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Guerra Israele, Netanyahu a Rafah vuole controllo valico. Tajani: "Aiuti a Gaza ora"

©Getty

Oggi il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha visitato Rafah, nel sud della striscia di Gaza. "Sono molto convinto che Israele debba avere il controllo del 'Corridoio Filadelfia' e del valico di Rafah", ha detto ribadendo che quei due obiettivi sono "essenziali". Secondo l'agenzia Bloomberg invece alcuni funzionari israeliani hanno già avviato contatti al riguardo con gli Stati Uniti e l'Ue per passare il controllo del valico alla stessa Ue e ai palestinesi

LIVE

Netanyahu a Rafah, incontro con i soldati dell'Idf

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu è stato oggi in visita a Rafah, la città più meridionale di Gaza, dove ha incontrato i soldati dell'Idf. Lo ha reso noto il suo ufficio.

Israele, colpite strutture di Hezbollah nel sud del Libano

L'aeronautica israeliana ha reso noto di aver colpito in mattinata infrastrutture terroristiche di Hezbollah nell'area di Ain El Tineh e due postazioni militari di Hezbollah nelle aree di Zibqin e Maryamine, nel sud del Libano. Inoltre, l'artiglieria delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha colpito nella zona di Blida, nel sud del Paese dei cedri.

Auguri Israele a Von Der Leyen: "Abbiamo a cuore solidarietà Ue"

"Congratulazioni a von der Leyen per essere stata rieletta presidente della Commissione europea. Abbiamo a cuore la vostra solidarietà e il vostro impegno per la sicurezza di Israele. Non vedo l'ora di continuare e approfondire la partnership tra Israele e l'Unione Europea". Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz.

Cartolina di leva domenica prossima per i primi mille ortodossi

L'esercito israeliano - in base alla decisione annunciata nei giorni scorsi - invierà domenica prossima le prime chiamate alla leva a circa 1.000 giovani ortodossi tra i 18 e i 26 anni. Lo ha stabilito il ministro della Difesa Yoav Gallant al termine - secondo i media - di una riunione con il capo di stato maggiore Herzi Halevi ed altri esponenti militari. I richiami alla leva - avviati dopo la recente sentenza della Corte Suprema - avverranno in tre fasi ed altre cartoline precetto saranno spedite nelle prossime settimane.

Ex rabbino capo, è ok liberare terroristi per ostaggi

Yitzhak Yosef, ex rabbino capo sefardita d'Israele, ha sostenuto che per la legge ebraica è ammissibile il rilascio di condannati per fatti di sangue se è per ottenere il ritorno a casa degli ostaggi tenuti a Gaza. "Se si rilasciano terroristi con le mani sporche di sangue, c'è un pericolo mortale - potrebbero ucciderci - ma in futuro, non è adesso. Gli ostaggi sono proprio adesso, c'e' una trattativa. Nella halacha (la legge ebraica, ndr), la conclusione è che è consentito liberare quei terroristi maledetti", ha affermato durante la presentazione di un libro a Gerusalemme. "Lasciate che concludano l'accordo rapidamente, non c'è niente da fare", ha ribadito, ricordando la liberazione del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar e cosa è successo. "Ma qui si tratta di un pericolo mortale: se non li rilasciamo adesso (i terroristi) uccideranno gli ostaggi". Il mandato di Yosef come rabbino capo è terminato il primo luglio senza un successore a causa di una disputa. Gia' nel 2011, il padre del rabbino, Ovadia Yosef, anch'egli all'epoca rabbino capo sefardita, aveva

approvato il rilascio di terroristi in cambio della liberazione

dell'ostaggio Gilad Shalit. 

Netanyahu boccia ospedale da campo per bimbi Gaza in Israele

L'ufficio di Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che il premier ha deciso di non approvare la creazione di un ospedale da campo in Israele per curare i bambini di Gaza. La richiesta dell'ospedale era stata avanzata dal ministro della Difesa Yoav Gallant motivandola con la prolungata chiusura del valico di Rafah, nel sud di Gaza, da cui si passa in Egitto, di cui l'Idf ha preso il controllo nelle scorse settimane. Della intenzione di costruire l'ospedale Gallant, aveva informato il suo omologo Usa Lloyd Austin. L'ufficio del premier - secondo Ynet - ha giustificato la decisione sottolineando che si sta "cercando di creare una rotta per il trasporto aereo dei malati e dei feriti da Gaza verso altri Paesi".

Idf conferma: ucciso comandante Hamas in Libano

L'esercito israeliano ha confermato di aver ucciso Muhammed Jabara, comandante di Hamas, in un attacco con droni a Ghazze, nel distretto della Bekaa, Libano orientale. Secondo l'Idf l'uomo era responsabile dell'esecuzione di attacchi, compreso il lancio di razzi, contro Israele, e lavorava a fianco del gruppo terroristico libanese al-Jama'a al-Islamiyya, che lo ha anche rivendicato come membro. Sempre oggi, un secondo attacco ha colpito un auto nel villaggio di Jabal al-Botm, nel sud del Libano, e un terzo raid aereo ha avuto luogo nei pressi del villaggio di Ain al-Tineh, nel distretto della Bekaa, a circa 25 km dal confine israeliano, ha riferito la stampa locale. 

Oxfam, Gaza senz'acqua, Israele usa sete come arma di guerra

A Gaza, Israele sta usando la mancanza d'acqua come arma di guerra contro la popolazione, violando apertamente il diritto internazionale. Il taglio delle forniture idriche, la distruzione sistematica di infrastrutture essenziali e il blocco all'ingresso degli aiuti internazionali da parte di Israele, hanno infatti ridotto del 94% la disponibilità d'acqua dentro la Striscia. È quanto denuncia Oxfam in un nuovo report, pubblicato oggi. Al momento ogni abitante può contare in media su appena 4,74 litri al giorno, ossia meno di un terzo del minimo raccomandato in situazioni di emergenza e al di sotto della quantità che consumiamo ogni volta che tiriamo lo sciacquone del water.  L'analisi di Oxfam rivela inoltre che gli attacchi israeliani hanno danneggiato o distrutto 5 infrastrutture idriche e sanitarie ogni 3 giorni dall'inizio della guerra;  la distruzione delle infrastrutture idriche ed elettriche - sommate alle restrizioni all'ingresso di pezzi di ricambio e carburante (ne entra solo un quinto di quanto necessario) - hanno ridotto la produzione d'acqua all'interno della Striscia dell'84%, mentre l'azienda idrica nazionale israeliana Mekorot ha tagliato le forniture del 78%. Israele , secondo i dati Oxfam, ha distrutto il 70% di tutte le pompe per lo smaltimento delle acque reflue e il 100% degli impianti di trattamento, nonché i principali laboratori di analisi della qualità dell'acqua, limitando l'ingresso delle attrezzature di analisi usate da Oxfam; a Gaza City, l'88% dei pozzi e il 100% degli impianti di desalinizzazione dell'acqua sono stati danneggiati o distrutti. L'attuale situazione sta generando un'emergenza sanitaria, che si aggrava di giorno in giorno. A causa della mancanza di acqua potabile e servizi igienici, ad oggi il 26% della popolazione si ammala gravemente di malattie che sarebbero facilmente prevenibili.   "Lo scorso gennaio la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto a Israele di garantire l'ingresso e la distribuzione degli aiuti umanitari, per scongiurare il rischio concreto che a Gaza si compisse un vero e proprio genocidio. - spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia - Da allora però nulla è cambiato, anzi siamo stati testimoni diretti degli ostacoli che Israele ha posto sistematicamente per rendere impossibile una risposta umanitaria adeguata a salvare la popolazione palestinese". "Abbiamo assistito all'uso da parte di Israele della fame come arma di guerra, a cui si aggiunge anche l'intenzionale privazione dell'acqua potabile, con conseguenze drammatiche per la popolazione civile - aggiunge Valentina Bidone, coordinatrice della risposta umanitaria di Oxfam Italia per Gaza -. Purtroppo non si tratta di una tattica nuova, il Governo israeliano ha ostacolato la fornitura dell'acqua potabile già per troppi anni, privandone sistematicamente i palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia. Tuttavia mai si erano raggiunti questi livelli. È perciò cruciale che la comunità internazionale eserciti al più presto ogni pressione diplomatica possibile per proteggere la popolazione di Gaza e risparmiarle ulteriori sofferenze, mettendo in campo un'azione incisiva in grado di tutelare i diritti umani fondamentali, compresi quelli sanciti dalle Convenzioni di Ginevra e sul genocidio".

Israele, uccisi circa 20 membri Battaglione Shati di Hamas

L'esercito israeliano ha annunciato di "aver eliminato circa 20 terroristi di Hamas del Battaglione Shati, inclusi miliziani della Nukhba, osservatori, genieri e cecchini". Lo ha detto il portavoce militare citando tra gli uccisi Muhammed Abu Jattab, comandante di plotone e cecchino "autore di diversi attacchi alle truppe compresa l'uccisione lo scorso 9 luglio del soldato Tal Lahat". E anche "Ismael Shakshak, terrorista  dell'unità di elite Nukheba di Hamas che si infiltrò il 7 ottobre scorso in territorio israeliano".

Portavoce Abu Mazen: nessuna pace senza stato palestinese

"Non c'è pace nè sicurezza per nessuno senza l'istituzione di uno stato palestinese in conformità con la legge internazionale". Lo ha detto Nabil Abu Rudeina portavoce del presidente Abu Mazen in risposta alla Risoluzione approvata dalla Knesset. "Queste decisioni - ha aggiunto Abu Rudeina - confermano l'insistenza di Israele e della sua coalizione di governo nel voler gettare l'intera regione nell'abisso". Abu Rudeina ha quindi accusato gli Usa di essere "responsabili a causa della loro parzialità e del loro sostegno illimitato" a Israele.

Israele, granate stordenti su manifestanti: incriminati 5 agenti

Il Dipartimento per le indagini interne della polizia (Dipi) ha incriminato cinque agenti per aver lanciato granate stordenti contro i manifestanti durante una protesta contro il governo Netanyahu nel marzo scorso, come riferiscono i media israeliani. Uno degli incriminati è il sovrintendente Meir Suissa, che era stato elogiato per le sue azioni dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che ha autorità sulla polizia. Suissa è destinato ad essere promosso e gli verrà dato il comando di una stazione di polizia nel sud di Tel Aviv. In una dichiarazione alla stampa, il Dipi ha affermato che lanciare granate stordenti in questo modo viola le direttive della polizia e che le azioni degli agenti hanno ferito i manifestanti e sono state quindi negligenti: "L'elevata presenza di dimostranti, tra cui bambini e anziani, e i loro frequenti spostamenti da un luogo all'altro, hanno impedito di valutare correttamente dove sarebbe atterrata la granata, il tutto in contrasto con le procedure di polizia". All'epoca, Ben Gvir elogiò Suissa per la sua gestione della manifestazione di Tel Aviv. "La decisione del Dipi di presentare un atto di accusa contro Meir Suisa e altri ufficiali di polizia è macchiata da motivazioni e pressioni politiche", ha dichiarato oggi Ben Gvir, aggiungendo che la legge è stata applicata in modo selettivo sotto la guida del procuratore generale e del procuratore distrettuale.

Ministro Ben Gvir torna su Spianata Moschee a Gerusalemme

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir è tornato oggi sulla Spianata delle Moschee (Il Monte del Tempio) a Gerusalemme. Lo ha riferito il sito Ynet. Quella di oggi è la seconda visita del ministro sul luogo dall'avvio della guerra a Gaza: la prima è avvenuta lo scorso 22 maggio. Il ministero degli Affari esteri della Giordania - citato dalla Petra - ha condannato la visita del ministro definendola "una provocazione inaccettabile che che riflette" le posizioni "del l governo estremista israeliano con le sue misure unilaterali che fanno beffe delle leggi internazionali e degli obblighi di Israele come potenza occupante nella Gerusalemme". 

Media, secondo attacco in sud Libano, colpita auto

Secondo attacco in Libano: secondo l'emittente Al Mayadeen, legata a Hezbollah, un auto è stata colpita nel villaggio di Jabal al-Botm, nel sud del Paese. E' il secondo raid nel giro di poche ore, dopo la notizia dell'uccisione di un comandante di al-Jama'a al-Islamiyya mentre era in auto a Ghazze, nel distretto della Bekaa. 

Ben-Gvir va su Spianata Moschee: "Netanyahu non ceda"

Il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano e leader dell'estrema destra si e' nuovamente recato sulla Spianata delle Moschee, il Monte del Tempio per gli ebrei, luogo sacro per entrambe le religioni ed epicentro delle tensioni nella Città Vecchia di Gerusalemme. In un video girato sul posto, il leader di Otzma Yehudit ha esortato il premier Benjamin Netanyahu a "non piegarsi" all'accordo sugli ostaggi con Hamas. Parlando con la Cupola della Roccia alle spalle, Ben-Gvir ha sottolineato di essere venuto "nel luogo più importante per lo Stato di Israele, per il popolo di Israele, per pregare affinché gli ostaggi ritornino a casa, ma senza un'intesa sconsiderata, senza resa". "Prego e sto anche lavorando duramente - ha aggiunto - affinché il primo ministro abbia la forza di non piegarsi e andare alla vittoria: per aggiungere pressione militare, per bloccare loro il carburante - per vincere". 


Iran: "Il Consiglio di Sicurezza Onu fermi Israele a Gaza"

L'Iran ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di fare pressioni su Israele affinché "ritiri le sue forze militari e di sicurezza da Gaza immediatamente, completamente e senza condizioni". Durante un discorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a New York, il ministro degli Esteri ad interim iraniano, Ali Bagheri, ha affermato che la Repubblica islamica "invita il Consiglio di Sicurezza ad adottare le misure necessarie per costringere il regime israeliano a porre fine immediatamente e incondizionatamente al genocidio e all'aggressione contro Gaza, ad attuare un cessate il fuoco permanente a Gaza e ad aprire i valichi di frontiera per la consegna rapida e senza ostacoli degli aiuti umanitari", riferisce Press Tv. "Nonostante la condanna globale del genocidio e dei crimini di guerra commessi dal regime di Israele a Gaza e gli appelli unanimi e uniti alla comunità internazionale per una fine immediata del genocidio, il regime sionista continua i suoi crimini brutali con piena impunità", ha aggiunto Bagheri. 

Idf, ucciso capo forze navali Jihad islamica a Gaza

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso in un raid il comandante delle forze navali della Jihad islamica nella Striscia di Gaza, Anas Murad. La sua eliminazione è avvenuta in una operazione congiunta tra le Idf e lo Shin Bet, si legge in una nota. In un altro raid aereo è stato ucciso Ahmed Al-Masri, sempre miliziano della Jihad Islamica, che aveva partecipato al massacro dl 7 ottobre.


Israele, ucciso capo forza navale Jihad islamica a Gaza

L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso Anas Murad, il capo della forza navale della Jihad islamica a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che è stato ucciso un altro membro della fazione "che ha preso parte al 7 ottobre ed era responsabile per aver inviato gruppi di combattenti dall'area di Shujaia verso gli insediamenti meridionali" della Striscia. 

Knesset vota risoluzione contro nascita Stato palestinese

La Knesset ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese. La risoluzione è stata opera sia dei partiti della coalizione del premier Benyamin Netanyahu sia di quella di destra all'opposizione e ha avuto il sostegno anche del partito di Benny Gantz. I membri di Yesh Atid, il partito di Yair Lapid - hanno riferito i media- sono usciti dall'Aula al momento del voto. "Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione", recita la Risoluzione

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