Vaticano, cardinale Becciu condannato a 5 anni e mezzo di reclusione

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L’ex sostituto per gli Affari generali ed ex prefetto per le Cause dei santi, carica della quale era stato privato tre anni fa dal Papa insieme alle prerogative del cardinalato, è stato condannato, nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita di un palazzo di Londra, per due ipotesi di peculato e per una di truffa aggravata. Assolto per altre ipotesi di peculato, abuso d'ufficio e subornazione del testimone. Avvocato: "Faremo appello”. Disposta confisca milionaria

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Il cardinale Angelo Becciu, al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita di un palazzo di Londra, è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione. La decisione è stata annunciata questo pomeriggio dal presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, alla lettura della sentenza. Becciu, ex sostituto per gli Affari generali ed ex prefetto per le Cause dei santi - carica della quale era stato privato tre anni fa da Papa Francesco insieme alle prerogative del cardinalato - è stato condannato per due ipotesi di peculato e per una di truffa aggravata, nel quadro dei filoni d'inchiesta sul palazzo di Sloane Avenue a Londra, sui bonifici alla cooperativa Spes di Ozieri guidata dal fratello Antonino e su quelli a Cecilia Marogna, e assolto per altre ipotesi di peculato, abuso d'ufficio e subornazione del testimone mons. Alberto Perlasca. Il promotore di giustizia Alessandro Diddi aveva chiesto la condanna a sette anni e tre mesi di reclusione. Il Tribunale Vaticano ha disposto inoltre la "confisca per equivalente delle somme costituenti corpo dei reati contestati per oltre 166 milioni di euro complessivi". Gli imputati sono stati condannati, in solido tra loro, "al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, liquidati complessivamente in oltre 200 milioni di euro".

Avvocato Becciu: pronti ad appello

Oltre ai cinque anni e 6 mesi di reclusione, per Becciu è stata comminata l’interdizione perpetua dei pubblici uffici e 8mila di multa. L'avvocato del cardinale, Fabio Viglione, al termine della lettura della sentenza, ha ribadito l'innocenza del suo assistito. "Rispettiamo la sentenza ma certamente faremo appello” (LE PAROLE DEL LEGALE A SKY TG24 ALCUNI GIORNI FA). "C'è profonda amarezza, dopo 86 udienze, nel prendere atto che l'innocenza del cardinale Becciu non è stata proclamata dalla sentenza, nonostante tutte le accuse si siano rivelate completamente infondate. Le prove emerse nel processo, la genesi delle accuse al Cardinale, frutto di una dimostrata macchinazione ai suoi danni, e la Sua innocenza, ci consentono di guardare all'appello con immutata fiducia", dichiarano in una nota Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, legali del cardinale Becciu. "Nonostante la pronuncia ci amareggi profondamente, abbiamo una solida certezza: il cardinale Becciu, fedele servitore del Papa e della Chiesa, ha sempre agito nell'interesse della Segreteria di Stato e non ha avuto per sé e per i suoi familiari alcun vantaggio", proseguono gli avvocati. "Rispettiamo la sentenza, leggeremo le motivazioni, ma rimaniamo certi che verrà prima o poi riconosciuta l'assurdità delle accuse contro il cardinale e dunque la verità: Sua Eminenza Becciu è innocente".

Diddi: sono finalmente sereno, la sentenza ci dà ragione 

Il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, dopo la lettura della sentenza in Vaticano commenta: "Credo che l'impostazione abbia tenuto e questa per me è la cosa più importante, credo che in questi processi non bisogna mai esultare per il risultato, un pubblico ministero non può essere mai felice per le condanne, quello di cui sono soddisfatto è che il lavoro lungo e meticoloso ha retto nonostante le contestazioni che ci sono state mosse in questi anni, ci è stato detto che siamo degli incompetenti, degli ignoranti, in realtà il risultato ci dà ragione, "adesso sono sereno, dormo tranquillo". 

Angelo Becciu alla presentazione del libro di Marco Minniti 'Sicurezza e libertà', Roma, 6 novembre 2018. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Cecilia Marogna condannata a 3 anni e 9 mesi di reclusione 

La ex manager Cecilia Marogna è stata condannata alla pena di tre anni e nove mesi di reclusione, con interdizione temporanea dai pubblici uffici, nel processo in Vaticano. La donna, asserita esperta di intelligence, originariamente accusata di peculato per i 575 mila euro ottenuti dalla Segreteria di Stato tramite il cardinale Angelo Becciu per presunte finalità umanitarie, e finiti in buona parte attraverso la sua società slovena Logsic in spese personali e voluttuarie, è stata condannata in realtà per truffa aggravata, in concorso con lo stesso Becciu: la motivazione che il denaro doveva essere utilizzato per favorire la liberazione di una suora colombiana rapita in Mali, infatti, è stata ritenuta dal Tribunale "non corrispondente al vero".

In totale 37 anni carcere, mons. Carlino unico assolto 

Nel processo conclusosi oggi in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del Palazzo di Londra, il Tribunale ha emesso in tutto condanne per complessivi 37 anni e un mese di reclusione: unico imputati assolto fra i dieci del processo, è mons. Mauro Carlino, ex segretario personale del cardinale Angelo Becciu, ex funzionario dell'Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato e oggi semplice parroco nella diocesi di Lecce. Queste le condanne emesse oggi: René Bruelhart e Tommaso Di Ruzza, ex presidente ed ex direttore dell'Aif, l'Autorità antiriciclaggio vaticana, alla pena della multa di 1.750 euro; Enrico Crasso, consulente finanziario della Segreteria di Stato, alla pena di sette anni di reclusione e diecimila euro di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; il broker Raffaele Mincione alla pena di cinque anni e sei mesi di reclusione, ottomila euro di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; il cardinale Giovanni Angelo Becciu alla pena di cinque anni e sei mei di reclusione, ottomila euro di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Fabrizio Tirabassi, ex funzionario dell'Ufficio amministrativo, alla pena di sette anni sei mesi di reclusione, diecimila euro di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; l'avvocato Nicola Squillace, previa concessione delle circostanze attenuanti generiche, alla pena - sospesa - di un anno e dieci mesi di reclusione; l'altro broker Gianluigi Torzi alla pena di sei anni di reclusione e seimila euro di multa, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla sottoposizione alla vigilanza speciale per un anno; Cecilia Marogna alla pena di tre anni e nove mesi di reclusione con interdizione temporanea dai pubblici uffici per uguale periodo; la sua società slovena Logsic Humanitarne Dejavnosti D.o.o. alla sanzione pecuniaria di quarantamila euro ed al divieto di contrattare con le autorità pubbliche per due anni.

Il processo in Vaticano

Ottantasei udienze dibattimentali, compresa quella finale di oggi, nell'arco di quasi due anni e mezzo, a partire dal 27 luglio 2021: le prime otto, in sette mesi e un giorno fino al 28 febbraio 2022, dedicate alle istanze ed eccezioni preliminari; poi quelle dedicate all'ascolto dei 69 testimoni; infine le sette udienze dedicate alla requisitoria dell'accusa e alla replica; le 13 riservate alle arringhe e alle repliche delle dieci difese; le cinque per le altrettante parti civili (Segreteria di Stato, Apsa, Ior, Asif e mons. Alberto Perlasca) e le loro repliche. Sono alcuni dei "numeri" del processo che si è concluso oggi nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani. Il maggior processo celebrato in Vaticano.

Il sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede, Angelo Becciu, durante la presentazione del libro "Francesco il Papa americano'', Roma, 19 giugno 2017.    ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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