L'appello alla Piazza è stato visto anche come un modo per misurare la sua popolarità in un momento in cui sull'attuale presidente Lula da Silva è finito al centro delle polemiche per la crisi diplomatica con Israele
In migliaia sono scesi in piazza per sostenere Jair Bolsonaro. L'ex presidente brasiliano ha organizzato a San Paolo il suo primo comizio, da quando ha lasciato il potere alla fine del 2022, per incontrare i suoi sostenitori e per difendersi dalle accuse di un suo presunto tentativo di colpo di stato. "Il Brasile prima di tutto. Il Brasile su tutto". L'ex presidente di destra ha ripetuto ancora e ancora lo slogan, attraversando su un camion l'Avenida Paulista, l'arteria principale della Capitale. "Sono un perseguitato", si è sfogato il leader sovranista. "Lo sono stato quando ero il capo dello Stato e oggi lo sono ancor di più" ha ribadito, spiegando di non aver mai ordito ai danni della democrazia. "Hanno detto che volevo fare un golpe. Lo dicono in base alla bozza di un decreto per lo Stato di difesa. Ma quale golpe? Usando la Costituzione? Ma santa pazienza, è il Parlamento che decide in questi casi".
Le rassicurazioni della folla
Le decine di migliaia di sostenitori, arrivati da ogni parte del Paese, per dimostrargli una volta in più che non è solo, hanno applaudito incessantemente per rassicurarlo che nonostante tutte le inchieste e le accuse, può ancora contare sul loro appoggio.
"Possiamo fare ancora molto"
Nel suo discorso, Bolsonaro ha evitato di chiamare per nome i suoi avversari, limitandosi a parlare di un "male che non durerà per sempre". Un discorso accorato e sentito che ha infervorato gli animi. "Possiamo fare ancora molto per la nostra patria. La libertà è il bene principale, ma è come un grande amore, ce ne dobbiamo prendere cura ogni giorno" ha sollecitato, chiedendo un "momento di pacificazione" e un'amnistia per i devastatori dell'8 gennaio 2023. E indicando la rotta ha ribadito: "Questa piazza è fotografia della determinazione dei brasiliani. Non vogliamo il socialismo, non possiamo ammettere il comunismo. Ma dobbiamo lavorarci su", mentre la folla lo applaudiva interrompendolo regolarmente al grido di "sei un mito".
La rivalità con Lula da Silva
L'appello alla Piazza, dove sono accorsi in migliaia da tutto il Paese a inneggiarlo, è stato visto anche come un modo per misurare la sua popolarità in un momento in cui sull'attuale presidente del Paese, Luiz Inacio Lula da Silva, è finito al centro delle polemiche per la crisi diplomatica con Israele, dopo che aveva fatto il parallelo tra le azioni dell'esecutivo di Netanyahu a Gaza con l'Olocausto di Hitler.