Venezuela, ancora proteste a Caracas. Arrestate 2mila persone in tutto il Paese

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Introduzione

Continua la protesta in Venezuela organizzata dall'opposizione contro la contestata rielezione di Nicolas Maduro alle presidenziali del 28 luglio. A Caracas migliaia di persone sono scese in piazza anche oggi, dopo la grande manifestazione di ieri, per contestare i presunti brogli elettorali denunciati dall'opposizione e per chiedere la fine del regime di Maduro. 

 

Nel frattempo, le forze di sicurezza del Venezuela hanno catturato 2mila persone, tra manifestanti, attivisti e giornalisti. Il presidente Maduro ha annunciato che "i pattugliamenti militari e della polizia" continueranno in tutto il Paese. "Questi criminali andranno tutti in carcere. Questa volta non ci sarà perdono, ciò che hanno fatto è molto grave", ha aggiunto il leader "chiavista"

Quello che devi sapere

Le proteste in Venezuela

I manifestanti hanno sfilato per le strade della capitale sventolando bandiere e tenendo tra le mani striscioni e cartelloni di protesta al suono dei “cacerolazos”, come vengono definite le manifestazioni popolari durante le quali si percuotono casseruole e suppellettili di cucina. Secondo i dati forniti da diverse ong, almeno 11 persone sono morte a causa della repressione del governo di Maduro durante le manifestazioni, mentre ammontano a 2mila gli arresti, tra cui anche quelli di decine di minorenni

Le proteste in Venezuela

La vittoria di Nicolas Maduro

Nicolas Maduro, erede del leader socialista Hugo Chávez e capo del Paese dal 2013, è stato nuovamente eletto presidente del Venezuela lo scorso 29 luglio, con il 52% dei voti. Elezioni che sono state contestate dagli Stati Uniti e da diversi Paesi dell'America Latina, che riconoscono invece come vincitore lo sfidante Edmundo Gonzalez Urrutia

La vittoria di Nicolas Maduro

Maduro: "Non accetteremo che ci rubino le elezioni"

Il presidente venezuelano Maduro ha annunciato, durante una manifestazione in suo sostegno, che il suo Paese non accetterà che l'opposizione cerchi di "usurpare nuovamente la presidenza", aggiungendo che i "pattugliamenti dei militari e della polizia proseguiranno". “Non accetteremo, con le leggi nazionali, che tentino di usurpare nuovamente la presidenza della Repubblica", ha dichiarato Maduro durante una manifestazione in suo sostegno, riferendosi al riconoscimento da parte di alcuni Paesi del candidato dell'opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia come "presidente eletto", cinque anni dopo quello avvenuto con l'avversario Juan Guaido nel 2019 da parte della comunità internazionale

Maduro: "Non accetteremo che ci rubino le elezioni"

Arrestate 2mila persone nel Paese

Le forze di sicurezza del Venezuela hanno catturato 2mila persone. Un numero destinato probabilmente ad aumentare nei prossimi giorni, come ha riferito il presidente Maduro, il quale ha precisato che "i pattugliamenti militari e della polizia" continueranno in tutto il Paese. "Andranno tutti a Tocorón e Tocuyito (due carceri di massima sicurezza, ndr). Questa volta non ci sarà perdono, ciò che hanno fatto è molto grave", ha aggiunto il leader 'chavista'

Arrestate 2mila persone nel Paese

Maduro: "Questi criminali andranno in carcere"

Le carceri di massima sicurezza di Tocorón e Tocuyito, attualmente in fase di ristrutturazione, saranno "pronte in 15 giorni", ha promesso il presidente venezuelano, per ospitare i "guarimberos", cioè coloro che provocano agitazione e disordini. "Tutti questi criminali avevano ordini chiari su dove attaccare, chi cercare", ha detto Maduro, secondo cui erano stati tutti addestrati negli Stati Uniti, in Perù, Colombia e in altri Paesi della regione. "Sono stati coinvolti in un piano negli ultimi undici mesi", ha aggiunto

Maduro: "Questi criminali andranno in carcere"

La condanna della Commissione interamericana

Nel frattempo, la Commissione interamericana dei diritti umani ha condannato fermamente la detenzione di manifestanti, attivisti e giornalisti nel Paese. "La situazione dei diritti umani in Venezuela resta preoccupante e chiediamo chiaramente il rilascio immediato di Kennedy Tejeda e Freddy Ferrer, così come di tutti coloro che sono stati privati della libertà per aver esercitato il loro diritto di protesta e la libertà di espressione", si legge sul profilo X dell'ente dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa)

La condanna della Commissione interamericana

L'iniziativa dall'Europa

Intanto in Europa, l'Italia e altri Paesi dell'Unione hanno chiesto alle autorità venezuelane di pubblicare “tempestivamente” tutti i registri di voto prodotti in ogni seggio elettorale, per fare luce sulla vicenda. Su iniziativa italiana e francese, i capi di governo o il presidente francese, quello spagnolo, il cancelliere tedesco, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il primo ministro dei Paesi Bassi, della Polonia e del Portogallo hanno adottato una dichiarazione sulla situazione in Venezuela

L'iniziativa dall'Europa

La dichiarazione di alcuni Paesi Ue

"Esprimiamo forte preoccupazione per la situazione in Venezuela a seguito delle elezioni presidenzialidi domenica scorsa. Chiediamo alle autorità venezuelane di pubblicare tempestivamente tutti i registri di voto pergarantire piena trasparenza e integrità del processo elettorale. L'opposizione indica di aver raccolto e pubblicato oltre l'80% dei registri di voto prodotti in ogni seggio elettorale. Questa verifica è essenziale per riconoscere la volontà del popolo venezuelano”, Così si legge nella dichiarazione di Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo

La dichiarazione di alcuni Paesi Ue

La dichiarazione di alcuni Paesi Ue /2

“I diritti di tutti i venezuelani, in particolare dei leader politici, devono essererispettati durante questo processo. Condanniamo fermamente qualsiasi arresto o minaccia nei loro confronti”, si legge ancora nella dichiarazione. “La volontà del popolo venezuelano, così come il suo diritto a protestare e a riunirsi pacificamente devono essere rispettati. Continueremo aseguire da vicino la situazione insieme ai nostri partner e a sostenere l'appello alla democrazia e alla pace del popolo venezuelano"

La dichiarazione di alcuni Paesi Ue /2

Il tentativo di sequestro di David Gelder

Nel frattempo l'opposizione venezuelana ha denunciato un tentativo di sequestro di uno dei suoi volontari, in campo il 28 luglio, da parte di "soggetti armati" che hanno circondato la sua abitazione durante le manifestazioni organizzate ieri per contestare i risultati elettorali. "Individui non identificati vogliono sequestrare David Gelder, componente del nostro staff elettorale", ha segnalato via X il partito Vente Venezuela, aggiungendo che abitanti della zona "si sono mobilitati per impedire" il rapimento

La denuncia dell'opposizione

Dal Comitato per i diritti umani del partito hanno denunciato "l'assedio" contro David Gelder, affermando che le persone "non identificate" sono arrivate "a bordo di furgoni bianchi" e sono entrate nel palazzo "alla sua ricerca". Anche María Corina Machado ha denunciato i fatti via X. "Dobbiamo proteggerci gli uni con gli altri e andare avanti", ha detto

La denuncia dell'opposizione

Vente Venezuela: "Minacce di sequestro a Gelder"

Nella notte, Vente Venezuela ha anche segnalato che "un gruppo di sei, otto persone vestite di nero e incapucciate sono entrate nel palazzo" in cui vive Gelder, "minacciando di sequestrarlo". Il Comitato per i diritti umani del partito ha parlato di una decina di funzionari della Direzione generale del controspionaggio militare (Dgcim) che hanno cercato di "entrare con la forza nell'abitazione di David Gelder" e hanno puntato il dito contro "il regime" per "qualsiasi cosa dovesse accadere"