Venezuela, Wsj: “Gli Usa offrono la grazia al presidente Maduro se lascia il potere”

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Lo hanno riferito alcune fonti informate al Wall Street Journal, secondo cui l'amministrazione Biden avrebbe messo "tutto sul tavolo" per convincere il leader venezuelano, al centro di una serie di proteste da parte della popolazione che ne contesta la rielezione, ad andarsene prima della fine del suo mandato a gennaio

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Gli Stati Uniti starebbero portando avanti una serie di colloqui segreti per convincere il presidente venezuelano Nicolas Maduro a lasciare il potere in cambio della grazia. Lo riferiscono alcune fonti informate al Wall Street Journal, secondo cui l'amministrazione Biden avrebbe messo "tutto sul tavolo" per convincere il leader venezuelano, al centro di una serie di proteste da parte della popolazione che ne contesta la rielezione, ad andarsene prima della fine del suo mandato a gennaio.

Il presidente venezuelano Maduro e gli Stati Uniti

Il presidente venezuelano Maduro deve affrontare una serie di incriminazioni da parte del dipartimento di Giustizia statunirense. Nel 2020 gli Stati Uniti hanno messo una ricompensa di 15 milioni di dollari per informazioni che potessero portare al suo arresto. Il tentativo di risolvere la situazione per l'amministrazione Biden è anche una corsa contro il tempo prima dell'insediamento del nuovo presidente a gennaio: una vittoria di Donald Trump potrebbe mettere la parola fine ai colloqui se l'ex presidente dovesse riprendere le sue politiche aggressive nei confronti di Maduro iniziate nel 2019, quando la sua amministrazione sostenne un governo ombra per rovesciare il regime. Quanto alle incriminazioni del dipartimento di Giustizia americano contro Maduro, gli Stati Uniti sarebbero disponibili non solo a concedere la grazie ma anche a non chiedere l'estradizione di altre figure del regime accusate, tra l'altro, di un maxi traffico di cocaina negli Usa.

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L'operazione rappresenta un barlume di speranza per l'opposizione che da settimane sta cercando di dimostrare la vittoria dell'ex diplomatico Edmundo González Urrutia alle elezioni del 28 luglio che rivendica di aver ottenuto il 70% delle preferenze. Invece, il leader di Caracas ha incarcerato migliaia di dissidenti e incaricato la Corte Suprema di risolvere l'impasse elettorale in modo da garantirgli più tempo al potere: la repressione delle proteste ha causato almeno 24 morti e oltre 2.000 arresti. Stando a quanto riferito dal Wsj, l'offerta americana al presidente venezuelano sarebbe avvenuta per la prima volta a Doha, in Qatar, e poi i colloqui sarebbero proseguiti in modo virtuale tra il presidente del Congresso e alleato di Maduro, Jorge Rodríguez, e Daniel Erikson, direttore delle politiche per il Venezuela presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale americano. Anche Brasile, Messico e Colombia sono stati coinvolti nel tentativo di risolvere lo stallo. Washington vuole che questi Paesi - governati  da leader di sinistra solidali con Maduro - assumano una posizione più dura e aumentino la pressione sul leader. Il presidente venezuelano si è detto disponibile al dialogo a patto che Washington "gli mostri rispetto". "Non impicciatevi degli affari del Venezuela, è tutto quello che chiedo", ha avvertito in una recente conferenza stampa.

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