A Islamabad lanci di lacrimogeni e spari con proiettili di gomma tra la polizia pakistana e i sostenitori dell'ex premier e leader dell'opposizione Imran Khan, attalmente in carcere. ''Quattro paramilitari pakistani sono stati uccisi'' ha annunciato il ministro degli Interni Mohsin Naqvi
Sono scoppiati nuovi scontri, in Pakistan, tra le forze di sicurezza e migliaia di sostenitori dell'ex primo ministro Imran Khan. I manifestanti sono giunti al mattino in città per chiedere la scarcerazione dell'ex premier. Ci sono stati reciproci lanci di gas lacrimogeno. La polizia, che da domenica ha bloccato tutte le zone di Islamabad, ha anche sparato proiettili di gomma. La rete internet non funziona in varie zone della città. Quattro paramilitari sono stati uccisi secondo quanto comunicato dal ministro dell'Interno, Mohsin Naqvi. Il primo ministro, Shebhaz Sharif, ha aggiunto che i paramilitari sono stati "travolti da un veicolo durante un attacco guidato dai manifestanti".
La lunga marcia per liberare Imran Khan
Khan è in carcere dall'agosto 2023 e sta affrontando un processo per presunta istigazione alla violenza riguardo ai fatti del 9 maggio 2023, quando i suoi sostenitori attaccarono in massa installazioni militari. A Khan è stato impedito di candidarsi alle elezioni di febbraio, sulle quali pesano accuse di brogli, e il suo partito, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), ha reagito alla repressione del governo con regolari dimostrazioni con l'obiettivo di occupare gli spazi pubblici delle maggiori città del Paese. La capitale è bloccata da sabato sera, con il traffico internet mobile soggetto a interruzioni e più di 20.000 poliziotti che inondano le strade, molti armati di scudi antisommossa e manganelli.