Mar Rosso, Crosetto: “A Italia comando tattico della missione Ue”

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Il ministro della Difesa ha dichiarato che "l'Unione Europea ha chiesto all'Italia di fornire il Force Commander dell'Operazione Aspides (l'Ufficiale Ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali che partecipano all’operazione)". Roma ha assicurato immediatamente il proprio sostegno. “Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell'impegno del governo”

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In una nota il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che "l'Unione Europea - nella giornata di ieri - ha chiesto all'Italia di fornire il Force Commander dell'Operazione Aspides nel Mar Rosso (l'Ufficiale Ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali che partecipano all’operazione)". "L'importanza e l’urgenza dell'Operazione Aspides, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso, hanno indotto la Difesa italiana ad assicurare immediatamente il proprio sostegno. Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell'impegno del Governo e della Difesa e della competenza e professionalità della Marina Militare”, ha aggiunto il ministro.

Tajani: non importa chi ha comando Aspides ma gli effetti

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando da Bruxelles del tema prima dell’annuncio del collega, ha detto: “Per la sede del comando della missione Aspides vedremo, Grecia o Francia non importa, e poi potrebbe esserci una rotazione, l'importante non è chi avrà il comando ma quello che farà la missione".

Amm. De Carolis: effettuiamo esercitazioni 'a caldo'

"L'ultima esercitazione della Nato ha coinvolto sedici nazioni, voglio sottolineare che è molto importante la collaborazione a livello dell'Alleanza e a livello internazionale, ci stiamo addestrando anche nelle esercitazioni cosiddette 'a caldo' con cannoni che sparano, lanciamo missili, in relazione all'evoluzione dello scenario attuale”, ha invece detto l'ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante della squadra navale della Marina Militare Italiana proveniente direttamente dal Mar Rosso, durante il suo intervento alla seconda edizione del forum “Shipping, Transport & Intermodal Forum” organizzato a Rapallo, con un focus sulla situazione nel Mar Rosso. "Il messaggio che voglio comunicare è che la squadra navale della Marina Militare Italiana non è fatta solo di navi: noi difendiamo gli interessi marittimi della nazione in tutte quante le dimensioni, dai sommergibili all'aviazione navale, compresi tutti i moderni F35, la componente della Brigata Marina San Marco per le operazioni via terra, ma anche per armare i team di abbordaggio della nostre navi nelle operazioni di sicurezza marittima. Ne abbiamo normalmente dieci dispiegati nelle navi in attività in diverse aree del mondo in quell'area nota con il concetto di Mediterraneo allargato”.

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La missione

Due giorni fa, nella sua informativa alle commissioni Difesa di Camera e Senato, il ministro Crosetto ha spiegato alcuni dettagli della missione indicando che l’Italia fornirà una nave per 12 mesi e anche assetti aerei 'spia' per la missione europea Aspides nel Mar Rosso, che avrà a Larissa in Grecia, il suo quartier generale. Il ministro ha ricordato la pericolosità degli Houthi, che negli ultimi due mesi hanno sferrato oltre 30 attacchi contro mercantili in transito e che per capacità militari "valgono 10 volte Hamas”. L'Europa si appresta a varare Aspides ma, ha detto Crosetto, "auspichiamo la partecipazione di Paesi arabi moderati che volessero unirsi a questo sforzo collettivo di sicurezza ed anche dell'India". Le navi militari europee, ha spiegato, faranno deterrenza e proteggeranno il traffico marittimo "mantenendo uno stretto coordinamento con l'altra missione Ue Atalanta, con cui Aspides condividerà parte dell'area d'operazioni, pur con distinzione di compiti, e con Prosperity Guardian", la missione angloamericana che a differenza di quella Ue, bombarda le postazioni Houthi sul suolo yemenita. "Per ora - ha informato il titolare della Difesa - gli assetti europei comprenderanno un minimo di tre unità navali, supporto intelligence e logistico, capacità di Early Warning aereo, protezione cyber, supporto satellitare e Comunicazione strategica in supporto alla cosiddetta Information Warfare".

Le altre ipotesi

C'è da assicurare adeguata copertura dall'alto alle navi, capire cosa si muove a terra ed in mare, intercettare le comunicazioni dei ribelli. Tra le ipotesi sul tavolo c'è l'invio di velivoli G550 Caew del 14° Stormo dell'Aeronautica Militare, già impiegati nell'ambito di missioni nel fianco Est della Nato. Si tratta di veri e propri radar volanti, dotati di un sistema multi-sensore con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni. Possibile anche il dispiegamento di droni, tipo Predator, con compiti di ricognizione e controllo del territorio. La posta in gioco è alta, ha sottolineato Crosetto, che ha parlato di "minaccia ibrida globale", ricordando che i missili nel Mar Rosso "minacciano anche la nostra stabilità economica, con il rischio di marginalizzazione dei porti".

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