei come la più grande esercitazione marittima della Cina da diversi anni a questa parte. L'esercito cinese e i media statali cinesi non hanno riferito pubblicamente di un aumento dell'attività in queste aree
Il ministero della Difesa di Taiwan ha riferito di aver rilevato 53 aerei e 11 navi da guerra cinesi, più otto imbarcazioni ufficiali, attivi intorno all'isola nell'arco delle ultime 24 ore nel mezzo della più grande mobilitazione marittima di Pechino dal 1996. Si tratta del numero più alto di aerei rilevati in un solo giorno dal record a quota 153 segnalato il 15 ottobre, nelle manovre militari cinesi su larga scala in risposta a un discorso del presidente taiwanese William Lai tenuto pochi giorni prima.
Pechino: La Cina difenderà la propria sovranità
L'Esercito Popolare di Liberazione di Pechino o i media di Stato cinesi non hanno fatto alcun annuncio sull'aumento dell'attività militare nel Mar Cinese Orientale, nello Stretto di Taiwan, nel Mar Cinese Meridionale o nell'Oceano Pacifico Occidentale, dove Taiwan ha dichiarato di aver individuato navi cinesi. Tuttavia, una portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato martedi' che la Cina "difendera' risolutamente la propria sovranita'".
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Decine di navi cinesi hanno simulato l'attacco di navi straniere e l'interruzione delle rotte marittime nelle acque intorno a Taiwan per "tracciare una linea rossa" in vista dell'insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ha dichiarato un funzionario della sicurezza di Taiwan. "Il vero obiettivo sembra essere quello di affermare il controllo all'interno della prima catena di isole e di stabilire una deterrenza strategica in vista della transizione presidenziale statunitense", ha dichiarato il funzionario.
La più grande mobilitazione marittima di Pechino dal 1996
La Cina non permetterà che "le forze separatiste di Taiwan vadano fuori controllo con le forze esterne e non adotterà mai l'approccio del 'wait and see'": così la portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan del governo cinese Zhu Fenglian, nel mezzo della più grande mobilitazione marittima di Pechino intorno all'isola dal 1996. Zhu ha citato il rifiuto del Mainland Affairs Council, l'omologa agenzia di Taipei, di revocare il divieto di tour di gruppo dalla Cina come una mossa che "espone ulteriormente la natura" delle autorità del Partito democratico progressista, al potere a Taiwan, "di cercare il confronto e l'indipendenza".