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Guerra Israele-Hamas, Netanyahu: "Forse necessaria un'operazione militare al nord"

Il premier israeliano spiega che l'esercito avanzerà nel sud della Striscia "a prescindere dall'accordo" eventuale con Hamas, le cui richieste vengono definite "folli". Poi fa riferimento a un nuovo possibile impegno militare nello scontro con gli Hezbollah in Libano. I ministri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah"

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Blinken: "Per Israele nei prossimi mesi opportunità straordinaria"

"Nei prossimi mesi Israele ha davanti a sé un'opportunità straordinaria". E' quanto ha sostenuto il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando a Monaco. "Praticamente tutti i Paesi arabi ora vogliono integrare Israele nella regione, normalizzare le relazioni se non l'hanno già fatto, fornire garanzie di sicurezza e impegni in modo che Israele possa sentirsi più sicuro e protetto", ha spiegato il capo della diplomazia di Washington. Che poi ha aggiunto: "Allo stesso tempo, sono in corso sforzi sinceri, guidati dai Paesi arabi, per riformare, rivitalizzare l'Autorità palestinese in modo che possa essere più efficace nel rappresentare gli interessi del popolo palestinese e possa essere un partner migliore per Israele in futuro". 

"E c'è anche - ha detto - l'imperativo che ho menzionato, che è più urgente che mai, di procedere verso uno Stato palestinese, che garantisca anche la sicurezza di Israele e prenda gli impegni necessari per farlo".

Blinken

©Ansa

Tajani: "Negare i due Stati giustifica adesione ad Hamas"

"La soluzione politica che noi prospettiamo è quella dei 'due popoli e due Stati': l'indipendenza e la sicurezza di Israele ma anche una prospettiva per il popolo palestinese, al quale non si puo' negare questa prospettiva perchè altrimenti si giustificherebbe un'adesione ad Hamas e questo vogliamo che non accada, anzi vogliamo l'esatto contrario". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa a Monaco. 

Hamas: "Per la tregua cessate il fuoco e ritiro di Israele"

Il leader palestinese di Hamas, Ismail Haniyeh, ha ribadito che il movimento chiede un cessate il fuoco e il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, come parte dei negoziati in corso per una tregua. In una dichiarazione Haniyeh ha di nuovo dettato le condizioni spiegando che l'organizzazione "non accetterebbe meno di un cessate il fuoco, ritiro dell'esercito occupante dalla Striscia di Gaza, rimozione dell'oppressivo blocco e fornitura di un rifugio sicuro agli sfollati". Ha anche aggiunto che gli sfollati del nord della Striscia di Gaza dovrebbero poter ritornare lì, e ha chiesto il rilascio dei prigionieri di Hamas condannati a lunghe pene detentive in Israele. 

Tajani: "Carneficina di israeliani e palestinesi deve finire"

Per il Medio Oriente "l'unica soluzione possibile è quella di due popoli e due Stati, lo diciamo in maniera molto chiara a tutti. E' ovvio che c'è chi non vuole che questo obiettivo si raggiunga ma noi vogliamo la pace e che finisca questa carneficina che ha portato alla morte di migliaia di persone, di civili israeliani e palestinesi. Questa carneficina deve finire". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza di Monaco. 

Wp: "Video mostra impiegato Unrwa in azione il 7 ottobre"

Il Washinton Post ha pubblicato un frame di un video - diffuso dal ministero della difesa israeliano di Yoav Gallant - in cui si mostra un impiegato dell'Unrwa ripreso lo scorso 7 ottobre "mentre rimuove il corpo inerte di un israeliano a cui era stato sparato nel Kibbutz Beeri, per poi andarsene" con il cadavere. L'impiegato dell'Unrwa - Faisal Ali Musalam Naami - fa parte dei 12 dipendenti dell'Agenzia dell'Onu che sono stati denunciati da Israele - come confermato dallo stesso Gallant - in quanto membri di Hamas e di aver sostenuto o partecipato al massacro del 7 ottobre scorso. E' la prima volta che si vede il fotogramma del video. 

Unrwa

©Ansa

Medioriente, Tajani: "G7 chiede stop ostilità per ostaggi e aiuti"

Il G7 punta a garantire sicurezzadello Stato di Israele,  "chiediamo l'immediata liberazione degli ostaggi, lavoriamo per de-escalation e chiediamo la sospensione dei combattimenti sia per garantire la liberazione degli ostaggi sia per far arrivare aiuti ai civili che sono vittime di Hamas". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla Conferenzza sulla sicurezza di Monaco.  "Puntiamo alla protezione di tutti i cittadini, della popolazione civile, soprattutto donne e bambini". 

Unrwa, Israele conduce una campagna per distruggerci

Israele sta portando avanti "una campagna estesa e concertata volta a distruggere Unrwa". E' la denuncia lanciata dal capo della stessa agenzia Onu per i palestinesi, Philippe Lazzarini, in un'intervista al gruppo giornalistico svizzero Tamedia. "E' un obiettivo politico a lungo termine nella convinzione che se l'agenzia umanitaria venisse abolita, lo status dei rifugiati palestinesi sarebbe risolto una volta per tutte. E con esso, il diritto al ritorno. Dietro questo c'e' un obiettivo politico molto piu' ampio", ha sostenuto. "Basta guardare il numero di azioni che il governo israeliano sta intraprendendo contro l'Unrwa", dalle misure adottate dal Parlamento israeliano alle iniziative per rimuovere l'esenzione Iva dell'agenzia e l'ordine agli appaltatori del porto israeliano di Ashdod di "smettere di gestire alcune consegne di cibo" per l'agenzia Onu. Israele ha accusato almeno 12 membri dello staff dell'Unrwa di aver preso parte direttamente ai massacri di Hamas del 7 ottobre e almeno altri 30 di aver fornito assistenza, oltre alle migliaia di suoi operatori ritenuti affiliati ad organizzazioni terroristiche. I 12 dipendenti sono stati licenziati e l'agenzia ha aperta un'indagine interna, mentre diversi Paesi donatori hanno sospeso i finanziamenti. Israele ha esortato Lazzarini a dimettersi. Le forze armate hanno anche scoperto un tunnel di Hamas che ospita un importante centro server sotto il quartier generale dell'Unrwa a Gaza City.

Blinken: "Essenziale che Israele tuteli i civili a Gaza"

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha definito "assolutamente essenziale" che Israele assicura la "protezione dei civili" nella Striscia di Gaza. Blinken ha premesso che Israele debe poter assicurare che "non accada più" un attacco come quello di Hamas del 7 ottobre.

Haniyeh: "Hamas accetterà solo stop totale a ostilità e ritiro Idf da Gaza"

Haniyeh ha chiesto alle autorità israeliane la liberazione dei prigionieri palestinesi in carcere e ha accusato Israele per l'assenza di progressi verso un accordo che ponga fine al conflitto. Hamas "ha sempre trattato con i mediatori con spirito positivo e grande responsabilità per fermare l'aggressione contro il popolo palestinese", ha riportato anche il giornale 'Filastin', legato al gruppo che nel 2007 ha preso il controllo della Striscia di Gaza.

"Raggiungere un accordo di scambio di prigionieri tramite cui saranno liberati i nostri prigionieri, soprattutto i più anziani e quelli a cui sono state inflitte condanne pesanti, è uno degli obiettivi di questi negoziati". Secondo Haniyeh, si lavora "con tutti gli strumenti a disposizione per fermare il massacro che il nemico compie 24 ore su 24".

Media: stasera conferenza stampa Netanyahu

E' prevista per le 19.30 ora israeliana (le 18.30 in Italia) una nuova conferenza stampa del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Lo riferisce il Times of Israel.

Idf, identificato e ucciso autore lancio razzo su Ashkelon

Le forze armate israeliane hanno individuato e ucciso il miliziano di Hamas che stamane ha lanciato da Gaza un razzo in direzione di Ashkelon. Il missile è stato sparato dal quartiere di Sheikh Radwan a Gaza City ed è stato intercettato da Iron Dome: nel giro di mezz'ora, i militari hanno identificato il miliziano e hanno ordinato un attacco aereo nel quale è stato ucciso. 

Lula: "Risposta sproporzionata di Israele ad Hamas"

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è tornato a criticare Israele per la risposta "sproporzionata" agli attacchi di Hamas. "Essere un umanista significa anche respingere la risposta sproporzionata di Israele, che ha ucciso quasi 30.000 palestinesi a Gaza, la stragrande maggioranza dei quali donne e bambini, e ha causato lo sfollamento forzato di oltre l'80% della popolazione", ha detto il leader progressista al vertice dell'Unione africana a Addis Abeba. Prima del suo discorso, Lula - che ha chiesto ancora una volta la creazione di uno Stato palestinese riconosciuto dall'Onu - ha incontrato il premier dell'Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh, per discutere della situazione nella Striscia di Gaza. Il capo dello Stato brasiliano avrebbe dovuto vedersi anche con il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ma quest'ultimo alla fine ha annullato il suo viaggio in Etiopia.

Gruppi umanitari, attacco a Rafah sarebbe catastrofico

Sei agenzie umanitarie e organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato un appello congiunto, avvertendo delle conseguenze "catastrofiche" di un'offensiva di terra israeliana a Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza dove sono ammassati un milione e mezzo di palestinesi. Tra i firmatari ci sono Oxfam, Amnesty International, ActionAid, ar Child, Consiglio danese per i rifugiati e Handicap International. "Siamo sconvolti dagli strazianti sviluppi a Rafah, l'area più popolosa di Gaza, dove 1,5 milioni di persone si sono rifugiate come ultima risorsa, tra cui oltre mezzo milione di bambini. Se Israele lanciasse l'offensiva di terra proposta, altre migliaia di civili verrebbero uccisi e l'attuale flusso di aiuti umanitari rischierebbe di interrompersi completamente. Se questo piano militare non verrà fermato immediatamente, le conseguenze saranno catastrofiche", si legge nella dichiarazione ripresa dal Guardian.

Israele: "Dopo lanci colpiti obiettivi in Libano e Siria"

L'esercito israeliano ha attaccato obiettivi in Libano e in Siria. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che in Libano, dopo il lancio di razzi, è stata colpita "una infrastruttura terroristica di Hezbollah nell'area di Jabal Balat vicino al confine dove è stato ucciso un terrorista". "In nottata, in risposta al lancio di razzi dalla Siria nel sud della Alture del Golan non entrati in territorio israeliano, l'artiglieria -  ha proseguito - ha colpito l'area di partenza dei razzi e jet militari hanno centrato un deposito dell'esercito siriano nell'area di Mhajjah".

Haniyeh: "Colpa di Israele per la mancanza di progressi sugli ostaggi"

E' colpa di Israele se non ci sono progressi nei negoziati per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha affermato il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sottolineando che il Movimento islamico "non accetterà nient'altro che una completa cessazione dell'aggressione, il ritiro delle forze armate da Gaza e ila revoca dell'ingiusto assedio". Israele deve inoltre liberare tutti i prigionieri palestinesi, condannati a lunghe pene detentive.

Haniyeh: "Hamas accetterà solo stop totale a ostilità e ritiro Idf da Gaza"

Hamas non accetterà nulla di meno di una "completa cessazione dell'aggressione", di un "ritiro dell'esercito di occupazione (le forze israeliane, Idf) da Gaza" e della "revoca dell'assedio ingiusto" all'enclave palestinese nel mirino delle operazioni militari israeliane dall'attacco del 7 ottobre in Israele. E' quanto ribadisce il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in una dichiarazione di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera.

Hamas: "Accordo solo con fine guerra e ritiro esercito"

Hamas ai fini di un eventuale accordo per il cessate il fuoco non accetterà "niente altro che una completa fine dell'aggressione, il ritiro dell'esercito d'occupazione da Gaza e la rimozione dell'ingiusto blocco della Striscia". Lo ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh su Telegram accusando Israele per la mancanza di progressi nei negoziati su una possibile intesa. Haniyeh ha insistito anche su un altro: quello della liberazione "dei prigionieri palestinesi che scontano pene di lunga durata". Richieste che Israele ha già respinto in passato come "irricevibili". 

Gaza: "Quasi 29mila morti dal 7 ottobre"

Sarebbero quasi 29.000 i morti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Il nuovo bilancio del ministero della Salute di Gaza, dal 2007 sotto il controllo di Hamas, parla di almeno 28.858 morti e 68.667 feriti. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera.

Egitto, al via la costruzione della zona chiusa da muri a ridosso del confine con Gaza

L'Egitto ha iniziato a costruire una zona inclusa entro alti muri di cemento lungo il confine con la Striscia di Gaza, forse in preparazione dell'esodo di profughi palestinesi in fuga dall'attacco israeliano di Rafah. Foto e video diffusi dall'ong Sinai Foundation for Human Rights, mostrano operai al lavoro con macchinari pesanti che tirano su barriere di cemento e torri di avvistamento proprio oltre il valico di Rafah, dal lato egiziano. Le immagini risalgono a giovedì.

Intergruppo per pace Palestina: "Solidarietà a Francesca Albanese"

"L'intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele esprime solidarietà a Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i diritti umani nei territori palestinesi, per gli attacchi ricevuti da alcuni mezzi di informazione e da qualche esponente politico soltanto per il fatto di svolgere il proprio lavoro: monitorare e denunciare la crisi umanitaria a Gaza. Francesca Albanese è una voce autorevole e rispettata per le sue analisi a livello internazionale, ma considerata scomoda - e per questo accusata di essere controversa e di parte - dal governo israeliano e i suoi alleati". Così le deputate e i deputati e le senatrici e i senatori dell'Intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele, tra cui Stefania Ascari, Laura Boldrini, Ida Carmina, Susanna Camusso, Dario Carotenuto. "Contrariamente a quanto sostenuto dal Ministro Tajani - si legge ancora nella nota - la decisione di Israele di vietare ad Albanese l'ingresso nel Paese non è una novità né è motivata dalle dichiarazioni della stessa successive al 7 ottobre: è dal 2008 infatti che lo Stato di Israele impedisce a tutti i relatori speciali delle Nazioni Unite l'ingresso nei territori palestinesi occupati, di fatto ostacolando chi opera nel campo della difesa dei diritti umani. Sarebbe dunque più che opportuno che lo stesso Ministro Tajani, anziché contribuire a diffondere informazioni fuorvianti, mediasse affinché fosse consentito alla relatrice Albanese di entrare nel Paese e svolgere al meglio il proprio incarico, a maggior ragione oggi che vi è l'impellente necessità del monitoraggio indipendente degli osservatori internazionali". 

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