Live In Roma, dissidente russo Yashin: "In Ucraina è conflitto globale, carcere per Putin"

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Sul palco dell'evento che porta Sky TG24 fuori dagli studi televisivi spazio all'approfondimento sui conflitti che stanno sconvolgendo il pianeta. L'oppositore russo, rilasciato nel più grande scambio di prigionieri dai tempi della Guerra Fredda, racconta la sua liberazione. E dice: "In Russia 1.500 prigionieri politici. Basta un like per in finire in cella". Il politologo Kepel sulla crisi in Medioriente: "La resistenza di Hezbollah dura da abbattere, l'Iran atteso da una sfida enorme"

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A Sky TG24 Live In Roma, in corso di svolgimento alle Corsie Sistine del complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, si è parlato anche di geopolitica e degli sconvolgimenti che stanno ridisegnando la mappa degli equilibri internazionali. Ospiti del nostro approfondimento di esteri l’oppositore politico russo Ilya Yashin, il politologo e arabista Gilles Kepel e il regista Ken Burns (LIVE IN ROMA 2024 - LA DIRETTA). Per Kepel "l'allerta massima delle ultime ore in Libano rappresenta un problema enorme pure per Unifil. La situazione resta incandescente, anche perché nel Sud del Paese Hezbollah, seppur decapitato, può contare ancora su una fittissima rete di gallerie nei piccoli paesini. Ecco perché può ancora infliggere a Israele danni seri". "

Kepel: "Resistenza di Hezbollah dura da abbattere"

Lo Stato ebraico, da parte sua", ha sottolineato Kepel, "con la sua operazione non ha attaccato solo Hezbollah, ma l'intero territorio libanese: ci sono persone in fuga dalle città e che dormono nelle strade, regna il caos e, in questo modo raddoppiano le tensioni fra le confessioni". Per Kepel "la resistenza di Hezbollah all'occupazione rimane forte per il momento. Netanyhau, da parte sua, ha bisogno di far tornar a casa gli abitanti dell'alta Galilea, ma il rientro sarà molto, molto difficile. Sullo sfondo, po, c'èil ruolo dell'Iran, atteso da "una sfida enorme". "Hezbollah, spiega Kepel, "era il baluardo creato da Teheran per proteggersi, ora Israele vuole distruggerlo per mettere l'Iran in prima linea".

Yashin: "I Russia 1.500 prigionieri politici: molti cittadini comuni"

Subito dopo Kepel, sul palco di Live In Roma, è stata la volta di Ilya Yashin, dissdente russo tra i protagonisti, nello scorso mese di agosto, dello scambio di prigionieri più grande dai tempi della Guerra Fredda. Condannato a otto anni e mezzo di carcere, Yashin è stato rilasciato dopo due, tra la sua "assoluta sorpresa. Nessuno dei prigionieri politci", ha confessato Yashin, "sapeva di essere parte di questo scambio. Insomma, "un attimo prima ero in carcere, l'attimo dopo in un altro Paese". Yashin ha poi fatto il punto sulla gravità della situazione in Russia, dove sono più di 1.500 i prigionieri politici. "La maggioranza", ha spiegato, "sono persone normali. Certo, ci sono politici, giornalisti e blogger, ma anche  tanti cittadini comuni, in carcere solo per avere parlato tra di loro o per un like di troppo sui social media". Queste persone, ha aggiunto "sono letteralmente in carcere per le parole che hanno utilizzato, perché chiamano la guerra 'guerra' e la ritengono non accettabile. 

"Assistiamo a un conflitto tra libertà e dittatura, Putin va fermato"

Per Yashin occorre ribadire che "questa non è una guerra tra russi e ucraini, ma una guerra globale, che vede contrapporsi dittatura e libertà, progresso e arretramento, rispetto per i diritti umani contro morte e disprezzo per le persone". "Se Putin conquisterà l'Ucraina", ha aggiunto il dissidente russo, "non si fermerà e andrà oltre: diventerà una minaccia per tutta la sicurezza europea e internazionale". Yashin ha confessato la sua intenzione di tornare in Russia, ma anche il senso di colpa per chi ancora è costretto a sopravvivere nellle carceri russe. "È presto per capire chi potrebbe guidare l'opposizione russa. Cercare un capo creerebbe ulteriori divisioni oltre a quelle che già ci sono" La prima cosa da fare, ha concluso , è far sì che "l'ufficio di Putin diventi una cella, perché stiamo parlando di un criminale di guerra".

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