Waldemar Baerbock, nonno della ministra degli Esteri tedesca, non sarebbe stato solamente un ingegnere della Wehrmacht che riparava contraeree ma, all’incirca all’età di 30 anni, anche un nazista convinto. Questo quanto emerso dagli atti delle forze armate del nazismo, citati dal settimanale "Bunte" e poi ripresi anche dalla "Bild"
Secondi i media tedeschi il nonno di Annalena Baerbock, diventata candidata cancelliera dei Verdi e poi ministro degli Esteri nel 2021, non era solamente un ingegnere della Wehrmacht che riparava contraeree ma, all’incirca all’età di 30 anni, anche un nazista convinto. Sarebbe emerso dagli atti delle forze armate del nazismo, citati in un primo momento dal settimanale tedesco "Bunte" e poi ripresi anche dalla "Bild", per cui i media tedeschi si chiedono quanto la ministra sapesse delle convinzioni ideologiche del nonno quando lo cita, oltre che in alcuni discorsi pubblici, anche in un libro autobiografico, dal titolo “Ora”.
Cosa sarebbe emerso dai documenti diffusi dai media
Waldemar Baerbock, nato nel 1913 e morto nel 2016, era un ingegnere, diventato poi ufficiale in un’unità che riparava cannoni contraerei dietro il fronte orientale, nella campagna di Russia. Nel suo libro, la ministra parla del nonno come di una figura molto amata e che ha contribuito alla sua formazione. Racconta di lui come uno dei tanti tedeschi che vivevano nell’Est e che, dopo il 1945, si era trasferito a Francoforte. E nelle sue storie di vita passata diceva ai nipoti: “Quanto siete fortunati a non aver conosciuto la guerra!”. Probabilmente, però, Waldemar non avrebbe raccontato tutte le sue verità ai famigliari. Tanto che stando ai documenti diffusi dai media tedeschi, l’"ufficiale di guerra" Waldemar Baerbock viene descritto come un "nazionalsocialista totale" che aveva letto il libro-manifesto ideologico di Adolf Hitler, il "Mein Kampf". E si parla di lui come di un uomo "completamente dalla parte del nazionalsocialismo". Il dicastero degli Esteri tedesco, dopo quanto successo, ha dichiarato alla "Bild" che "i documenti diffusi non erano noti al ministero".