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Usa, Trump vuole "mandare in bancarotta" l'Iran. Dal nucleare al petrolio, ecco le mosse

Mondo
©IPA/Fotogramma

Introduzione

"Massima pressione" sull'Iran per impedirgli di foraggiare le milizie sue alleate nella regione (tra cui Hezbollah) fino a costringerlo a "sedersi al tavolo" con gli Usa. Sono le mosse della prossima amministrazione americana targata Donald Trump secondo fonti qualificate citate dal Financial Times. Il tycoon, nello specifico, vorrebbe colpire con sanzioni le esportazioni di petrolio iraniano e obbligare Teheran a rinunciare al suo programma nucleare. Una strategia che, secondo i ben informati, sarebbe già pronta a tal punto che il team per la transizione trumpiana starebbe già scrivendo una serie di ordini esecutivi da emanare subito il primo giorno di governo

Quello che devi sapere

La "bancarotta" dell'Iran

  • Il presidente eletto Donald Trump non si è ancora insediato alla Casa Bianca, ma già emergono i dettagli dell'indirizzo politico della sua amministrazione. Secondo fonti vicine alla transizione americana citate dal Financial Times, il tycoon ripristinerà la sua politica di "massima pressione" sull'Iran per "mandarlo in bancarotta". Che, tradotto, vuol dire evitare che possa finanziare e armare le milizie regionali sue alleate e, in ultimo, sia costretto ad accettare di abbandonare il suo programma nucleare militare

Per approfondire: Cosa cambierà nell'economia Usa con Trump

Gli ordini esecutivi

  • Sempre secondo il quotidiano economico-finanziario, il team di transizione di Trump sta preparando ordini esecutivi contro Teheran che potrebbero essere emanati il suo primo giorno in carica. E tra questi provvedimenti ci sarebbero "sanzioni sulle esportazioni di petrolio iraniano", un prodotto vitale per Teheran. La tattica della "massima pressione", ribadisce il giornale, verrebbe utilizzata per cercare di costringere l'Iran a dialogare con gli Stati Uniti

Le nomine in funzione anti iraniana

  • Anche i ministri scelti per far parte del nuovo governo confermano di fatto la linea di Trump su Teheran. Solo due nomi: Mike Waltz e Marco Rubio. Il primo è il nuovo Consigliere per la sicurezza nazionale, il secondo è stato indicato come segretario di Stato. Entrambi sono noti per un approccio non di certo amichevole con l'Iran. E la stessa cosa si può dire di Pete Hegseth, volto televisivo di Fox News che sarà presto il capo del Pentagono. Sempre a proposito della nuova squadra trumpiana, nelle scorse ore si era diffusa la notizia secondo cui il magnate Elon Musk, fresco di nomina al Doge (il dipartimento per l'efficienza governativa, una sorta di ministero contro gli sprechi), avrebbe incontrato Amir Saeid Iravani, ambasciatore dell'Iran alle Nazioni Unite. Una circostanza smentita in maniera "categorica" da Teheran

Le mosse nel primo mandato

  • L'avversione di Trump all'Iran non è cosa recente. Anzi, già durante il suo primo mandato il tycoon aveva adottato una politica sensibilmente più dura contro Teheran rispetto a quella del suo predecessore Barack Obama, abbandonando in particolare l'accordo nucleare del 2015 che l'Iran aveva firmato con le potenze mondiali, imponendogli nuove severe sanzioni. Negli ultimi quattro anni le esportazioni di petrolio greggio dell'Iran sono nuovamente aumentate in modo significativo. Secondo il Financial Times, sono passate infatti da un minimo di 400.000 barili al giorno nel 2020 a oltre 1,5 milioni di barili al giorno nel 2024, con quasi tutte le spedizioni dirette in Cina

Un conto aperto

  • Non meno importante è quanto accaduto nel gennaio 2020, quando Trump ordinò un raid a Baghdad contro un convoglio di auto all'aeroporto. Rimasero uccisi il comandante supremo iraniano Qassem Soleimani, la guida delle forze di mobilitazione popolare irachene Abu Mahdi al-Muhandis e altre otto persone. Subito dopo l'attacco, Teheran giurò vendetta. Il leader repubblicano ha inoltre un conto personale aperto con i vertici di Teheran, che secondo fonti di intelligence avrebbero tramato per ucciderlo durante la campagna elettorale

"Da Trump condizioni molto dure"

  • È in questo quadro,  dunque, che la prossima amministrazione america si dovrà muovere. Come detto, uno degli obiettivi è colpire il petrolio, maggiore fonte di risorse economiche per la Repubblica islamica. "Speriamo che sia un incentivo per convincerli ad accettare negoziati in buona fede, che potrebbero stabilizzare le relazioni e persino un giorno le potrebbero normalizzare", ha detto al Financial Times l'esperto di sicurezza nazionale a conoscenza della transizione. "Penso però che le condizioni di Trump saranno molto più dure di quelle per cui gli iraniani sono pronti", ha aggiunto

La reazione dell'Iran

  • Ma c'è già stata una reazione iraniana alle indiscrezioni sul nuovo corso americano? Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato, in un'intervista alla televisione di Stato, che esiste una possibilità per i negoziati sul nucleare con l'Occidente, ma che è "limitata". "C'è ancora un'opportunità per la diplomazia, anche se questa opportunità non è molta, è un'opportunità limitata", ha detto Araghchi riguardo al programma nucleare iraniano. Nel frattempo, Teheran continua a foraggiare le milizie filoiraniane nel conflitto con Israele, in particolar modo i combattenti di Hezbollah, che continuano a lanciare razzi contro lo Stato ebraico. Che a sua volta risponde martellando Beirut, Tiro e diversi villaggi nel Sud e nell'Est del Libano, provocando numerose vittime

Le richieste di Teheran all'Onu

  • Anche presso le Nazioni Unite l'Iran non demorde. La missione permanente di Teheran ha chiesto all'organizzazione internazionale di "adottare misure per porre fine ai crimini israeliani che violano la sovranità e l'integrità territoriale dell'Iran, oltre che alle azioni terroristiche contro i cittadini iraniani" e di perseguire i responsabili. L'appello è stato inviato a metà della settimana scorsa al segretario generale dell'Onu António Guterres e al Consiglio di sicurezza. Secondo l'agenzia Irna, il 26 ottobre scorso Israele ha condotto attacchi contro installazioni militari nelle province di Teheran, Khuzestan e Ilam, durante i quali quattro membri delle forze armate iraniane e un civile sono stati uccisi

Per approfondire: Tutte le nomine di Trump per il suo governo