Londra, 5 ex dipendenti di Harrods accusano di stupro il defunto magnate Mohamed Al Fayed

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I cinque casi fanno parte di un'inchiesta molto più ampia pubblicata dalla Bbc che racchiude almeno 37 denunce arrivate da ex dipendenti; tutte sostengono di aver subito molestie sessuali dal loro datore di lavoro

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Pesanti sospetti postumi di stupro e molestie sessuali si addensano sulla memoria del magnate egiziano Mohamed Al Fayed, già proprietario degli storici magazzini Harrods a Londra, nonché padre di Dodi, morto con la principessa Diana nel 1997 a Parigi nell'incidente automobilistico al Tunnel dell'Alma.

Le denunce arrivano da almeno 37 ex dipendenti dello staff dell'esclusivo centro commerciale, donne giovani e giovanissime, di cui cinque hanno raccontato perfino casi di stupro, e sono contenute in un'inchiesta giornalistica pubblicata della Bbc a un anno dalla scomparsa a 94 anni del miliardario.

Le rivelazioni sono al centro di un documentario e podcast dell'emittente pubblica dal titolo Al-Fayed: Predator at Harrods, da cui emerge anche una prolungata azione di insabbiamento condotta dai vertici dei magazzini di lusso - dal 2010 di proprietà del fondo sovrano del Qatar - su ordine del businessman protagonista negli ultimi decenni di vita anche di una campagna d'accuse contro la famiglia reale britannica su ipotesi di trame e complotti dietro la fine tragica di suo figlio e di Lady D, all'epoca moglie neo-divorziata dell'attuale re Carlo III, nonché madre dei principi William e Harry.

I racconti delle donne

"Mohamed Al Fayed era un mostro, un predatore sessuale senza alcun principio morale" ha dichiarato una delle ex dipendenti, dicendo di essere stata stuprata a Londra quando ancora era una teenager. "Una persona spregevole", lo ha invece definito un'altra, che era stata segretaria di Al Fayed dal 1988 al 1991 e ha riferito di diversi tentativi di stupro subiti.

Le donne coinvolte nella vicenda hanno raccontato di violenze e molestie sistematiche avvenute fra le tante proprietà del miliardario (a partire dagli appartamenti di lusso) e gli ambienti vip da lui frequentati nella capitale britannica, a Parigi, Saint Tropez e Abu Dhabi, accusandolo di averle usate come "giocattoli" per il suo piacere in un clima fatto anche di minacce e di allusioni a telecamere piazzate per spiarle.
Al Fayed era già stato accusato per fatti simili dalla polizia inglese, che aveva aperto un'indagine nei suoi confronti per stupro nel 2015 ma non era mai stato formalmente incriminato. Se la via penale è preclusa dopo la scomparsa del magnate, quattordici delle donne ascoltate dall'emittente hanno recentemente intentato una causa civile contro Harrods per danni e altre si preparano a farlo. L'attuale dirigenza dei magazzini ha dichiarato di essere "sconcertata" per quanto emerso e si è scusata, anche se appare molto probabile a fronte della vastità dello scandalo che vi saranno forme di indennizzi alle vittime.

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