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Google, multa da record in Russia: cifra superiore al Pil mondiale

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©Getty

La piattaforma avrebbe rimosso alcuni canali televisivi russi. La sanzione è la più alta mai stabilita nei confronti del colosso tecnologico: ammonta alla cifra surreale di 2,5 decilioni di dollari

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Google avrebbe accumulato in Russia multe per circa 2,5 decilioni di dollari - una cifra a 34 zeri - per essersi rifiutata di ripristinare gli account su YouTube di 17 media considerati filo-Cremlino. Lo scrive il giornale Rbk citando una propria fonte, mentre la Bbc sottolinea che nonostante sia una delle aziende più ricche del mondo, la sanzione record è notevolmente superiore ai 2.000 miliardi di dollari di valore di Google. 

 

Sanzioni per 23 volte superiori al pil mondiale

Il procedimento legale, in corso da quattro anni, ha portato alle sanzioni più alte mai stabilite nei confronti del colosso tecnologico: ammonta alla cifra surreale di 2,5 decilioni di dollari (un numero a 33 cifre), una somma sproporzionata se confrontata con l’economia globale: il Pil mondiale si aggira attorno ai 110.000 miliardi di dollari, il che rende la sanzione oltre 23 milioni di volte superiore all’intero denaro presente sulla Terra, come ha spiegato l’avvocato Ivan Morozov, citato dall’agenzia di stampa russa Tass.

Causa iniziata all'inizio del 2020

Anche Roman Yankovsky, esperto dell’Istituto di istruzione superiore HSE, ha confermato che tale sanzione è impossibile da riscuotere. Infatti, la holding di Google, Alphabet, ha una capitalizzazione di mercato di poco superiore ai 2.000 miliardi di dollari e un utile trimestrale di circa 80 miliardi, cifre che rendono impraticabile il pagamento dell’enorme multa. La causa ha avuto inizio nel 2020, quando Google ha rimosso il canale ultranazionalista russo Tsargrad da YouTube in risposta alle sanzioni statunitensi contro la Russia. La multa, valida solo a livello nazionale, rappresenta un gesto di sfida da parte della Federazione Russa verso il gigante tecnologico statunitense, come riportato anche dal quotidiano britannico The Register.

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