Più di 150 mila incendi tra gennaio e settembre, il numero più alto mai raggiunto dal 2010: è il bilancio della più grande siccità nella storia del Brasile
Soffia un vento carico di fumo a San Paolo, dove i cittadini segnalano "un'aria irrespirabile". Neanche la più grande megalopoli del Paese, dove vivono 27 milioni persone, è al riparo dai risultati della siccità che ha colpito il Brasile: il fumo prodotto dagli incendi in Amazzonia, trasportati dal vento per centinaia di chilometri, passano anche per le principali città e quindi San Paolo, Rio de Janeiro, Salvador, Brasilia.
Sono 1400 le città brasiliane colpite a livelli "estremi o gravi". Si parla di quasi un quarto dei comuni della nazione, secondo il Centro nazionale per il monitoraggio e l'allarme dei disastri naturali (Cemaden), che sottolinea anche come il clima più secco abbia accelerato la diffusione degli incendi, minacciando biomi importanti come l'Amazzonia, il Pantanal e il Cerrado.
I dati
"Noi brasiliani abbiamo registrato un caldo superiore alla media mondiale - ha detto il ricercatore Giovanni Dolif -. Quest'inverno, nei mesi di giugno, luglio e agosto, a San Paolo, ad esempio, si sono registrati due gradi sopra la media".
Con l'aggravarsi della siccità e l'aumento delle temperature, l'Istituto nazionale per la ricerca spaziale (Inpe) ha registrato 156.023 incendi tra il 1 gennaio e il 7 settembre di quest'anno, il numero più alto registrato nello stesso periodo dal 2010.