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Guerra Gaza. Hamas: "Non sappiamo quanti sono gli ostaggi ancora vivi"

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"Fino ad ora non abbiamo presentato alcuna lista" di nomi a Israele, perché "prima di tutto, tecnicamente e praticamente, ora è impossibile sapere esattamente chi è ancora vivo e chi è stato ucciso a causa dei bombardamenti israeliani o chi è morto per fame a causa del blocco israeliano". Lo ha spiegato in un'intervista alla Bbc, Basim Naim, funzionario politico di Hamas.  Il ministro del Gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, alla Casa Bianca per colloqui con i funzionari dell'amministrazione Biden

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Hamas: "Trasformare in scontro ogni giorno del Ramadan"

"Trasformare ogni giorno in una giornata di scontri". Sono queste le parole che Osama Hamdan, esponente di Hamas, ha rivolto ai palestinesi del Medio Oriente, invitati a insorgere contro Israele durante il mese sacro di Ramadan, che inizierà nei prossimi giorni. Nel corso di una conferenza stampa a Beirut, Hamdan ha detto che i Paesi del mondo intero non dovrebbero restare a guardare mentre "la fame schiaccia il nostro popolo".

E, secondo Hamdan, i negoziati in corso su un possibile accordo per un cessate il fuoco con Israele hanno dimostrato quella che ha definito la flessibilità di Hamas "per la preoccupazione del sangue del nostro popolo". 

Hamas: "Non ci sono progressi reali nei colloqui"

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato al canale libanese Al Mayadeen che "non ci sono reali progressi" nei colloqui sulla liberazione degli ostaggi e ha accusato Israele di non dare "risposte chiare riguardo alle richieste di Hamas". In particolare, secondo il funzionario, Israele non avrebbe dato risposte chiare riguardo sul cessate il fuoco, il ritiro dalla Striscia di Gaza e il ritorno degli sfollati. La fonte ha sottolineato che Hamas "insiste su questi richieste prima di prendere qualsiasi posizione sugli ostaggi israeliani": "i mediatori egiziani e del Qatar continuano a fare passi avanti nei negoziati, ma affrontano difficoltà estreme", ha aggiunto

Nave affiliata a Israele attaccata al largo dello Yemen

Una nave battente bandiera liberiana è stata attaccata al largo dello Yemen. Lo ha riferito la società di sicurezza marittima Ambrey, aggiungendo che la nave era stata elencata come "affiliata a Israele". "La nave era indicata come gestita dalla compagnia israeliana Zim Integrated Shipping Services", ha detto Ambrey, ma ha aggiunto che "potrebbe trattarsi di un'affiliazione obsoleta". "Non è stato confermato se la nave sia stata colpita direttamente o abbia subito danni a causa di esplosioni nelle vicinanze", ha affermato la società.

Hezbollah: "Colpiti servizi di spionaggio israeliani"

Hezbollah sostiene di aver colpito i “servizi di spionaggio” israeliani nel sito di Ruweisat Al-Alam, nelle colline libanesi occupate di Kfar Shuba. In una dichiarazione su Telegram, il gruppo ha aggiunto che l’attacco è avvenuto “a sostegno del risoluto popolo palestinese nella Striscia di Gaza” alle 15,20 ora locale

Erdogan vede Abu Mazen, vuole pace Anp-Hamas

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan questa settimana attende ad Ankara il ministro degli Esteri palestinese Riyad al Maliki e il presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen). Due incontri che serviranno al leader turco per discutere della consegna di aiuti umanitari a Gaza, ma

anche per mediare tra l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) e Hamas. 

Usa: "Guerra Israele-Hezbollah non sarebbe contenibile"

Una guerra lungo il confine meridionale del Libano non sarebbe "contenibile". Lo ha detto l'inviato speciale americano Amos Hochstein in visita a Beirut, citato da Sky news, mentre continuano gli sforzi diplomatici per fermare gli scontri a fuoco tra Hezbollah e Israele. "Un cessate il fuoco temporaneo non è sufficiente. Una guerra limitata non è contenibile", ha affermato. Israele e Hezbollah - sostenuto dall'Iran - sono in conflitto sin dall'inizio della guerra tra le forze israeliane e Hamas scoppiata dopo l'attacco dei miliziani palestinesi allo Stato ebraico lo scorso 7 ottobre

Inviato Usa: diplomazia unica soluzione per Libano-Israele

La diplomazia è l'unica soluzione per mettere fine all'escalation di ostilità tra Hezbollah e Israele dopo lo scoppio della guerra a Gaza. "Una soluzione diplomatica è l'unico modo per porre fine alle attuali ostilità" lungo il confine tra Libano e Israele, ha affermato l'inviato speciale Usa Amos Hochstein da Beirut, sottolineando che "un cessate il fuoco temporaneo non è sufficiente".

Hamas: presentati criteri su detenuti, palla a Israele

Hamas ha presentato a Israele i criteri per i prigionieri palestinesi che vuole vedere scarcerati nell'ambito di un accordo per una tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi. "La palla è nel campo di Israele", ha commentato un alto esponente del Movimento all'Arab World Press, precisando che non sono stati forniti nomi, ma che devono essere inclusi almeno 20 palestinesi condannati all'ergastolo.

Al Jazeera: "Bombardata una fossa comune a Jabalia"

Israele ha bombardato una fossa comune temporanea nell'area del Blocco Due del campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, ed ora ci sono corpi sparsi per il cimitero. Lo scrive Al Jazeera online, citando un suo team sul posto. "La fossa comune non ha resistenza e non ha missili. Qui ci sono solo martiri di questa zona e di altre zone diverse. Sono stati presi di mira da un caccia F16",  ha detto un uomo, che ha seppellito lì una nonna, zie e uno zio.

L'esercito isola rione a Khan Yunis e compie arresti

L'esercito israeliano ha proseguito anche ieri le operazioni a Khan Yunis (nel sud della Striscia) e ha completato l'isolamento del rione 'Medinat Hamed' (un complesso di alti edifici) all'interno del quale, secondo notizie di intelligence, hanno trovato riparo miliziani di Hamas. I soldati, ha precisato il portavoce militare, hanno colpito infrastrutture militari di Hamas, magazzini e nascondigli. Al tempo stesso, ha aggiunto il portavoce, e' stato istituito un corridoio umanitario per allontanare i civili dalle zone di combattimento. ''Decine di terroristi hanno cercato di approfittarne per fuggire ma sono stati catturati ed interrogati'' ha affermato il portavoce, aggiungendo che in quel modo sono state ottenute ''informazioni importanti''. 

Hamas: "Non sappiamo quanti ostaggi sono ancora vivi e dove sono"

In un'intervista alla Bbc un funzionario politico di Hamas, Basim Naim, parlando da Istanbul ha detto che l'organizzazione non può fornire a Israele un elenco degli ostaggi ancora in vita perché non sa chi sia vivo e dove siano tutti gli ostaggi. L'intervista è stata rilanciata dai media israeliani. "Fino ad ora non abbiamo presentato alcuna lista", ha detto Naim, "ma prima di tutto, tecnicamente e praticamente, ora è impossibile sapere esattamente chi è ancora vivo e chi è stato ucciso a causa dei bombardamenti israeliani o chi è stato ucciso per fame a causa del blocco israeliano". Naim ha aggiunto: gli ostaggi "si trovano in zone diverse, tenuti da gruppi diversi e quindi abbiamo chiesto un cessate il fuoco per poter raccogliere le informazioni". 

Ostaggi Hamas

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Medioriente, esercito smentisce che portavoce Hagari si sia dimesso

L'esercito israeliano ha smentito che il portavoce dei militari, Daniel Hagari, si sia dimesso dall'incarico insieme ad altri collaboratori del settore media. L'indiscrezione era stata data stamane dall'emittente Channel 12, nella sua versione in ebraico, ma una fonte di Idf ha detto che il rumour e' "falso". 

Delegazione di Ecr visita Tel Aviv e incontra il ministro Katz

Una delegazione del Partito dei Conservatori europei (Ecr) si è recata in visita a Tel Aviv, invitata da Gila Gamliel, ministro dell'Intelligence e componente dell'ufficio di presidenza di ECR Party in rappresentanza del Likud, il partito conservatore al governo nel Paese. Lo annuncia il gruppo Ecr in una nota. La delegazione era composta dal vicepresidente del Parlamento Europeo, Roberts Zile, dai vicepresidenti di Ecr Jorge Buxadé e Radoslaw Fogiel, e dal segretario generale dell'Ecr party e deputato di Fratelli d'Italia, Antonio Giordano. I deputati hanno visitato i luoghi simbolo della strage del 7 ottobre. Successivamente la delegazione ha incontrato il ministro Israel Katz,  la titolare dell'Intelligence, Gila Gamliel e il vicedirettore Affari esteri Daniel Friedman. I deputati hanno avuto "oltre un'ora di colloquio, durante il quale è stata analizzata la situazione in Israele, il conflitto con Hamas e le battaglie nella striscia di Gaza, contestualizzando quanto sta accadendo in uno scenario più ampio che coinvolge Cina, Russia e la guerra in Ucraina, fino al quadro più generale del Medio Oriente e dell'Iran", spiegano da Ecr in una nota. La delegazione ha confermato "la vicinanza dei Conservatori europei all'unica vera democrazia presente nel mondo arabo. Dopo aver visitato i luoghi degli attacchi, realizzati e pubblicizzati da Hamas in modo tale da provocare la dura reazione di Israele, si è evidenziato che nell'interesse di Israele e della Palestina, ma anche di tutta la comunità internazionale, bisogna lavorare a una de-escalation che comprenda un prolungato cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi. Solo così si potrà iniziare a percorrere realmente la strada dei 'due popoli e due Stati", concludono da Ecr.

Medioriente, fonti: per Israele basta numero, non nome ostaggi in vita

Israele non chiede ad Hamas la lista con i nomi degli ostaggi ancora in vita, ma solo il loro numero, insieme al numero dei detenuti palestinesi richiesti in cambio di ciascun sequestrato in modo da facilitare il meccanismo di rilascio. E' quanto hanno precisato fonti israeliane. "Israele ritiene che ci siano circa 40 ostaggi in vita che potrebbero essere rilasciati nell'ambito di un 'accordo umanitario', ma il numero esatto non è noto. Hamas deve dare questo numero in modo che possiamo andare avanti", hanno affermato, secondo quanto riportato da Yedioth Ahronoth. Lo Stato ebraico ha deciso di non inviare una delegazione al Cairo per partecipare ai negoziati con Hamas mediati da Usa, Qatar ed Egitto, a causa della mancata presentazione della lista da parte del gruppo palestinese. 

Israele, l'aggiornamento delle attività dell'Idf

Medioriente, Tajani: al lavoro con l'Onu per aumentare gli aiuti a Gaza

 "Il nostro ambasciatore presso la Fao ha cominciato a contattare i rappresentanti delle organizzazioni delle Nazioni Unite che sono presenti a Roma per coordinare meglio gli aiuti che possono partire a favore della popolazione palestinese, vedremo come, o attraverso il lancio da aerei o attraverso camion a Rafah, ma forse bisogna fare qualcosa di più, lo slogan potrebbe essere food for Gaza. Siamo al lavoro per coordinare e favorire nel mondo migliore l'invio di aiuti alla popolazione che soffre la guerra". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Spero di poter organizzare una prima riunione nei prossimi giorni". 

Medioriente, 150 giorni cattività, marcia familiari ostaggi alla Knesset

Nelle settimane immediatamente successive all'assalto furono liberati quattro ostaggi; e altri 105 sono stati scambiati con detenuti palestinesi durante la tregua di fine di novembre. Durante questi mesi di guerra, tre ostaggi sono stati miracolosamente tratti in salvo dai militari, che hanno recuperato anche i cadaveri di 11 ostaggi (tre uccisi per errore dai soldati). L'esercito israeliano, in base a informazioni di intelligence, ha confermato la morte di 31 delle persone ancora detenute da Hamas. C'è poi una persona che è dispersa dal 7 ottobre e che non si sa che fine abbia fatto.

Medioriente, media: si è dimesso portavoce Idf Hagari

Ha rassegnato le sue dimissioni il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Daniel Hagari, l'uomo che quotidianamente e più volte al giorno, attraverso i social, ha aggiornato sull'andamento della guerra contro Hamas dal 7 ottobre scorso. Lo riporta Channel 14 sottolineando che Hagari avrebbe deciso di lasciare l'incarico per ''questioni professionali e personali''. Insieme a Hagari avrebbero annunciato le loro dimissioni molti altri funzionari dell'unità di informazione dell'Idf, tra cui il suo vice, il colonnello Butbul, il colonnello Moran Katz e il portavoce internazionale delle Forze di difesa israeliane, il tenente Richard Hecht. L'ultimo tweet di Hagari riguarda un incontro tra il Capo di Stato Maggiore, il Rabbino dello Shin Bet e il Commissario ieri sera per una valutazione congiunta della situazione in vista del Ramadan al fine di rafforzare il coordinamento tra gli organismi e la prontezza operativa per tutti gli scenari. Tutto questo con la volontà, aveva scritto Hagari, di consentire la libertà di culto agli arabi israeliani ed ebrei con restrizioni che riguardano la sicurezza e la protezione.

Medioriente, "Biden non rispose a Netanyahu", l'ufficio del premier smentisce

L'ufficio di Benyamin Netanyahu ha smentito oggi un'informazione divulgata da Sky News in arabo secondo cui il presidente Joe Biden avrebbe rifiutato di accettare una telefonata del premier israeliano in seguito alle morti di decine di palestinesi avvenute giovedì nel corso della distribuzione di aiuti umanitari a Gaza. L'ufficio del premier, citato da Times of Israel, ha replicato che "Netanyahu non ha chiesto una conversazione con Biden dopo quell'incidente". "Inoltre - ha aggiunto - gli americani, che in ogni caso non accusano Israele per quell'incidente, non hanno chiesto a loro volta di parlare col premier". Secondo l'ufficio di Netanyahu si tratta dunque di una 'fake news'. 

Medioriente, media: Israele ha ucciso un nipote del leader di Hezbollah

Israele ha ucciso nel sud del Libano il nipote del leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah. Lo ha affermato un sito di notizie siriano legato alle opposizioni anti-Damasco e ostili allo stesso movimento libanese filo-iraniano. La notizia non è stata confermata da media libanesi né dagli stessi Hezbollah. Secondo il sito in arabo "Voce della capitale" (Sawt al-Asima), sabato scorso un drone militare israeliano ha condotto un raid nel sud del Libano, nel distretto di Naqura, centrando in pieno un veicolo che viaggiava sulla strada costiera che conduce al capoluogo Tiro.

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