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Guerra in Siria, in 48 ore 480 raid di Israele per smilitarizzare il Paese

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Guerra in Siria, Ue: crollo regime opportunità non priva di rischi
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Guerra in Siria, Ue: crollo regime opportunità non priva di rischi
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Il leader siriano Jolani: "Il mondo non ha più nulla da temere dalla Siria". Netanyahu: "Ho autorizzato l'aviazione a bombardare capacità militari strategiche lasciate dall'esercito siriano, affinché non finiscano nelle mani dei jihadisti". Condanna di Iran e Turchia: "Incursioni illegali". Profanata la tomba-mausoleo dell'ex presidente Hafez Assad. La Casa Bianca annuncia per venerdì una riunione straordinaria del G7 presieduto dall'Italia

Mosca conferma: "Assad è al sicuro in Russia"

Il presidente siriano Bashar al-Assad è in Russia. Lo ha confermato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov intervistato dalla Nbc News. ''La Russia ha accolto e ha provveduto al suo trasporto nel modo più sicuro possibile'' dopo il crollo del suo regime, ha aggiunto Ryabkov.

Assad ''è al sicuro e questo dimostra che la Russia agisce come necessario in queste situazioni straordinarie'', ha aggiunto.

Trovato morto in carcere il celebre attivista siriano Mazen al-Hamada

Era diventato il simbolo dei crimini commessi dal regime di Assad. Il suo corpo è stato trovato con segni visibili di tortura. La sua odissea era iniziata durante i primi anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, quando venne arrestato più volte. I DETTAGLI

Video, bandiere dell'Isis nel porto siriano di Latakia

Miliziani sui carri armati sfilano a Latakia, porto siriano non lontano dalla principale base aerea russa, sventolando bandiere nere jihadiste con su scritto in bianco la professione di fede islamica. Lo stesso tipo di vessillo è stato adottato dall'Organizzazione dello Stato islamico (Isis). Il video è stato verificato da fonti sul terreno a Latakia a conferma del passaggio oggi di miliziani anti-governativi con bandiere dell'Isis. 

Usa dettano condizioni per riconoscere nuovo governo Siria

Gli Usa "riconosceranno e sosterranno pienamente" un futuro governo siriano che risulti da un processo di transizione "inclusivo e trasparente" e che confermi "impegni chiari per rispettare pienamente i diritti delle minoranze, facilitare il flusso di assistenza umanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, impedisca che la Siria venga utilizzata come base per il terrorismo o rappresenti una minaccia per i suoi vicini e garantisca che tutte le scorte di armi chimiche o biologiche siano protette e distrutte in sicurezza". Sono le condizioni poste dal segretario di Stato Antony Blinken per sostenere il nuovo governo di Damasco. 

al-Bashir vede membri governo Assad per organizzare transizione

Il premier siriano ad interim Mohammed al-Bashir ha spiegato di aver incontrato i membri dell'ex governo di Bashar al-Assad per organizzare ''la fase di transizione dei prossimi due mesi'' fino a quando non avremo ''un ordine costituzionale al servizio del popolo siriano''. Lo ha dichiarato lo stesso Bashir in una intervista all'emittente al-Jazeera. "Abbiamo invitato i membri del vecchio governo e alcuni direttori dell'amministrazione di Idlib e delle aree circostanti per facilitare tutti i lavori necessari per i prossimi due mesi, finché non avremo un sistema costituzionale in grado di servire il popolo siriano", ha detto al-Bashir. "Oggi abbiamo avuto altri incontri per riaprire le istituzioni e poter servire il nostro popolo in Siria", ha aggiunto.

Premier al-Bashir promette "calma e stabilità"

Il primo ministro siriano ad interim Mohammed al-Bashir ha promesso ''calma e stabilità'' al popolo siriano. Nel corso della prima intervista rilasciata dopo la nomina, all'emittente al-Jazeera, al-Bashir ha affermato che dopo 13 anni di guerra ''adesso è il momento che il popolo goda di calma e stabilità''.

Netanyahu: "Se tornano legami con Iran colpiremo"

Israele desidera stabilire relazioni con il prossimo governo siriano, ma non esiterà ad attaccare in caso di minacce per lo Stato ebraico. Lo dice il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. "Se questo regime permetterà all'Iran di ristabilirsi in Siria - ha detto Netanyahu in un video trasmesso dalle tv israeliane - o permettera' il trasferimento di armi iraniane o di qualsiasi altra arma a Hezbollah, o ci attacchera', risponderemo con la forza e gli faremo pagare un prezzo elevato". "Cio' che e' accaduto al regime precedente accadra' anche a questo regime", ha detto Netanyahu, aggiungendo che Israele non ha intenzione di interferire negli affari interni della Siria, ma farà tutto il necessario per garantirne la sicurezza. 

Trovato morto in carcere Sednaya celebre attivista siriano

I social media sono stati inondati di tributi ed espressioni di dolore da parte di attivisti per i diritti umani e della diaspora siriana dopo che un famoso attivista siriano, Mazen al-Hamada, torturato sotto il governo di Bashar al-Assad, è stato oggi trovato morto nella famigerata prigione di Sednaya, tristemente nota come 'mattatoio umano'. Lo riferisce il portale di notizie Middle East Eye, sottolineando che il corpo di al Hamada è stato trovato con segni visibili di tortura e ripercorrendo la sua odissea iniziata durante i primi anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, quando venne arrestato più volte. 

Kallas: "Leader Hts saranno giudicati dalle loro azioni"

"I prossimi giorni saranno cruciali per vedere se la situazione" in Siria "andrà nella giusta direzione. I nuovi attori" di Hts "verranno giudicati dalle loro azioni". Lo ha detto l'Alto rappresentante dell'Ue, Kaja Kallas, in audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo. "E' troppo presto per dire se in Siria si va nella direzione giusta, ma penso che ci siano buoni segnali", ha aggiunto la capa della diplomazia Ue, sottolineando che i leader di Hayat Tahrir ash Sham "devono dimostrare di voler davvero ricostruire il Paese". "Dobbiamo passare un messaggio univoco per una transizione pacifica: no guerra civile, no caos, no vendetta, no strumentalizzazione della religione. Tutti questi messaggi sono stati trasmessi ad Hts dagli attori regionali", ha riferito. 

Israele ha eliminato l'80% delle capacità militari siriane

L'operazione portata avanti da Israele in Siria ha danneggiato circa l'80 per cento delle capacità strategiche militari siriane ed è avvenuta dopo anni in cui ha raccolto informazioni: "Si è trattato effettivamente di un attacco pianificato da anni", hanno riferito le fonti militari israeliane a Channel 12. L'Idf ha agito per garantire che l'equipaggiamento militare strategico non finisse nelle mani sbagliate. Gli organi israeliani che continuano ad operare in Siria sono il Comando nord, responsabile della missione nel sud del Paese e del cuscinetto al confine, l'aeronautica e l'intelligence. 

Kallas: "Sulla Siria in contatto con i partner della regione"

"Non stiamo aspettando, sto lavorando con i partner della regione mediorientale per lanciare un messaggio comune, con un linguaggio simile, perché l'Ue da sola non va da nessuna parte". Lo ha detto l'Alto rappresentante dell'Ue, Kaja Kallas, in audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo parlando della situazione in Siria. "La stabilità è interesse dell'Ue ma anche della regione, dei Paesi limitrofi, ed è per questo che nel fine settimana sono stata in contatto con diversi ministri dell'area", ha spiegato. 

Israele ha distrutto 320 obiettivi in ​​Siria con 350 caccia

"Oggi l'Idf ha completato la parte strategica centrale dell'operazione Hats Bashan (Fionda di Beshan) iniziata nella notte tra sabato e domenica, con la consapevolezza che il regime di Assad stava cadendo. Centinaia di obiettivi strategici siriani sono stati attaccati nell' operazione e le forze di sicurezza continuano ad operare nella zona cuscinetto". Lo hanno riferito fonti militari a Canale 12. Nell'ambito dell'operazione, 350 caccia dell'Iaf hanno effettuato attacchi in tutta la Siria e distrutto 320 obiettivi strategici: aerei, missili terra-aria, terra-mare, Scud da crociera, navi militari e carri armati, riporta l'emittente.

Netanyahu: "Sì a rapporti con nuovo regime ma pagherà prezzo se torna Iran"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che ''Israele vuole relazioni diplomatiche con il nuovo regime in Siria''. Ma, in un videomessaggio condiviso sui social, allo stesso tempo ha precisato che ''se questo regime consente all'Iran di stabilirsi in Siria e di trasferire le armi, pagherà un prezzo elevato".

Kallas: "Evitare nuove ondate migratorie dalla Siria"

"Alcuni Paesi, come la Turchia, hanno già indicato il rientro dei rifugiati in Siria. Per questo sottolineo l'importanza della tutela delle minoranze: non vogliamo che ci siano nuove ondate di rifugiati provenienti da gruppi diversi dalla Siria. Questo è nell'interesse di tutti i Paesi della regione e anche dell'Ue". Lo ha detto l'Alta rappresentante dell'Ue, Kaja Kallas, in audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo.

Netanyahu: "Ho autorizzato a bombardare armi siriane"

"Se il nuovo regime in Siria permetterà all'Iran di tornare a stabilizzarsi o permettere il trasferimento di armi a Hezbollah, rispondendomo con forza e gli faremo pagare un prezzo pesante. Siamo intenzionati a fare tutto il necessario per garantire la nostra sicurezza. In questo contesto, ho autorizzato l'aviazione a bombardare capacità militare strategica lasciate dall'esercito siriano, affinché non finiscano nelle mani dei jihadisti", lo dichiara il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una nota diffusa dal suo ufficio.

Kallas: "Evitare replica di scenari orribili Iraq, Libia e Afghanistan"

"Dobbiamo evitare una ripetizione degli orribili scenari in Iraq, Libia e Afghanistan". Lo ha detto l'Alta rappresentante per gli Affari esteri e la sicurezza della Ue, Kaja Kallas, parlando, durante un'audizione alla commissione Esteri del Parlamento europeo, dei rischi di violenza settaria e una ripresa dell'estremismo in Siria, esortando le potenze internazionale ad aiutare una transizione pacifica dopo la caduta di Bashar al-Assad. "Questa transizione presenta enormi sfide per la Siria e la regione - ha continuato - ci sono preoccupazioni legittime riguardo a violenze tra gruppi religiosi, la rinascita estremista e il vuoto politico". 

Kallas: "Alleati Assad indeboliti e disinteressati"

"Quello che e' successo alla Siria ha molte ripercussioni piu' larghe. Ha mostrato al mondo che coloro che hanno supportato il regime brutale di Assad, Russia e Iran, non potevano piu' farlo o non avevano interesse a essere presenti nel periodo successivo". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, parlando alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo. "Sono indeboliti, distratti e sovraccaricati da altri teatri nel resto del Medio Oriente o in Ucraina. Per Putin e per il regime iraniano la caduta del regime di Assad e' un duro colpo", ha aggiunto. 

Meloni a Erdogan: "L'unità della Siria va preservata"

"Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, sugli ultimi sviluppi della situazione in Siria. Il colloquio ha permesso al Presidente Meloni di ribadire l'importanza di preservare l'unità e l'integrità territoriale della Siria e di assicurare una transizione pacifica e inclusiva che possa anche contribuire alla stabilità regionale". Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi spiegando che Meloni "ha inoltre sottolineato l'assoluta necessità di garantire l'incolumità dei civili e di tutelare tutte le minoranze presenti in Siria, inclusa quella cristiana". "Alla luce della rapida evoluzione della situazione sul terreno - si legge nel comunicato -, i due leader hanno concordato di mantenersi in stretto raccordo". 

Von der Leyen prossima settimana in Turchia da Erdogan

"Ho avuto uno scambio sostanziale con Recep Tayyip Erdogan sulla situazione in Siria. L'integrità territoriale della Siria deve essere preservata e le minoranze devono essere protette. Ci incontreremo all'inizio della prossima settimana in Turchia per discutere di cosa significhi questo sviluppo per la regione e non solo". Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su X.

Usa, "la missione anti-Isis in Siria continuerà"

La missione anti-Isis delle truppe Usa in Siria "continua". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa. "La pressione sull'Isis continuerà perché è nel nostro interesse nazionale", ha sottolineato il funzionario. 

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