Pakistan, scontri tra polizia e sostenitori ex premier Khan

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A Islamabad lanci di lacrimogeni e spari con proiettili di gomma tra la polizia pakistana e i sostenitori dell'ex premier e leader dell'opposizione Imran Khan, attalmente in carcere. E' salito a sei morti il bilancio vittime:  quattro paramilitari e due poliziotti, secondo le forze di sicurezza pakistane

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E' salito a sei morti il bilancio degli scontri tra i sostenitori dell'ex primo ministro pakistano Imran Khan e le forze di sicurezza iniziati domenica a Islamabad. Le vittime sono quattro paramilitari e due poliziotti, mentre oltre un centinaio di agenti di polizia sono rimasti feriti, secondo quanto riferiscono le forze di sicurezza pakistane.

La polizia ha usato gas lacrimogeni e bastoni per disperdere i manifestanti, arrivati in migliaia nella capitale pakistana per chiedere la liberazione di Khan, in carcere dall'agosto del 2023. Il sito di Dawn spiega che i manifestanti hanno quasi raggiunto la D-Chowk, la destinazione finale della loro marcia nella zona rossa di Islamabad dove si trovano diversi edifici governativi. La polizia ha arrestato diverse persone, ha aggiunto Radio Pakistan.



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La lunga marcia per liberare Imran Khan

Khan è in carcere dall'agosto 2023 e sta affrontando un processo per presunta istigazione alla violenza riguardo ai fatti del 9 maggio 2023, quando i suoi sostenitori attaccarono in massa installazioni militari.  A Khan è stato impedito di candidarsi alle elezioni di febbraio, sulle quali pesano accuse di brogli, e il suo partito, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), ha reagito alla repressione del governo con regolari dimostrazioni con l'obiettivo di occupare gli spazi pubblici delle maggiori città del Paese. La capitale è bloccata da sabato sera, con il traffico internet mobile soggetto a interruzioni e più di 20.000 poliziotti che inondano le strade, molti armati di scudi antisommossa e manganelli.

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