Nicaragua, revocata la cittadinanza a 135 prigionieri politici

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Photo by JOHAN ORDONEZ/AFP via Getty Images

Si tratta di alcuni oppositori al governo, scarcerati ed espulsi dal Paese. Gli Usa avevano chiesto il loro rilascio per motivi umanitari

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Il governo del Nicaragua ha tolto la nazionalità a 135 prigionieri politici. Accusati di crimini contro “sovranità, indipendenza e autodeterminazione del popolo nicaraguense”, sono stati rilasciati la scorsa settimana ed espulsi dal Paese. La corte suprema del Nicaragua ha anche dichiarato che è stata disposta la confisca dei loro beni per compensare i danni causati dalle loro attività criminali. 

L'intervento di Washington

Tra i prigionieri, deportati in Guatemala, tredici sono membri dell’organizzazione missionaria texana Mountain Gateway, laici cattolici e studenti, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan. La Casa bianca, infatti, aveva chiesto al Nicaragua di rilasciare i detenuti per motivi umanitari.

Contro gli oppositori politici

Nel 2023 un altro esodo di massa di prigionieri politici aveva avuto luogo in Nicaragua: 222 prigionieri – tra cui i principali oppositori al governo di Daniel Ortega – erano stati trasferiti negli Usa e privati della cittadinanza. Complessivamente solo oltre 450 i dissidenti colpiti dalla campagna di repressione del leader sandinista, lanciata all'indomani delle proteste anti-governative nel 2018. Tra le realtà colpite anche ong, associazioni cattoliche, organizzazioni senza scopo di lucro. 

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