Pulitzer, al New York Times il premio per il racconto dell’attacco del 7 ottobre

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New York Times, Washington Post e Reuters tra le testate insignite degli ambiti riconoscimenti considerati una delle più prestigiose onorificenze mondiali per il giornalismo. Istituiti dal giornalista ungherese-statunitense Joseph Pulitzer nel 1917 e arrivati alla 108ma edizione, sono amministrati dalla Columbia University

 

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La guerra a Gaza fa irruzione ai Premi Pulitzer, i riconoscimenti per l’eccellenza del giornalismo americano. I reporter del New York Times (miglior giornalismo internazionale) e i fotografi della Reuters (immagini Breaking news) hanno vinto i premi per la copertura dell'attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele, il fiasco dell'intelligence israeliana e la vasta risposta militare di Israele. A ricevere la citazione speciale sono stati "i coraggiosi reporter e operatori di media" attivi nella Striscia occupata da Israele: "In circostanze orribili – si legge nella motivazione del riconoscimento - un numero straordinario di giornalisti sono morti nello sforzo di raccontare storie di palestinesi e di altri a Gaza, in una guerra che ha reclamato anche le vite di poeti e scrittori".

Tre premi al Washington Post

Amministrati dalla Columbia University, col campus di Morningside Heights ancora chiuso per le proteste studentesche, il board si è riunito nella sede dell'Associated Press per l'annuncio dei premi. Il Washington Post ha vinto un totale di tre premi: per l'inchiesta sull'impatto politico e culturale del fucile d'assalto AR-15, per una serie di editoriali sull'ascesa degli autocrati del mondo e al columnist Vladimir Kara-Murza, dall'aprile 2022 in carcere in Russia. Condannato a 25 anni per alto tradimento, il dissidente non ha potuto commentare il riconoscimento ricevuto. Durante l'annuncio il board del Pulitzer ha rinnovato l'appello a Mosca per la liberazione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, detenuto nelle carceri russe da oltre un anno.

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I temi

Altri temi al centro dei premi di quest'anno sono stati l'immigrazione e la Corte Suprema. Il sito ProPublica ha vinto per aver svelato come un gruppo di miliardari politicamente influenti abbiano corteggiato giudici con doni sfarzosi e viaggi di lusso: l'inchiesta ha indotto la Corte ad adottare il suo primo codice di condotta etico. Un secondo premio alla Reuters ha riconosciuto il lavoro investigativo sulle società di Elon Musk innescando inchieste ufficiali sulle pratiche aziendali del tycoon in Europa e negli Stati Uniti. La scrittrice messicana Cristina Rivera Garza è stata insignita del Premio al memoir e all'autobiografia per il libro "L'invincibile estate di Liliana", denuncia del femminicidio di sua sorella, avvenuto nel 1990, "una storia che - secondo l'organizzazione Pulitzer - mescola memorie, giornalismo investigativo femminista e biografia poetica uniti a una determinazione nata dalla perdita". 

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