Record di aborti in Inghilterra e Galles. Tra le cause possibili, il carovita

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

Più di 250 mila donne sono ricorse all’interruzione di gravidanza in Inghilterra e nel Galles nel 2022. Tra le ragioni indicate dal Dipartimento di Sanità, “la scelta forzata tra la stabilità finanziaria e l’avere un figlio” (La corrispondente)

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LONDRA – Una cifra così alta non era mai stata raggiunta da quando, nel 1967, la legge sull’aborto entrò in vigore. Nella sua ultima relazione, il Dipartimento della Salute ha reso noto che le interruzioni di gravidanza in Inghilterra e Galles sono cresciute del 17% in un anno, raggiungendo, nel 2022, la cifra record di 251.377 aborti, in aumento rispetto ai 214.256 del 2021 e ai 185.122 del 2012.

Il peso del carovita

Tra le possibili cause di un incremento così significativo, il carovita: la scelta forzata, per molte donne, tra il cercare di mantenere una sicurezza economica e avere un figlio. Non è un caso che l’età media sia piuttosto bassa (22 anni), ma le statistiche dicono anche che sempre più donne intorno ai 35 anni hanno preso la decisione di interrompere la gravidanza. La metà di queste non era sposata ma aveva una relazione al momento dell’aborto, mentre una su quattro era single e non aveva un partner.  La percentuale di donne sposate più alta (38%) riguarda le donne con un’età superiore ai 35 anni.  Scende al 18% nelle fasce di età più basse. Nel 98% dei casi la ragione formale addotta per abortire è stata che la gravidanza avrebbe messo “a rischio la salute mentale della donna”.

Le “pillole” per posta

Un’altra ragione alla base dell’incremento è la facilità di accesso al programma “pillole per posta” introdotto durante la pandemia in contrasto, per quanto paradossale possa sembrare, a ottenere metodi contraccettivi a causa dei lunghi tempi di attesa dei medici di base. Le “pillole per posta” consentono alle donne di assumere due farmaci, mifepristone e misoprostolo, per indurre un aborto spontaneo a casa dopo un consulto online con un medico. I dati più recenti indicano che la maggior parte degli aborti avviene prima rispetto al passato. Nel 2022, l'88% degli aborti è avvenuto a meno di dieci settimane, rispetto al 78% del 2012.

Il voto in Parlamento

L’indagine è stata resa pubblica prima del voto - previsto in Parlamento la prossima settimana, e ora messo in forse dalle elezioni del 4 luglio - per la depenalizzazione dell'aborto dopo le 24 settimane. Negli ultimi anni si era assistito infatti a un aumento dei procedimenti giudiziari a carico delle donne che interrompono la gravidanza oltre il limite legale.

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