Arabia Saudita, dopo 70 anni apre il primo negozio di alcolici per diplomatici stranieri

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L'indiscrezione arriva da un diplomatico rimasto nell'anonimato. Lo shop venderebbe liquori, vino e birra e imporrebbe di mostrare i documenti per consentire l'identificazione. Il divieto fu implementato nel Paese nel 1951 dal re Abdulaziz

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Un negozio di alcolici a Riyad aperto solo ai diplomatici stranieri: sarebbe questa la nuova operazione del regime arabo saudita del principe ereditario Mohammed bin Salman, finalizzata a rendere il Paese più accogliente e aperto al turismo e al commercio, all’interno dell’iniziativa “Vision 2030”. È quanto riporta ad Associated Press un diplomatico straniero che ha richiesto di rimanere anonimo per questioni di sicurezza. Si tratterebbe di uno dei rari tentativi da parte delle autorità di ammorbidire, almeno agli occhi di chi ha una cultura differente, le stringenti regole sociali che il regime impone. Riyadh è, infatti, una delle città più conservatrici del Paese, fondata sulla religione islamica, secondo cui l’assunzione di alcol è un haram, cioè un comportamento (o una situazione) vietato, come il consumo di alcuni alimenti. La decisione politica potrebbe rappresentare anche un modo per ridurre il commercio illecito di bevande alcoliche, diffuso tra coloro che non potevano avere accesso all’importazione attraverso servizi specializzati. 

Le regole del negozio

Lo shop, in base alle parole del diplomatico, offrirebbe liquori, vino e due tipi di birra. Tra le regole, ci sarebbe la richiesta di dimostrare, mostrando i propri documenti, di essere un membro dello staff diplomatico. Secondo l’indiscrezione, sarebbe possibile ottenere l’autorizzazione da parte del Ministero degli Esteri attraverso un’applicazione e accumulare punti per non superare il limite mensile massimo di acquisti.

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Il divieto del consumo di alcol

Ai cittadini è proibito consumare alcolici sin dagli anni Cinquanta. Questo divieto è imposto anche in altri Paesi, come Kuwait, Pakistan, Oman, Qatar, Somalia, Brunei, Libia, Bangladesh, Iran e Sudan, con delle differenze nella sua applicazione. In alcune delle nazioni citate, infatti, i non musulmani sono esenti da quest’obbligo.

Un uomo spegne una sigaretta in un parco a Milano, 20 novembre 2020. Il Consiglio comunale di Milano ha approvato ieri il Regolamento per la qualità dell'aria che, tra le altre cose, introduce in città dal primo gennaio 2021 il divieto di fumare all'aperto tranne che in luoghi isolati. Dalle fermate dei mezzi pubblici ai parchi, fino ai cimiteri e alle strutture sportive, come gli stadi, sarà proibito fumare nel raggio di 10 metri da altre persone.
ANSA / MATTEO BAZZI

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La storia

Non è solo la religione a richiedere di evitare di bere alcol in Arabia Saudita. Fu il re Abdulaziz nel 1951 ad implementare questa legge, perché suo figlio, ubriaco, aveva sparato durante una festa il viceconsole britannico Cyril Ousman, uccidendolo. 

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