C'è un clima di tensione attorno a questa giornata. Venezuela e Guyana non sono riusciti a trovare un terreno di intesa per risolvere un contenzioso vecchio di oltre un secolo
Giornata di referendum in Venezuela. Oggi 20,6 milioni di persone sono chiamate a rispondere alle cinque domande poste per un referendum consultivo sull'Esequibo, regione ricca di petrolio e minerali, la cui sovranità è contesa alla Guyana che la amministra. C'è un clima di tensione attorno a questa giornata. Il motivo? Venezuela e Guyana non sono riusciti a trovare un terreno di intesa per risolvere un contenzioso vecchio di oltre un secolo.
Il referendum
Due giorni fa la Corte internazionale di giustizia (Icj) dell'Aja, a cui Georgetown si era rivolta per ottenere "misure provvisorie" di tutela dei suoi interessi, ha pubblicato una risoluzione che è stata letta come una vittoria da entrambe le parti. La Guyana ha esaltato l'avvertenza formulata dalla Icj a Caracas di "astenersi da iniziative che dovessero modificare la situazione prevalente nel territorio in litigio". Ma da parte sua Il Venezuela si è rallegrato del fatto che la Corte non abbia stabilito limitazioni al referendum, neppure per il quinto quesito in cui si chiede se "si è d'accordo con la nascita della Guyana Esequiba come futuro Stato del Venezuela". Leader oppositori, come Henrique Capriles, hanno annunciato che parteciperanno al referendum, mentre Maria Corina Machado, vincitrice delle primarie dell'opposizione in vista delle presidenziali del 2024, ha chiesto la sua sospensione perché ritiene che potrebbe "danneggiare" la difesa venezuelana. davanti alla Icj.
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Il contenzioso
Si tratta di un contenzioso ravvivato nel 2015 quando la statunitense ExxonMobil ha rilevato nell'area importanti riserve di petrolio. La Guyana sostiene il suo diritto sull'Esequibo in base a un lodo arbitrale del 1899 che le assegnò la sovranità sul territorio (allora sotto il dominio del Regno Unito), mentre Caracas difende l'Accordo bilaterale raggiunto a Ginevra nel 1966 quale meccanismo per risolvere la controversia. Da qui il referendum di oggi.