Messner ha raggiunto quota 80 anni. Un altro grande traguardo per l'uomo che ha scritto alcune delle pagine più importanti dell'alpinismo, diventando il primo al mondo a scalare tutte le 14 vette oltre gli 8000 metri senza l'ausilio delle bombole d'ossigeno
Reinhold Messner, leggenda vivente dell'alpinismo e dell'esplorazione, compie oggi 80 anni. Primo al mondo a scalare tutte le 14 vette oltre gli 8000 metri senza l'ausilio delle bombole d'ossigeno, ha lasciato il segno non solo con le sue imprese ad alta quota, ma anche con le sue esplorazioni nei deserti di ghiaccio e sabbia. "Compio 80 anni, è un dato di fatto con il quale posso vivere benissimo. Non c'è altro da aggiungere", ha affermato Messner con il suo caratteristico pragmatismo, lo stesso che lo ha sempre accompagnato in ogni sfida.
Un compleanno lontano dai riflettori
Messner non ha programmato grandi festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno. L’altoatesino trascorrerà la giornata di oggi in compagnia della moglie Diane in una baita. Nato a Bressanone nel 1944, ha iniziato a scalare da giovanissimo, diventando presto noto per il suo approccio all’arrampicata "pulita", senza l’utilizzo di ausili esterni. Una filosofia alpinistica volta a non "invadere" le montagne, ma solo ad "arrampicarle". Negli anni ’70, ha cominciato a concentrarsi sull’alta quota, lasciando il segno nella storia con imprese leggendarie come la prima scalata dell’Everest senza bombole di ossigeno, compiuta nel 1978 insieme a Peter Habeler. Un'impresa fino ad allora ritenuta impossibile. Lo stesso anno, ha scalato in solitaria il Nanga Parbat, e nel 1986 ha raggiunto la vetta del Lhotse, diventando il "Re degli Ottomila".
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Non solo alpinismo
"Ho sette vite, come un gatto", aveva scherzato Messner in occasione del suo settantesimo compleanno, riferendosi ai numerosi ruoli che ha ricoperto nel corso della sua vita: scalatore su roccia, alpinista di alta quota, avventuriero dei deserti, eurodeputato verde, autore di libri, regista di film e fondatore di musei.
Negli ultimi anni, Messner ha trovato spazio anche sui social media, dove condivide scorci della sua vita privata e riflessioni sulla vita e la morte. Un tema, quest’ultimo, che è sempre stato presente nella vita dell'alpinista, soprattutto dalla morte del fratello Günther nel 1970 sul Nanga Parbat. Qualche mese fa, in un post che ha destato preoccupazione, aveva scritto di sentirsi vicino alla fine, salvo poi chiarire: "La morte è un dato di fatto. Non voglio preoccupare nessuno. Sto benissimo e sono felice di potermi guardare indietro: ho vissuto una vita meravigliosa con alti e bassi e ora affronto con calma i miei ultimi dieci anni. A proposito, non sono l'unico che morirà".
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