
Usa Weekly News. Le star della musica per Harris, Trump ospite del podcast di Joe Rogan
Kamala Harris e Donald Trump proseguono la campagna elettorale e scelgono il Michigan. Ad aiutare il ticket democratico tante star: per Harris sono scesi in campo Beyonce, Bruce Springsteen, Eminem, Lizzo e Usher, ma anche Michelle Obama a Kalamazoo (che l’ex First Lady ha rinominato Kamalazoo). Anche Trump non si ferma: è stato ospite del podcast di Joe Rogan, il più ascoltato negli Stati Uniti
A cura di Valentina Clemente

Harris, Trump e voto anticipato - Kamala Harris è in vantaggio su Donald Trump tra gli elettori che hanno già votato, con una percentuale del 63% contro il 34%. Lo rivela un sondaggio di Usa Today e Suffolk University. Tra coloro che intendono votare il giorno delle elezioni, il candidato repubblicano è in testa sulla rivale democratica con il 52% contro il 35%. Nel complesso, il sondaggio mostra una sfida molto equilibrata con Harris al 45% e Trump al 44%, all'interno del margine di errore del sondaggio, che è di più o meno 3,1 punti percentuali

Violenza in aumento - A pochi giorni dalle elezioni, nuovi casi di violenza politica turbano gli Usa. A York, in Pennsylvania, un uomo ha aggredito un gruppo di persone riunite per Harris, colpendo con un pugno un settantaquattrenne. In Michigan una persona ha investito con il suo Suv un uomo che stava mettendo un cartello in giardino in sostegno di Trump. I recenti attacchi sono solo gli ultimi episodi, secondo Reuters si sono verificati almeno 300 casi di violenza politica dal 6 gennaio 2021. L’aumento della violenza è il più significativo dagli anni Settanta

Star per Harris – Bruce Springsteen ad Atlanta con Barack Obama, Lizzo e Usher, Beyoncé a Houston: le star scendono in campo per il ticker democratico. In Texas Beyoncé ha incoraggiato l’America a “cantare una nuova canzone”: “Non sono qui come celebrità. Non sono qui come politico. Sono qui come madre”, ha detto la star, “preoccupata per il destino del mondo in cui vivono i miei figli e tutti i nostri figli”. La vicepresidente l'ha ringraziata calorosamente, prima di mettere in guardia l’opinione pubblica: “Questa elezione deciderà il futuro dell’America”

Gates pro Harris - Bill Gates ha donato 50 milioni di dollari a una no profit che sostiene Kamala Harris. Lo riporta il New York Times. In alcune conversazioni private, Gates si sarebbe detto preoccupato per una seconda presidenza di Donald Trump: “Sostengo i candidati che dimostrano un chiaro impegno nel migliorare la sanità, ridurre la povertà e combattere il cambiamento climatico negli Stati Uniti e nel mondo. Questa elezione è diversa con il suo significato senza precedenti per gli americani e i più deboli al mondo”, ha detto Gates al New York Times

Dimon Kamala – L’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon sostiene privatamente Kamala Harris e valuterebbe un ruolo in una sua amministrazione. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali Dimon non si è esposto pubblicamente per timori di contraccolpi nel caso di vittoria di Donald Trump. Dimon è una delle figure più di spicco di Wall Street e le campagne di Harris e Trump hanno cercato di strappargli il suo sostegno

Harris su Trump: ha deriva autoritaria - Kamala Harris ha rilanciato l’allarme sulla deriva autoritaria di Donald Trump, dopo le accuse fatte dall’ex capo dello staff del tycoon, che ha ricordato come Trump avesse detto in passato di volere “un tipo di generali come quelli che aveva Hitler”. “Noi - ha detto la vicepresidente, parlando a Washington - sappiamo cosa vuole Trump: un potere incontrollato”

Trump, Rogan e tre ore di ritardo - Donald Trump ha fatto tre ore di ritardo al comizio in Michigan a causa della registrazione di una puntata del podcast con Joe Rogan, il più ascoltato negli Usa. Figura controversa e con un passato di estrema destra, il presentatore era un aperto no vax durante il Covid tanto da suscitare una protesta contro Spotify, che ospitava il suo podcast, con Neil Young e Joni Mitchell che decisero di abbandonare la piattaforma. Con il tycoon ha avuto un rapporto complicato e in passato aveva dichiarato che non l’avrebbe mai intervistato

Trump e i “nemici interni” - “I nemici interni sono peggio del leader nord coreano Kim Jong Un, con il quale andavo d’accordo”: così Trump al podcast di Joe Rogan, uno dei più popolari degli Stati Uniti. Il tycoon ha più volte parlato dei nemici interni, che sono i suoi oppositori politici, fra i quali l’ex speaker della camera Nancy Pelosi. Nel corso del colloquio l’ex presidente ha ribadito che, se eletto, negozierà la pace fra Russia e Ucraina senza però fornire dettagli. “Se ti dicessi cosa farei, non sarei poi in grado di fare un accordo”, ha spiegato

Arabo-americani per Trump - Gli arabo-americani sono leggermente più propensi a votare per Donald Trump che per Kamala Harris, secondo un nuovo sondaggio: un segnale preoccupante per le possibilità della candidata dem di vincere nello stato in bilico del Michigan, che ospita una grande popolazione arabo-americana. Il sondaggio, condotto di Arab News Research and Studies Unit insieme a YouGov, mostra che il 43% sostiene il tycoon rispetto al 41% che preferisce la sua rivale e al 4% che supporta la candidata del Partito Verde, Jill Stein

Musk e brogli da segnalare - Ogni segnale di frode elettorale deve essere denunciato e pubblicato su X. Questa la richiesta di Elon Musk, che durante un comizio tenutosi a Pittsburgh, ha risposto alla domanda del pubblico sui problemi legati alle macchine per il voto. Musk ha seminato dubbi sulla affidabilità del sistema di voto e ha chiesto alla folla di postare on line eventuali problemi. “Siate molto rumorosi se avete delle preoccupazioni - ha detto Musk - più è luminosa la luce che mettiamo su qualsiasi questione di voto, meno è probabile che ci siano brogli”

Rfk Jr - Trump? – “Amo mio fratello, ma sono in completo disaccordo con lui su questo. Tutto quello che porta avanti Trump non corrisponde ai valori che la famiglia Kennedy sostiene e ha sempre sostenuto”. Kerry Kennedy, figlia di Robert Kennedy, candidato presidenziale ucciso nel 1968, e sorella di Robert F. Kennedy Jr. ex candidato indipendente alla Casa Bianca, commenta così nel corso di un incontro del Gruppo Esponenti Italiani (Gei) presieduto da Mario Platero la decisione del fratello di dare il suo endorsement al tycoon lo scorso agosto

Rudy Giuliani - Rudolph Giuliani deve dare il controllo del suo appartamento di New York, della sua Mercedes e di diversi dei suoi orologi di lusso alle due scrutatrici che ha diffamato e alle quali deve 150 milioni di dollari. Lo ha stabilito il giudice Lewis Liman. “Siamo orgogliosi che le nostre clienti riceveranno finalmente qualche ricompensa per le azioni di Giuliani”, ha detto Aaron Nathan, il legale di Ruby Freeman e Shaye Moss